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Caso Fortuna, Borrelli e Simioli: "Petizione per castrazione chimica pedofili"

Il consigliere regionale ed il noto conduttore radiofonico lanciano una petizione per inasprire le pene contro i pedofili

"Nella foga di guadagnarsi spazio dicendo la sua e speculando anche sulla drammatica morte di Fortuna, Salvini dimostra ancora una volta quanto sia poco incline al rispetto delle leggi e del diritto in genere". E' quanto affermano il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, ed il conduttore de La radiazza Gianni Simioli, per i quali "dicendo che non gli dispiace che il presunto assassino di Fortuna sia stato linciato dai compagni di cella dimostra di essere solidale con delinquenti che sono stati già condannati, come l’aguzzino del ragazzino di Pianura violentato da un compressore, mentre non si preoccupa di accertare le responsabilità di una persona che lui stesso definisce presunto assassino".

"Eppure, tutte le volte in cui qualche esponente della Lega è finito nei guai, ricevendo avvisi di garanzia e arresti, è sempre stato molto garantista tenendoli nel partito e, anche di fronte a processi e condanne, non ha mai assunto decisioni radicali", hanno sottolineato Borrelli e Simioli per i quali "esaltare comportamenti violenti da parte di delinquenti non è il modo migliore per onorare e rispettare la memoria di Fortuna".

"Invece di perdere tempo con le solite speculazioni, Salvini e i suoi dovrebbero stare di più nelle aule parlamentari per cambiare la legge che, al momento, punisce i pedofili con pene medie di due anni come riportano alcuni media citando le statistiche relative agli ultimi anni", hanno concluso Borrelli e Simioli aggiungendo che "per reati del genere si potrebbe pensare anche a pene estreme come la castrazione chimica e, visto che molti esponenti politici, tra cui gli stessi leghisti, ne parlano solo, abbiamo deciso di avviare una petizione".

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