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Sgarbi sindaco di Napoli, la suggestione: "Io candidato? Volentieri"

"Domani presento la mia candidatura a Roma, ma posso dire che mi sarei candidato volentieri a Napoli. Il mio temperamento e quello che ho fatto in questi anni corrisponde allo spirito napoletano più dell’attuale sindaco": così in un'intervista

Vittorio Sgarbi candidato sindaco a Napoli? È probabilmente soltanto una suggestione, ma l'onorevole e critico d'arte non nega che la cosa non gli spiacerebbe. A Radio Crc, nella trasmissione "Più di così", ha dichiarato: "Non so chi sia Alessandra Clemente, mai sentita nominare. Domani presento la mia candidatura a Roma, ma posso dire che mi sarei candidato volentieri a Napoli. Il mio temperamento e quello che ho fatto in questi anni corrisponde allo spirito napoletano più dell’attuale sindaco ma anche più della futura candidata”. Insomma, al momento sembrerebbe di no, ma mai dire mai.

Su De Luca: "Troppo rigoroso"

Sgarbi non si è limitato a parlare delle comunali partenopee del 2021, ha anche parlato del presidente della Regione Vincenzo De Luca. “Lui ha avuto consenso perché è sembrato rigoroso nell’applicare le regole e ciò in quella fase ha convinto, ma c’è una contraddizione nonostante la severità oggi ha più persone contagiate rispetto ad altre regioni, come dimostra anche il caso della Svezia che senza fare nulla ha avuto meno casi di noi – ha detto Sgarbi – Siamo davanti ad una situazione bizzarra, forse non era necessario essere così rigorosi”.

Dpcm e Covid: "Non è una malattia grave"

Vittorio Sgarbi non si è risparmiato anche a proposito del nuovo Dpcm. “È difficile rispondere dinanzi a tanta idiozia che coincide anche nella limitazione dell’attività dei teatri. Dobbiamo avere prudenza ma bisogna lasciare la capacità ai singoli di proteggersi – ha continuato l’onorevole – I dati reali dell’Istituto Superiore della Sanità dicono che il 95% delle persone contagiate sono sane, ma occorre guardare la curva dei morti e dei ricoverati che ha una media di 82 anni, quindi la malattia si configura come un’influenza con qualche aggravante che poi consente comunque una rapida guarigione, ne sono un esempio Trump e Berlusconi che sono guariti in tempi molto rapidi”.
“Non può essere definita una malattia grave – ha concluso – dovrebbero essere evitati bollettini quotidiani e programmi che si occupano solo di questo, in questo modo si diffonde il terrore che crea paura e preoccupazione. Molti preferiscono un governo che li rassicuri emanando restrizioni piuttosto che avere libertà elementari”.

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