D'Alessandro contro il ministro Giannini, un ricercatore di Napoli: "Noi che facciamo?"
Nella querelle sullo stato di università e ricerca in Italia interviene, attraverso una lettera pubblicata dal sito InPiù, il partenopeo Francesco Grillo. Che si schiera col Ministro e contro i "professionisti della lamentela"
La ricercatrice Roberta D'Alessandro, contestando al ministro dell'Istruzione Stefania Giannini il "vantarsi" di Governo e Università italiana di risultati in realtà ottenuti da ricercatori sì italiani ma costretti ad emigrare, ha aperto un dibattito importante sull'attuale stato di ricerca e cultura nel Paese.
All'interno di questo confronto, c'è anche chi – in ambito universitario – ha ritenuto di schierarsi con il Governo, come il caso del napoletano Francesco Grillo, la cui lettera-post Facebook è stata pubblicata sul magazine online "InPiù".
"Roberta quello che dici - quando denunci la mancanza di meritocrazia nelle università italiane - è vero. Ma che facciamo (ammesso che l'ipotesi di lasciare per sempre questo Paese non soddisfi totalmente le nostre aspirazioni)? La tua situazione è simile alla mia e a quella di migliaia di altri italiani. Ho fatto un MBA a Boston, un Phd alla London School of Economics e oggi pomeriggio sto scrivendo un application per tornare ad Oxford. Sento la tua stessa rabbia. Ma non è solo nell'università italiana che l'Italia ha perso qualsiasi interesse per il merito. E non è neanche solo al merito che non siamo più interessati. Abbiamo - tutti - perso interesse per la Conoscenza. Quella cosa che dovrebbe essere carattere distintivo della nostra umanità; alla quale abbiamo dato contributi significativi come Paese; e sulla quale è letteralmente fondata - oggi più che mai - la capacità dei Paesi di crescere (non solo dal punto di vista economico)".
"Ma che facciamo? - prosegue Grillo – Io provo a dare qualche consiglio al ministro a cui tu hai contestato l'appropriazione del tuo premio da parte di un Paese che non ti merita. Anche se francamente troppo spesso si dimentica che questo è il Paese nel quale siamo stati formati fino alla laurea e in modo eccellente se poi vincono. All'estero, ma vincono".
"Però – va avanti Grillo - hai ragione a provare la rabbia che mi sembra cogliere nelle tue parole anche se ti assicuro che io ho motivi forse ancora più diffusi per provarla. Ma perché non proviamo a contribuire a disegnare un progetto di cambiamento realistico? Perché non ci proviamo visto che questo ministro (pochi lo sanno tra i professionisti della lamentela) ha rischiato tantissimo per introdurre, appunto, un elemento di valutazione e autonomia nelle scuole? A confrontarci sulle cose da fare? Altrimenti ti garantisco che queste polemiche, nel giro di qualche giorno, si scordano e rimane tutto come prima. E vinceranno loro: i baroni che non solo non fanno ricerca, ma non fanno neanche lezione e hanno il tempo di fare i politici e gli opinionisti dei giornali; gli europarlamentari che non sanno manco una parola di inglese (esistono pure loro); i dirigenti pubblici inutili che prendono il doppio del tuo stipendio di cui la metà per uno stipendio variabile che è uguale per tutti (succede pure questo); il Festival di Sanremo e Porta a Porta; quelli per i quali il problema è sempre il governo e loro possono comodamente continuare a guardare la televisione; l'inerzia che fa spendere all'Italia (non so se lo sai) quattro volte di più in pensioni che in educazione (dagli asili alle università). Perché non proviamo a capire cosa fare? Altrimenti vince l'inerzia. E saremo tutti sconfitti. Compreso questo ministro. E tutti quelli che oggi (compreso mia figlia) sembrano non avere alcuna altra prospettiva che non sia la fuga".