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Sergio Passariello (Nuovo Psi-Pdl) : l’Italia non è in saldi e non è una colonia cinese

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Sergio Passariello responsabile nazionale dell'ufficio di segreteria attività produttive, PMI ed artigianato del Nuovo Psi, partito federato con il popolo delle libertà dichiara: "nel corso di un incontro con il premier Monti, avuto a margine del summit sulla sicurezza nucleare in corso a Seul, il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Hu Juntao ha affermato che suggerirà a tutte le autorità e alla business community di investire in Italia.

Un paese come l'Italia, precisa Passariello, privo di sovranità nazionale, economica, monetaria, culturale, che offre lavoro precario con poche tutele, ricchi interessi alle banche d'affari che speculano su imprese, famiglie italiane e sulle spese dello Stato, costituisce un vero e proprio affare per gli imprenditori cinesi.

Il premier Monti, dichiara Passariello, può presentare agli investitori asiatici, un decreto sulle liberalizzazioni approvato con ampio margine dalla Camera, ed una riforma del lavoro, su cui ha ricevuto anche il sostegno del segretario dell'Ocse, Angel Gurria, che l' ha definita come passo decisivo alla risoluzione dei principali problemi del mercato del lavoro italiano; davvero un buon risultato, per chi, come il nostro premier pensa esclusivamente a fare cassa.

Al danno, di aver ridotto sul lastrico migliaia di piccole e medie imprese italiane, definite come il vero motore di sviluppo del nostro paese, chiedendo ed ottenendo da loro il rispetto di tutte le leggi in tema di tasse imposte e tributi e di sicurezza del lavoro, precisa Passariello, si aggiunge la beffa di aver tollerato nell'ultimo decennio, il proliferare di aziende cinesi, che hanno operato economicamente nel nostro paese nella più totale illegalità, salvo casi isolati, vendendo prodotti fuori da ogni logica concorrenziale, di scarsa per non dire pessima qualità e dai bassissimi costi di produzione, producendo danni quantificabili in svariate centinaia di milioni di euro con il falso Made in Italy.

Ora, precisa Passariello, il governo Monti chiede alla Cina di iniettare denaro fresco nella nostra economia, denaro che per la stragrande maggioranza è il risultato di decenni di attività, si fa per dire imprenditoriale, svolta nel totale dispregio di ogni regola del vivere civile.

Avremo, dichiara laconicamente Passariello, una Eni, una Finmeccanica una Tod's, il Colosseo di Roma forse anche i faraglioni dell'Isola di Capri sponsored or made in China, acquisteremo carburante della Exxon e delle imprese italiane rimarrà solo un ricordo da trasferire ai nostri nipoti.

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