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L’acufene, cos'è e quali sono i rimedi

"E' possibile prevenire questo disturbo evitando un intenso e prolungato stress, ed esposizioni a forti rumori. Se siete al mare, invece, si consiglia sempre l’utilizzo di tappi per le orecchie". L'intervista alla dott.ssa Irma Bencivenga

L’acufene è un disturbo uditivo molto fastidioso che si manifesta con fischi, ronzii e sibili a uno o ad entrambe le orecchie. In alcuni casi può comparire anche se nessuna sorgente esterna l’ha generato. Altre volte può dipendere dall’esposizione a rumori troppo forti e continui. A soffrirne è circa il 15 % della popolazione nazionale e l’incidenza arriva addirittura al 30 % se si considera solo la fascia di età superiore ai 70 anni. Questo disturbo può avere un forte impatto sulla vita quotidiana di chi ne soffre provocando stress, ansia, rabbia e disturbi del sonno, con serie ripercussioni sia sull’attività lavorativa che affettiva. Ma come si riconosce un acufene e come si cura? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Irma Bencivenga, fisioterapista, osteopata e posturologa, esperta in riabilitazione delle disfunzioni oro-maxillo-facciali.

Cos’è l’acufene?

“L'acufene è un sibilo, un ronzio, un fischio nelle orecchie. Distinguiamo due tipi di acufeni: oggettivo e soggettivo. Il primo, più raro, è determinato da un suono che si genera all’interno del corpo. Generalmente è causato da anomalie vascolari che determinano l’insorgenza di un flusso ematico turbolento che attraverso il tessuto osseo viene trasmesso alla coclea (organo dell’udito). L’acufene soggettivo, più comune del primo, rappresenta, invece, una percezione personale di un suono in assenza di un qualsiasi rumore reale, e, pertanto, non può essere percepito all’esterno. Varia nei singoli individui per frequenza e intensità ed è sensibile alle condizioni di stress, all’attività fisica, ma anche a certi farmaci o alimenti. Viene facilmente mascherato dagli altri suoni e percepito soprattutto la notte quando c’è silenzio”.

Quali possono essere le cause?

Le cause possono essere diverse. Tra le più frequenti c’è l’esposizione a rumori intensi o per lunghi periodi, oppure l’esposizione brevissima a rumori molto forti. Gli acufeni possono essere causati anche da anomalie vascolari che determinano l’insorgenza di un flusso ematico turbolento che attraverso il tessuto osseo viene trasmesso alla coclea (l’organo dell’udito). A determinare gli acufeni possono essere anche alcuni farmaci come l’aspirina (acido acetilsalicilico) e alcuni antibiotici (aminoglicosidi)”.

Come si cura questo disturbo?

“Le alternative terapeutiche sono varie. Prima di intervenire bisogna valutare attentamente la situazione del paziente, la causa della patologia e l’esito degli esami diagnostici. Tra le terapie più diffuse ci sono quelle osteopatiche. Le tecniche usate, in questo caso, servono a migliorare il flusso ematico e linfatico dei distretti interessati. Si utilizzano manovre che aiutano la respirazione e la mobilità toracica, nonché tecniche miofasciali per detendere la loggia anteriore del collo, lavoro muscolare sui muscoli cervicali e nucali, oltre a delle tecniche più dirette alle strutture contigue dell'orecchio interno con lo scopo di detendere strutture fasciali, legamentose e muscolari. Un altro rimedio è quello odontoiatrico: consta in una valutazione gnatologica con tanto di esami strumentali e esame clinico/ anamnestico per determinare l'efficacia di un bite, e di quale tipo di ortesi occlusale”.

Quando si ricorre, invece, alla chirurgia?

“Si ricorre all’intervento chirurgico quando l’acufene soggettivo dipende dal conflitto vaso-nervo vascolare, ovvero se il nervo uditivo tocca l’arteria cerebellare media (provocando la percezione della pulsazione all’orecchio). Si può, infatti, procedere all’operazione, che avviene tramite micro-decompressione vascolare o l’allontanamento del vaso dal nervo anche di parecchi millimetri”.

Come si può prevenire?

“L'acufene si può prevenire evitando i fattori causali elencati in precedenza come stress prolungato ed esposizioni a intensi rumori. Se siete al mare, invece, si consiglia sempre l’utilizzo di tappi per le orecchie”.

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