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Colera, i medici del Cotugno: "Caso isolato. Nessuna emergenza"

"Non esiste alcuna emergenza che possa far pensare a un ritorno del colera a Napoli". Non lascia spazi a dubbi la posizione dei medici dell'ospedale Cotugno, dove da ieri è ricoverata una famiglia originaria del Bangladesh ma residente da anni a Sant'Arpino, provincia di Caserta.

"Al momento i casi accertati sono due, un bimbo di due anni e la madre - spiega Carlo Tascini, direttore della Divisione malattie infettive dell'ospedale - abbiamo ricoverato anche il padre e i due fratellini per essere sicuri che non ci sia stato contagio. In ogni caso, madre e figlio sono in buone condizioni, anche se il piccolo è arrivato dalla terapia intensiva del Santobono. Le analisi sugli altri membri della famiglia hanno dato esito negativo, anche se aspettiamo gli ultimi accertamenti". 

Il contagio, probabilmente, è avvenuto proprio in Bangladesh, dove la famiglia si era recata in visita. "I primi sintomi si sono verificati già durante il viaggio di ritorno - racconta Maria Vittoria Montemurro, sub-commissario con funzioni sanitarie dell'Azienda Ospedaliera dei Colli - Il colera si manifesta con una forte dissenteria, che ha debilitato molto il bimbo di due anni. Parliamo di una famiglia integrata da anni nel tessuto sociale ma che, nel loro Paese di origine è venuta a contatto con condizioni igieniche più precarie rispetto alle nostre". 

Dall'ospedale dei Camaldoli arrivano rassicurazioni: non c'è pericolo alcuno per la popolazione. "La parola colera è molto potente a Napoli - prosegue la Montemurro - ma qui al Cotugno abbiamo trattato malattie ben più pericolose per la saluta dei cittadini, come l'ebola e l'aviaria. Questo è un caso isolato, che è stato prontamente trattato, non ci sono allarmi né emergenze. Precauzioni? La migliore precauzione contro queste patologie è semplicemente lavarsi le mani quando si rientra a casa: il colera è un'infezione orofecale da cui ci si può difendere con una buona igiene personale".

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