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Rifiuti in Campania, Italia condannata dalla corte dei diritti dell'uomo

Per i giudici lo Stato, a partire dal 1994 non è stato capace di gestire la crisi dell'immondizia. La Corte ha riconosciuto la violazione del diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare

Lo Stato italiano, a partire dal 1994, non è stato capace di gestire adeguatamente l'emergenza rifiuti in Campania ed è stato condannato per questo dalla Corte dei Diritti dell'uomo di Strasburgo sulla base di un ricorso presentato da 18 cittadini di Somma Vesuviana. Riconosciuta dunque la violazione del diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare: lo Stato cioè non può costringere i suoi abitanti a vivere tra i rifiuti. Non è stato però riconosciuto il danno alla salute.

I giudici di Strasburgo hanno ritenuto che la vita e la salute dei ricorrenti non sono state messe in pericolo dall'emergenza rifiuti e che gli studi scientifici presentati dalle parti sull'esistenza di un legame tra un aumento dei casi di cancro e la gestione dei rifiuti in Campania arrivano a risultati divergenti.

La Corte di Strasburgo non ha però riconosciuto l'indennizzo di 15 mila euro per danni morali richiesto dai ricorrenti asserendo che la constatazione della violazione del loro diritto alla vita privata e familiare è da considerarsi una riparazione sufficiente del danno morale subito.
 

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