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Venerdì, 19 Aprile 2024
Salute

Fascite plantare, cos’è e come si cura

“Questa patologia si manifesta con un dolore al tallone che non va trascurato perché può cronicizzare nel tempo. E’, dunque, importante diagnosticarla e trattarla tempestivamente”. L’intervista al dott. Valerio Esposito

La fascite plantare è un’infiammazione della fascia muscolare che ricopre la pianta del piede e si manifesta con un intenso dolore al tallone. La struttura coinvolta ha una funzione molto importante: sostiene l’arcata plantare e, durante la camminata, assorbe e restituisce l’energia quando il piede tocca il suolo. La fascite plantare, come abbiamo detto, si presenta con un dolore al tallone che può essere avvertito maggiormente al mattino, appena si scende dal letto, alzandosi dopo esser stati seduti per molto tempo, e a fine giornata, dopo essere stati in piedi per molte ore. Colpisce in particolare i soggetti sportivi, a causa di una ripetizione continua di sovraccarichi a livello podalico, le persone in sovrappeso o affette da patologie al piede, le donne in gravidanza. Tra i fattori che possono causare questo disturbo ci sono l’età (con l’invecchiando la fascia plantare perde elasticità) e le calzature inadeguate (scarpe troppo larghe, con suole eccessivamente sottili o con tacchi troppo alti). La fascite plantare, in alcuni casi, può diventare molto fastidiosa, per questo è importante non trascurarla, ma trattarla con rimedi conservativi per evitare di ricorrere, in extremis, all’intervento chirurgico. Ma come viene diagnosticata e curata? NapoliToday lo ha chiesto al dott. Valerio Esposito, fisioterapista esperto in riabilitazione ortopedica e sportiva.

Dott. Esposito, cos’è la fascite plantare e con quali sintomi si manifesta?

“La fascite plantare rappresenta un processo infiammatorio che colpisce l’entesi, ossia l’inserzione della fascia plantare sull’osso. Questa patologia si manifesta con un dolore sotto il piede. In genere, nelle fasi precoci della malattia, il dolore è abbastanza localizzato a livello del tallone e tende ad estendersi anteriormente col tempo. Spesso il dolore si presenta in modo più severo al mattino, appena scesi dal letto, oppure dopo lunghe pause in cui si resta immobili. Tende a ridursi o persino scomparire a una dolce e progressiva mobilizzazione per poi ricomparire dopo uno sforzo, che può essere rappresentato da una corsa, lunghe passeggiate o semplicemente al termine della giornata. Quando il piede è a riposo, il legamento arcuato (la fascia plantare) tende ad accorciarsi: quando si prova a camminare, l’improvviso tentativo di allungamento provoca un dolore acuto. Il dolore può manifestarsi come una “fitta”, molto intensa e di breve durata, oppure di più lieve entità ma più prolungata nel tempo. Va detto che il dolore, se trascurato, tenderà a cronicizzare nel tempo. E’, dunque, importante diagnosticare e trattare tempestivamente questa patologia”.

Quali possono essere le cause?

“La causa principale è l’alterazione biomeccanica e posturale talvolta associata al sovraccarico da over use che ricade su tutta la struttura muscoloscheletrica del piede”.

Quali soggetti colpisce e come viene diagnosticata?

“La fascite plantare colpisce principalmente chi sfrutta in maniera eccessiva la struttura piede-caviglia, come gli sportivi (es. podisti). Ma ci sono delle condizioni predisponenti che vanno prese in considerazione come il piede piatto, l’instabilità della caviglia e le alterazioni muscolari. Per questo motivo è necessaria una buona diagnosi che vada a mettere in luce tutte le problematiche che sottendono il disturbo. Un esame baropodometrico, una radiografia e una ecografia sono indispensabili per il giusto indirizzo terapeutico”.

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