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Papilloma virus nell’uomo, l’urologo: “In aumento i condilomi genitali soprattutto nei giovani”

“L’infezione viene contratta solitamente attraverso rapporti sessuali non protetti, ed il rischio è strettamente proporzionato alla promiscuità sessuale e al numero di partner”. L’intervista al dott. Paolo Verze

- Qual è la sua incidenza nella popolazione maschile in Italia? E quanti di questi casi si evolvono in condilomi o in carcinomi?

“Attualmente si stimano ogni anno in Italia circa 43.000 nuovi casi diagnosticati di condilomi genitali nel sesso maschile. In realtà la proporzione reale del numero di soggetti HPV positivi (asintomatici) è sicuramente di gran lunga più elevata, se si considera che stime epidemiologiche recenti indicano che circa il 70-80% dei maschi adulti rischia di ammalarsi di HPV nell’arco della propria vita. Per quanto riguarda, invece, il rischio di trasformazione di un condiloma in una lesione maligna, questo risulta fortunatamente molto contenuto”.

- Come viene diagnosticata l’infezione? Esistono esami specifici per l’uomo?

“Non c’è attualmente nessun test preventivo per rilevare l’HPV negli uomini con sospetta infezione, se non effettuando frequenti visite di screening. Nell’uomo è possibile esaminare cellule cutanee, prelevate mediante brushing (spazzolamento) delle mucose, che vengono esaminate al microscopio oppure si può ricercare in esse il DNA del visus (HPV-DNA test). Il problema nello screening dell’uomo è dove eseguire il prelievo. Dato che molto spesso le lesioni non sono visibili ad occhio nudo e si corre il rischio di eseguire il prelievo in una zona sana dove non è presente il virus e trascurare le aree infette. Un esame che può aumentare la sensibilità diagnostica è la penoscopia, che consiste nell’analisi della cute dei genitali esterni ad elevati ingrandimenti mediante l’uso di lenti speciali, associando lo spennellamento delle zone cutanee con soluzione di acido acetico in modo da evidenziare meglio le eventuali lesioni. In questo modo è possibile riconoscere lesioni cutanee da HPV anche molto piccole, e su queste sedi potrà essere eseguito il brush-test per la ricerca del DNA virale. Resta tuttavia da dire che una penoscopia negativa non esclude definitivamente un’infezione da HPV perché il virus potrebbe essere presente solo a livello dello strato profondo dell’epidermide ed essere assente negli strati più superficiali”.

- Come si cura?  

“Prima di tutto va specificato che non esiste una terapia diretta anti-virale che possa portare all’eradicazione completa del virus. La lesione condilomatosa una volta identificata va rimossa in maniera approfondita, a prescindere dal fatto che si tratti di una prima manifestazione o di una recidiva. I condilomi possono essere asportati per via chirurgica (mediante fotocoagulazione laser, elettro-cauterizzazione o crio-ablazione) o eliminati mediante l’utilizzo di prodotti immunomodulanti ad uso topico capaci di aumentare la risposta locale del sistema immunitario”.

- In che modo si può fare prevenzione?

“Per ridurre la trasmissione dei condilomi genitali sono fondamentali due misure: primo, limitare i rapporti a rischio promiscui e/o occasionali; secondo, utilizzare sempre il preservativo, che è l’unica arma efficace che consente di ridurre il rischio di contagio. È importante, inoltre, curare l’igiene personale e, se si frequentano spazi comuni come piscine e palestre, onde ridurre il rischio di infezione della cute delle mani e dei piedi, è consigliabile non camminare scalzi e mantenere i piedi puliti ed asciutti”.

- Dal 2006 sono disponibili due vaccini contro l’HPV: il bivalente e il quadrivalente. Dal 2019 è disponibile anche un terzo: il nonavalente. Sono consigliati anche all’uomo? Quale è l’età ideale per vaccinarsi?

“La prevenzione dell'HPV è possibile anche nel maschio mediante il ricorso ad un vaccino, con le stesse modalità impiegate nel sesso femminile. Esiste un vaccino bivalente (Cervarix) in grado di immunizzare dagli HPV ad alto rischio cancerogeno (genotipi 16 e 18) e uno quadrivalente (Gardasil) che determina protezione anche dagli HPV responsabili dei condilomi genitali (HPV 6 e 11). Quest’ultimo è stato il primo ad essere approvato per l’impiego nel sesso maschile. Più di recente è stato introdotto il vaccino nonavalente che offre una copertura ancora più ampia verso ceppi ad alto rischio sia per lo sviluppo del cancro della cervice che dei condilomi maschili, quindi da poter impiegare su ampia scala. L’età ideale in cui far effettuare la vaccinazione è compresa fra gli 11 e i 13 anni, prima che inizi l’attività sessuale, al fine di garantire la massima protezione possibile”.

- La vaccinazione azzera totalmente il rischio di contrarre l’infezione da HPV?

“La vaccinazione è in grado di stimolare una risposta anticorpale immediata e duratura nel tempo, con dati scientifici che ne confermano la totale efficacia anche per periodi di tempo superiori ai 10 anni. Come per qualunque tipo di vaccino è evidente che il rischio non risulta mai totalmente azzerato, ma nel caso del HPV, possiamo sicuramente affermare che riesce a garantire un livello di efficacia e di copertura altissimo”.

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