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Ucraina, Manfredi: "Va ridiscusso il Pnrr. A Napoli ci aspettiamo 100mila profughi"

Per il sindaco vanno risolte le difficoltà di registrazione dei rifugiati: "Utile per un corretto screening sanitario"

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, intervenuto a Radio 24, ha parlato di Pnrr e guerra in Ucraina. "Lo scenario macroeconomico rispetto al quale è stato costruito il Pnrr è stato completamente cambiato dalla situazione della guerra in Ucraina - è il pensiero del primo cittadino - Su questo secondo me può essere utile una riflessione con eventuali integrazioni o un cambiamento di qualcuno degli obiettivi. Per esempio gli obiettivi energetici sono cambiati radicalmente perché lo scenario è cambiato". "Questo - ha quindi precisato - è un tema da discutere in sede europea, mi risulta che in Commissione si sta lavorando anche su questo tema insieme al presidente Draghi".

Il Pnrr e Napoli

"Nonostante partissimo da una situazione abbastanza svantaggiata, come Comune di Napoli siamo riusciti con un grande sforzo a presentare le domande praticamente a tutti i bandi, avendo su quelli conclusi anche un risultato molto soddisfacente dal punto di vista dei finanziamenti", ha poi aggiunto Manfredi entrando nel dettaglio dei fondi Pnrr destinati alla città che amministra. Poi, sul tema della partecipazione dei Comuni del Mezzogiorno ai bandi del Pnrr, Manfredi ha spiegato che "i tempi sono molto stretti e per i Comuni più piccoli è chiaro che c'è difficoltà nel fare domanda anche dal punto di vista della capacità amministrativa. La mia preoccupazione è poi avere anche dei tempi sufficienti per fare una buona spesa. Il tema non è solo la domanda, ma anche spendere bene le risorse".

Sulla guerra e i profughi

"Napoli, insieme a Milano, ha la comunità ucraina più grande d'Italia. In città abbiamo più di 50mila persone, quindi ci aspettiamo dei numeri molto importanti che del resto stiamo già misurando in questi primi giorni con i ricongiungimenti parentali - ha spiegato il sindaco sul numero di rifugiati dall'Ucraina che sono attesi nell'area metropolitana - La valutazione che facciamo è che, se ogni persona richiama due persone, noi potremmo avere anche 100mila persone tra la città di Napoli e la prima fascia dell'area metropolitana, quindi numeri molto grandi".

Il problema (anche sanitario) dei processi di registrazione

"Dobbiamo distinguere tra gli ucraini che si sono registrati e coloro che sono già arrivati sul nostro territorio, perché purtroppo i processi di registrazione sono abbastanza lenti e c'è molta confusione nell'arrivo. Questo è uno dei grandi problemi con cui ci stiamo confrontando in questi primi giorni di attività", ha poi aggiunto. "I primi numeri - ha spiegato Manfredi - ci dicono che sul nostro territorio sono arrivate meno di mille persone dal punto di vista della registrazione, però noi sappiamo è che in realtà sono di più perché molti arrivano da parenti e amici e i processi di registrazione avvengono dopo e più lentamente".  Il tema della registrazione dei rifugiati provenienti dall'Ucraina riguarda anche la questione sanitaria: "Registrare gli ucraini in arrivo consente anche di fare uno screening sanitario, di capire la loro situazione vaccinale e quindi eventualmente intervenire con una vaccinazione. Credo sia molto importante che ci sia un'organizzazione molto regolare per quanto riguarda gli arrivi, perché questo ci aiuta anche a gestire la situazione sanitaria. Abbiamo anche situazioni sia di bambini che di anziani che hanno anche delle esigenze di assistenza sanitaria. Per questo il tema registrazione è un tema centrale".

Ricordando che "al momento la responsabilità del coordinamento e dell'attività di registrazione è in capo alle Regioni e al Ministero degli Interni" e che "poi chi sono le strutture comunali che erogano i servizi di accoglienza, di assistenza sociale", Manfredi ha espresso l'auspicio che "questo coordinamento possa essere efficace, altrimenti avremo difficoltà soprattutto nel medio periodo, superata la fase di entusiasmo legato alla grande generosità dei primi giorni". "Il tema è di medio lungo termine anche - ha sottolineato - per l'inserimento scolastico e il lavoro che va fatto sui territori, con grande capillarità comune per comune. C'è un problema di inserimento non semplice anche perché noi dobbiamo mantenere sempre una grande coesione tra la comunità ucraina e gli italiani, dobbiamo lavorare molto nella cooperazione". "In questo c'è un grande sforzo fatto dalle associazioni, fatto dalla Caritas, da tutte le strutture sia laiche che religiose che stanno dando veramente un grande contributo in questa prima fase di accoglienza e che anche in futuro possono rappresentare un tema di grande forza rispetto a questo tema dell'accoglienza e dell'inclusione", ha concluso Manfredi.

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