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Salute

Endometriosi, come riconoscerla e quali sono le opzioni di cura: risponde l’esperto

"La malattia colpisce 1 donna su 10, ma la diagnosi non è facile. Si stima che, dalla comparsa dei primi sintomi e nonostante le numerose visite ginecologiche, occorrano tra i 7 ed i 9 anni prima che una paziente riceva una corretta diagnosi”. L’intervista al dott. Ciro Perone

L’endometriosi è una malattia cronica e progressiva caratterizzata dall'accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall'utero. Viene chiamata anche “malattia invisibile” perché poco conosciuta e molto spesso sottovalutata. Nella gran parte dei casi si manifesta con dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale e nel periodo dell’ovulazione, insieme a dolori pelvici cronici, dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica; in una bassa percentuale dei casi può essere asintomatica. A soffrirne in Italia è il 10-15% delle donne in età riproduttiva: la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Le cause della malattia non sono chiare: secondo una delle ipotesi più accreditate, a provocare la sua insorgenza potrebbero essere anomalie nell’anatomia dei genitali che favoriscono il reflusso tubarico di cellule endometriali durante la mestruazione. L’endometriosi è una malattia subdola ed enigmatica, uno dei principali problemi che la riguarda è il ritardo diagnostico: si stima che mediamente in Europa, dalla comparsa dei primi sintomi e nonostante le innumerevoli visite ginecologiche, occorrano tra i 7 ed i 9 anni prima che una paziente riceva una corretta diagnosi. Essendo una patologia invalidante che muta nel corso della vita è fondamentale una corretta e tempestiva diagnosi per migliorare la qualità di vita di chi ne soffre. Per sensibilizzare le donne sul tema è stato scelto marzo come mese della consapevolezza dell’endometriosi: tante associazioni attive sul territorio nazionale promuovono da anni iniziative per diffondere conoscenza su questa malattia. Tra queste c’è l’APE (Associazione Progetto Endometriosi) che quest’anno ha messo in campo un progetto dal nome “Vetrine consapevoli”, iniziativa che unisce pazienti volontarie impegnate nel far conoscere a quante più persone possibili la malattia. Tra i sostenitori dell’iniziativa di APE c’è anche il dott. Ciro Perone, Primario di Ginecologia presso la Clinica Sanatrix di Napoli e Direttore del progetto  “EndoGyn” che ha tra le sue principali foci lo studio e la cura dell’endometriosi. Lo abbiamo intervistato per chiedergli quali sono i campanelli d’allarme della malattia e come può essere curata.

- Dott. Perone, cos’è l’endometriosi e perché viene definita “malattia invisibile”?

“L’endometriosi è una patologia ginecologica in cui l’endometrio, la mucosa che normalmente riveste l’interno della cavità uterina, si ritrova all’esterno dell’utero. Si tratta di una malattia benigna, ad andamento cronico e ricorrente. È una malattia ormono-dipendente, in cui sotto l’azione di uno stimolo ormonale, il tessuto endometriale, presente in sede anomala, va incontro ad un sanguinamento interno che è alla base del processo infiammatorio e della formazione di cicatrici ed aderenze che causano i principali sintomi. L’endometriosi viene definita una “malattia invisibile” perché è a tutt’oggi poco conosciuta, sottovalutata e purtroppo, molto spesso, sottostimata”.

- Con quale sintomatologia si manifesta?

“I sintomi dell’endometriosi sono numerosi, ed è bene precisare subito che non sempre la complessità e gravità del quadro clinico correlano con l’estensione della patologia. In alcuni casi può decorrere anche in maniera asintomatica, ma i sintomi più frequenti sono: la dismenorrea (dolore durante il ciclo), la dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), il dolore pelvico cronico, l’infertilità o la sterilità. Quando vengono coinvolti organi come l’intestino o la vescica possono comparire sintomi specifici di questi distretti come dischezia o disuria. Stitichezza alternata a diarrea, sciatalgia presente durante la fase mestruale, dolori lombari cronici ed inspiegati potrebbero essere tutti sintomi legati alla patologia endometriosica”.

- Quali sono le cause della malattia?

“Numerose sono le teorie messe in campo per spiegare il meccanismo alla base dell’endometriosi e, nonostante i notevoli progressi avuti negli ultimi anni in tale ambito, ancora sono molte le cose da chiarire. Tra le teorie più diffuse e più antiche ritroviamo la “teoria della mestruazione retrograda” secondo cui anomalie nell’anatomia dei genitali possano favorire il reflusso tubarico di cellule endometriali durante la mestruazione. Tale teoria che spiegherebbe bene le localizzazioni endopelviche della malattia, tuttavia, non è sufficiente per spiegare le localizzazioni extra pelviche dell’endometriosi. Ricordiamo che anche il polmone o il tessuto osseo, in rari casi, può essere sede di endometriosi. Pertanto si è diffusa la “teoria del residuo embrionale”, che conferisce una nota “congenita” alla malattia. Secondo questa teoria, infatti, elementi cellulari, simili a quelli che concorrono a formare l’utero, sarebbero presenti fin dalla nascita in altri distretti, conservando la capacità, sotto lo stimolo ormonale, di differenziare in senso endometriosico. È stata proposta anche una teoria di “disseminazione per via ematica”: durante la fase mestruale frustoli di endometrio entrerebbero in circolo raggiungendo organi distanti. Molto più accreditata la possibilità di “disseminazione chirurgica”, responsabile di localizzazioni di focolai endometriosici in prossimità di cicatrici chirurgiche dopo l’apertura della cavità uterina, condizione che crea una comunicazione diretta tra i diversi distretti. Sono sempre più i dati presenti in letteratura secondo cui l’endometriosi ed i suoi effetti sarebbero imputabili ad una “alterazione del sistema immunitario”. Di sicuro sono ormai numerose le segnalazioni di figlie, sorelle e nipoti di donne affette da endometriosi che con maggiore frequenza vengono interessate dalla malattia, condizione che fa orientare per una sicura “predisposizione genetica”.

- In Italia quante donne soffrono di endometriosi?

“Studi epidemiologici confermano che l’endometriosi interessa il 10-15% delle donne in età fertile. Si stima che solo in Italia siano interessate circa 3 milioni di donne e che nei paesi occidentali, le donne affette da endometriosi siano oltre i 200 milioni”.

- Esiste una relazione tre sterilità ed endometriosi?

“L’endometriosi si associa con elevata frequenza alla sterilità e può esserne frequentemente la causa principale. L’endometriosi può determinare infertilità sia in modo diretto attraverso il danno anatomico degli organi del sistema riproduttivo, sia attraverso effetti indiretti quali alterazioni immunologiche, o del micro ambiente peritoneale, o endometriale. Vi è anche la possibilità di sviluppo di forme di insufficienza ovarica prematura iatrogena a seguito del trattamento chirurgico della malattia”.

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