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Giovedì, 25 Aprile 2024
Salute

Endometriosi, come curare i sintomi con l'alimentazione: i consigli della nutrizionista

“Si consiglia di aumentare il consumo di verdure, legumi, frutta fresca e secca, cereali e alimenti ricchi in acidi grassi Omega 3. Da ridurre al minimo, invece, i latticini e la carne rossa”. I consigli nutrizionali della Dott.ssa Diana De Falco

L’endometriosi è un'infiammazione cronica che colpisce l’apparato genitale femminile. Una malattia progressiva caratterizzata dall'accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall'utero. Viene chiamata anche “malattia invisibile” perché, ancora oggi, è poco conosciuta e spesso sottovalutata dagli stessi specialisti. A soffrirne in Italia è il 10-15% delle donne in età riproduttiva. Secondo una delle ipotesi più accreditate, a provocare la sua insorgenza potrebbero essere anomalie nell’anatomia dei genitali che favoriscono il reflusso tubarico di cellule endometriali durante la mestruazione. Nella gran parte dei casi l’endometriosi si manifesta con dolori molto intensi durante il periodo mestruale e premestruale e nel periodo dell’ovulazione, insieme a dolori pelvici cronici, dolore nei rapporti sessuali, stanchezza fisica cronica.

Ad oggi non ne esiste ancora una cura di sicura efficacia per l’endometriosi, ma è certo che l’alimentazione può avere un ruolo centrale nella gestione e riduzione dei sintomi. “La scelta di un regime alimentare idoneo – spiega a NapoliToday la Dott.ssa Diana De Falco - non solo contribuisce significativamente alla riduzione della sintomatologia ma, anche ad abbassare il livello di infiammazione con un conseguente miglioramento della qualità di vita di chi ne soffre”. Ma qual è caratteristiche ha la dieta per l'endometriosi? Quali cibi prediligere e quali evitare per spegnere l'infiammazione pelvica e quindi ridurre la sintomatologia? Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa, biologa nutrizionista, Diana De Falco.

- Dott.ssa De Falco, quali caratteristiche ha la dieta per l’endometriosi?

“La dieta per l'endometriosi è un particolare regime alimentare che punta a migliorare la risposta insulinica e al tempo stesso la sintomatologia, attraverso la scelta di alimenti ad azione antinfiammatoria, a bassi livelli di estrogeni (già ampiamente prodotti e responsabili dell’avanzare della patologia) e alla giusta combinazione degli stessi per un miglior controllo del carico glicemico dei pasti e, quindi, delle fluttuazioni dell’insulina nell’arco della giornata”.

Cosa mangiare, quali sono i cibi consigliati?

“Consiglio in primis di preferire cibi ricchi in fibra in quanto aumentano l’assorbimento di vitamine, sali minerali e antiossidanti grazie ad un’azione duplice: innanzitutto la fibra è in grado alcalinizzare il nostro ph intestinale e questo cambiamento del ph potenzia l’assorbimento dei micronutrienti; in particolare la fibra solubile (oltre a favorire l’attività intestinale, maggiore sazietà, minore assorbimento di grassi e zuccheri e abbassamento del colesterolo) permette un controllo dell’ IG (indice glicemico) e, quindi, delle fluttuazioni dell’insulina, alza il pH dell’intestino, e tutto questo comporta un abbassamento dell’infiammazione e un aumento dell’assorbimento di sali minerali. Inoltre, la fibra aiuta a ridurre gli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto dei tessuti estrogeno-dipendenti. Quindi consiglio, in particolare, il consumo di verdure, legumi, frutta e cereali come il bulgur (cereale utilizzato nel Medio Oriente) particolarmente ricco in fibra. Consiglio, inoltre, di aumentare il consumo di alimenti ricchi in acidi grassi Omega 3, in quanto studi recenti hanno evidenziato che l’incremento di alimenti ricchi in acidi grassi Omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1, che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Consiglio, pertanto, di incrementare il consumo di frutta secca, semi oleosi (in particolare semi di lino, di sesamo, tra le varie proprietà, aiutano il corpo a riequilibrare il rapporto tra progesterone ed estrogeni), pesce azzurro, salmone, tonno, avocado”.

Quali cibi ridurre?

“Gli alimenti da ridurre al minimo sono i latticini per il contenuto in lattosio e caseina: è stato dimostrato che latte e latticini contenenti beta-caseina A1 aumentano i livelli di infiammazione in modo più significativo rispetto a quelli contenenti beta-caseina A2. Per tale motivo, solo su direttive di uno specialista della nutrizione, è possibile valutare un eventuale consumo moderato in presenza di endometriosi. Da ridurre al minino anche la carne rossa tendendo a preferire la carne bianca, ma solo se di origine e allevamento controllato. Consiglio, inoltre, di ridurre il consumo di alimenti contenenti glutine per un maggior controllo sui livelli infiammatori”.

Quali cibi evitare?

“Gli alimenti da evitare sono soprattutto quelli fonti di estrogeni: questo sia per ridurre l’infiammazione e la conseguente produzione endogena di estrogeni sia per evitare che ci sia un aumento dello sbilanciamento ormonale, già presente nelle donne affette da endometriosi, e, quindi, prevenire un peggioramento della patologia stessa. Bisogna evitare in questo caso soia o prodotti contenenti soia (tofu, seitan, salsa di soia) per la presenza di fitoestrogeni; prodotti caseari di origine animale, soprattutto se provenienti da allevamento non controllato per l’alto contenuto di antibiotici e ormoni; avena e segale per il loro alto contenuto di estrogeni; alimenti industriali; alimenti ricchi in grassi saturi, alcolici, prodotti da forno raffinati, alimenti ricchi in zuccheri semplici”.

Esistono integratori naturali utili per contrastare i sintomi dell’endometriosi?

“Sì, esistono nutrienti fondamentali che aiutano la riduzione della malattia e gli stessi sintomi anche se è difficile trovarli in alte concentrazioni negli alimenti: in particolare vitamina D (in quanto riduce il volume delle lesioni e quindi dei sintomi), acidi grassi omega 3 e 6, curcuma, quercetina che supporta le difese antiossidanti e la salute delle cellule (maggiori concentrazioni le abbiamo nella cipolla rossa soprattutto nella buccia e nella parte più vicina alla radice, ma consiglio i capperi come migliore fonte alimentare)”.

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