Da un lato un platea di persone che mensilmente percepisce il Reddito di cittadinanza senza possibilità di lavoro, dall'altro i Comuni in dissesto finanziario. Non ci vuole un'economista per unire le due esigenze e impiegare i beneficiari del Rdc in attività utili per fornire quei servizi che, vista la crisi economica, le Amministrazioni locali non riescono più a garantire.
Con questo obiettivo, è stato organizzato un incontro in Regione Campania, promosso dalla vicepresidente del Consiglio Valeria Ciarambino (5 Stelle) e che ha visto la partecipazione di alcuni sindaci della Città metropolitana e dell'Anci. Solo il 10 per cento di chi percepisce il Reddito è impiegato dai Comuni. Una cifra inadeguata, soprattutto se si considera che la fase due del progetto, quello di agevolare l'ingresso nel mondo del lavoro, non è mai cominciata.
“Dei quasi 700mila percettori di reddito di cittadinanza in Campania, circa 500mila potrebbero essere coinvolti nei Progetti di Pubblica Utilità - afferma la Ciarambino - così da essere utilizzati dai Comuni di appartenenza per progetti che vanno dalla cura del verde urbano, alla manutenzione delle scuole, a iniziative tese al distanziamento sociale in epoca di Covid, fino all’impiego in uffici amministrativi. Progetti che possono avere un impatto reale e concreto sulle nostre comunità, migliorando i servizi offerti ai cittadini e al contempo consentendo ai percettori del reddito di cittadinanza di acquistare dignità e riconoscimento sociale. Nonostante un potenziale enorme di percettori di Rdc meno del 10% dei Comuni della Campania ha attivato i Puc e sta impiegando quella che rappresenta una forza lavoro straordinaria a costo zero".