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Manfredi: "Questa non è la città della pizza e del mandolino"

Il nuovo sindaco ringrazia la famiglia e afferma: "Questa è una città ricca di professionalità che può competere in Europa". Le priorità: "Ordine, cantieri rapidi e servizi"

Sono quasi le 20.30 quando Gaetano Manfredi arriva al comitato elettorale al settimo piano dell'Hotel Terminus di piazza Garibaldi. "Voglio ringraziare i napoletani per la fiducia che ci hanno accordato. Questa è la città con la vittoria più schiacciante". Ai lati del palco ci sono Luigi Di Maio, Roberto Fico, Vincenzo De Luca e Giuseppe Provenzano. Un po' più indietro, tanti volti noti della politica napoletana che hanno sostenuto la corsa dell'ex rettore: da Piero De Luca, figlio di Vincenzo, a Valeria Valente; da Pecoraro Scanio a Pietro Rinaldi, per due mandati consigliere comunale vicinissimo a Luigi de Magistris, solo per citarne alcuni.

Sono i volti dell'amplissima coalizione di centro-sinistra che ha stracciato gli avversari con il 63 per cento. Un'ampiezza che, giura l'ex rettore della Federico II, non sarà un problema: "Io lo chiamo pluralismo e queste forze si sono unite in nome di un programma". Le priorità, afferma Manfredi, sono chiare: "Innanzitutto, devo riaprire il Comune perché adesso non c'è neanche chi risponde al telefono. Questa è una città che ha bisogno di ordine, poi di accelerare i cantieri e di migliorare i servizi come i trasporti. Non tutto potrà essere fatto dall'oggi al domani, ma lavoreremo da subito. La giunta sarà composta da persone di alto profilo e conterrà anche nomi che vengono da fuori città". 

Poi la frecciata a de Magistris: "Questa sarà una città capace di dialogare con le istituzioni. Non sarà più la città inaffidabile, che vuole fare la rivoluzione. Napoli non è solo pizza e mandolino, è un luogo che ha contribuito allo sviluppo dell'Italia e dell'Europa". 

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