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Dalle Province alle Città Metropolitane: ecco cosa cambia

Dal 1° gennaio 2015 dieci province italiane lasceranno spazio alle Città Metropolitane. Tra queste anche Napoli

Dal 1° gennaio 2015 dieci province italiane lasceranno il posto alle città metropolitane: si tratta di Roma Capitale (che avrà un ordinamento a se stante), Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria (quest’ultima nascerà successivamente a causa dell’attuale commissariamento del Comune). Il territorio della città metropolitana coinciderà con quello della provincia omonima. E’ previsto un procedimento di adesione alla Città metropolitana per il passaggio di singoli comuni da una provincia limitrofa alla città metropolitana (o viceversa). Il procedimento si conclude con l’approvazione di una legge statale.

ORGANI CITTA' METROPOLITANA - Gli organi delle città metropolitane saranno:

- il Sindaco Metropolitano, che è il sindaco del comune capoluogo;

- il Consiglio (organo di indirizzo e controllo, approva regolamenti, piani, programmi e approva o adotta ogni altro atto ad esso sottoposto dal sindaco metropolitano);

- la Conferenza Metropolitana, composta dal sindaco metropolitano e dai sindaci dei comuni della città metropolitana.

TRASFORMAZIONE PROVINCE - Il disegno di legge Delrio, approvato al Senato (che deve ora tornare alla Camera per l’approvazione definitiva), avvia il processo di trasformazione di tutte le 86 province, che smettono di avere organi eletti direttamente e assumono la veste di associazioni di comuni, in cui i sindaci si riuniscono per decidere come svolgere congiuntamente le funzioni attribuite alla provincia e assicurare ai cittadini i servizi di area vasta che i singoli comuni non potrebbero fornire per motivi dimensionali o economici (in particolare, la legge prevede che le province si occupino di pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, costruzione e gestione delle strade provinciali, programmazione provinciale della rete e gestione dell’edilizia scolastica e controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale).

EFFETTI NUOVE NORME - Con le nuove norme sparisce la giunta provinciale e tutte le cariche (presidente della provincia, consigliere provinciale e membro dell'assemblea dei sindaci verranno svolte a titolo gratuito). In sostanza, più di 700 assessori smetteranno di esercitare le loro funzioni e saranno eliminati i circa 2.700 consiglieri provinciali che oggi svolgono solamente quella funzione. Il risparmio previsto con questa operazione, secondo i dati del SIOPE (Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti pubblici) elaborati dalla Corte dei Conti, sarebbe di almeno 100 milioni di euro all’anno.

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