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Centro disturbi alimentari, l'Asl: "Mai pensato a ridimensionamento"

Dopo le proteste delle pazienti della struttura di Soccavo, la replica del direttore della Salute mentale Fedele Maurano. Il progetto del Centro semiresidenziale finanziato con 300mila euro e mai realizzato: "Rallentati dalla pandemia, arriverà presto"

Fiore all'occhiello fino a pochi mesi fa, oggi una polveriera, teatro di scontro tra pazienti e Asl Napoli 1. La storia del Centro per i disturbi alimentari di Soccavo è cambiata a novembre 2020, quando con una delibera interna si prospettava una rimodulazione della struttura che da esclusiva per pazienti affetti da patologie come l'anoressia, la bulimia e binge, sarebbe stata aperta anche a chi soffre di altri disturbi afferenti alla Salute mentale. Una decisione che, unita al trasferimento di due pisoterapeuti, è stata letta dai pazienti come un ridimensionamento del servizio.

In una videointervista rilasciata a Napolitoday, il direttore del dipartimento, Fedele Maurano, spiega la  versione sua e dell'azienda: "Non abbiamo mai pensato a chiudere o ridimensionare il Centro di via Adriano. In quell famosa delibera, ipotizzavamo di potenziarlo per creare una rete sul territorio in grado di trattare anche altri tipi di disturbi, per i quali c'è stata un'impennata durante la pandemia. Registrate le proteste delle pazienti, però, quella delibera è stata sospesa in attesa di ulteriori valutazioni e non si andati più avanti". 

Le ragazze e le donne che frequentano la struttura i Soccavo hanno segnalato la riduzione del personale, con il passaggio da quattro a due psicoterapeuti: "I due psicologi hanno chiesto il trasferimento per motivi personali - prosegue Maurano - A quel punto, ho proposto due soluzioni alternative: la prima è la possibilità di accedere alla vicina Scuola di psicologia; la seconda è stata l'implementazione del personale con due operatori part time".

Per il direttore della Salute mentale, il passaggio tra due unità lavorative full time a due a tempo parziale non è necessariamente sintomo di una contrazione dell'assistenza: "Io devo portare i risultati, non è una questione aritmetica. C'è anche la possibilità di ottenere di più con questa formula". A proposito di risultati, sono state le stesse pazienti a denunciare la contrazione delle sedute di psicoterapia, passate da una ogni 7-10 giorni a una ogni 15-20: "Dalle relazioni fornite dai responsabili del Centro non mi risulta - precisa Maurano - ma sto indagando per dare risposte anche su questo. Io ho enorme rispetto per le sofferenze che vivono queste persone e non vorrei che qualcuno stesse strumentalizzando il loro dolore per scopi personali". 

Resta, però, sul tavolo il tema della trasformazione del Centro di Soccavo in una struttura semi-residenziale. Una novità attesa da anni dalle pazienti, che avrebbero un posto dove consumare anche il pasto assistiti dagli operatori. Una delibera dell'Asl Napoli 1 del 2017 ha finanziato il progetto con 312mila euro, ma del semi-residenziale non c'è traccia: "Abbiamo speso quei soldi per assumere personale, acquistare arredi e ristrutturare - afferma il direttore - Poi è arrivata la pandemia e ha rallentato tutto, ma abbiamo intenzione di riprendere il progetto". 

Intanto, i soldi di quel finanziamento sono stati spesi e potrebbero volerci ulteriori risorse. Sui tempi c'è un punto interrogativo: "Non so dire quando sarà realizzato, ma credo a breve". 

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