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Collaboratore di de Magistris contro Mr. Yamamay: "Si vergogna di essere napoletano"

Accese polemiche dopo il post di Alessio Postiglione che critica Yamamay abbia aggiunto "Milano" nel logo. Ma arriva la risposta del patron Luciano Cimmino

"Yamamay e Carpisa vergogne di Napoli. Pensavo fossero l’eccellenza invece mi sbagliavo". È polemica sul post di Alessio Postiglione, social media maneger e collaboratore del sindaco Luigi de Magistris, che si è scagliato contro l'azienda di intimo del partenopeo Luciano Cimmino.

IL POST - "Questi provinciali hanno vergogna di rivendicare le loro radici napoletane, di una città dell’arte e della cultura. E si propongono in Spagna come 'Yamamay Milano'". Accanto a quanto scritto, Postiglione allega l'immagine di una busta dell'azienda, marchiata appunto "Yamamay Milano". "Caro Cimmino – conclude il collaboratore di de Magistris – se non credi in ciò che sei perché ci dovrebbero credere gli altri? A Milano sarai sempre un terrone. Sono sinceramente indignato da chi nasconde le proprie origini invece di dimostrare che anche a Sud si fa impresa di livello internazionale".

CIMMINO RISPONDE - Un post che non poteva che suscitare polemiche, e che è arrivato allo stesso Cimmino. Il quale ha risposto (sul sito ilnapolista) alimentando ulteriormente il dibattito. "Caro Postiglione – il messaggio di Mr. Yamamay – stanotte alle tre un mio amico, in viaggio all’estero, mi ha inviato su WhatsApp il resoconto di quanto è apparso su Facebook. Sono napoletano di origine Docg e rivendico con orgoglio questa mia prerogativa".
"A Napoli, fino ad ora, ho solo dato, come è giusto che fosse, e non mi aspetto certo nulla in cambio dopo tanti anni – va avanti Cimmino – ma non permetto a nessuno di offendermi con pretestuose insinuazioni che naturalmente non colpiscono le migliaia di persone che mi conoscono ma potrebbero insinuare qualche dubbio in tanti altri che non mi hanno mai frequentato".

IL PERCHÉ DI QUEL "MILANO" - "Su iniziativa di mio figlio Gianluigi abbiamo dato vita al marchio Yamamay con una società avente sede a Gallarate semplicemente perché in quella città operava un industriale dell’intimo, pronto ad investire su di noi e a diventare nostro socio – spiega Cimmino – La società è ancora lì, in Lombardia e decine di napoletani si sono trasferiti a Gallarate per lavorare con noi insieme ai colleghi lombardi".
La richiesta dell'aggiunta "Milano" viene però da un'altra società, "completamente autonoma, con sede a Barcellona", che distribuisce i prodotti in spagna. "Ottenne dal nostro socio lombardo la possibilità di aggiungere Milano al logo. Si tratta di un caso unico cui sarebbe stato inutile ad anche sciocco opporsi – conclude l'imprenditore – per una questione di rapporti che in quel momento andavano mantenuti in equilibrio. Caro Postiglione, una vita di lavoro e una storia non si cancellano con una parola".

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