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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica Afragola

"Nespoli? Mai mi sarei trovato al suo posto". Intervista a Luigi Muro (Fli)

Al convengo regionale di Generazione futuro il deputato parla di merito e partecipazione giovanile alla politica. Non risparmia attacchi ai partiti meridionalisti: "Se il Sud cresce cresce l'Italia"

Luigi Muro, un po' partenopeo e un po' procidano, già An, deputato da dicembre 2010 per surroga, all'epoca candidato nelle fila del Pdl, poco più di un mese fa è passato a Futuro e libertà. Nel nuovo movimento guidato da Gianfranco Fini vede il compimento del progetto di Pinuccio Tatarella. Come Pietro Diodato. Che addirittura arriva ad affermare che era il Pdl quella «magnifica idea […] per riunire quel 65% di italiani che non sono di sinistra». Idea che sarebbe stata tradita da Berlusconi. Muro e Diodato sono intervenuti entrambi giovedì alla convention dei giovani futuristi della Campania, che si è tenuta in un ristorante di Afragola e alla quale hanno partecipato più di trecento giovani. Erano loro a dominare la scena, guidati dal coordinatore nazionale, Gianmario Mariniello, con poche vecchie leve: Diodato e Muro, che rivestono rispettivamente gli incarichi di coordinatore per la provincia di Napoli e coordinatore regionale del partito, e Biagio Montefusco, consigliere comunale di Afragola del Pdl passato a Futuro e libertà.
«È stato un onore poter ospitare un evento regionale. La presenza massiccia di questa sera sta a dimostrare la coesione e la forza del movimento giovanile futurista in Campania che qualche addio ha tentato di mettere in ombra. Ora concentreremo tutte le nostre forze per aiutare i candidati di generazione futuro alle amministrative comunali per ottenere il miglior risultato possibile». Questa la dichiarazione di Marcello Caputo, coordinatore dei giovani di Futuro e libertà di Afragola, a margine dell'incontro.
 
Una location, quella di Afragola, scelta in quanto campo neutro per parlare delle elezioni che si svolgono altrove. Di campagne elettorali riguardanti altri comuni, Napoli e la vicina Casoria (sulle cui sorti influiscono troppo le segreterie afragolesi, «ma stiamo cercando di affrancarci», ci dice Giuseppe Vacchiano, dei giovani futuristi casoriani) su tutti. Ma anche in quanto città di origine di «tanti parlamentari che non hanno saputo interpretare il cambiamento», secondo Muro. Viene spontaneo pensare, tra i tanti, al sindaco Nespoli, senatore al quinto mandato parlamentare. E così, davanti al buffet e a ritmo di un «rap futuristico», scambiare due chiacchiere con il finiano di (recente) ritorno sulla spaccatura che le sue vicende giudiziarie hanno provocato tra Nespoli e i finiani (lo stesso Nespoli proviene da An) sembrava d'obbligo.
 
Lei ha detto che i tanti parlamentari provenienti da questa città non hanno saputo recepire le istanze di cambiamento provenienti dal territorio. Nespoli…?
 
Non ci dà il tempo di finire la domanda.
Veramente io mi riferivo a Bassolino.
 
Bassolino manca sulla scena parlamentare dal 1994. Era stato deputato nella X e nell'XI legislatura, quest'ultima la più breve della storia della Repubblica. Fu uno dei protagonisti della transizione dal Pci al Pds e la sua carriera parlamentare si è praticamente conclusa nella prima repubblica. Tempi andati, insomma, precedenti a quelle istanze di cambiamento che invoca Muro. Non era peraltro stato eletto in una circoscrizione elettorale comprendente la sua città natale, lui che nel 1971 si era trasferito ad Avellino e nel 1976 a Napoli. Dopo di lui numerosi deputati e senatori afragolesi, e non solo di origine, si sono succeduti sugli scranni di Montecitorio e palazzo Madama. E non si può non pensare a pezzi da novanta come Mimmo Tuccillo, Tommaso Casillo (casoriano di origini afragolesi, discendente di quel socialista di nome Crescenzo al quale è intitolata una fondazione) ed Enzo Nespoli. In questo momento sono due di Afragola a sedere in parlamento: Nespoli al Senato e Pina Castiello, pure del Pdl ed ex An, alla Camera.
 
Io non voglio che parli male di Nespoli, voglio solo che ne parli. Secondo lei si dovrebbe dimettere?

Io sono un garantista. Rientra nella sensibilità di ciascuno dimettersi.
 
Pur essendo un ex di An, come mai anziché passare in Fli è rimasto nel Pdl?
Si vede che ha trovato conveniente rimanere nel Pdl.
 
Al suo posto uno di Fli si sarebbe dimesso?

Guardi, non posso dirle cosa avrei fatto al suo posto perché io non mi sarei trovato al suo posto.
 
Sorride quando parla di Nespoli, pur dichiarando la sua stima nei confronti dell'uomo politico, di cui riconosce lo spessore. Torna serio quando dice che non si potrebbe mai trovare al suo posto.
 
Tra il rap futuristico e l'inno di Mameli, al convegno il mito di Tatarella aleggiava in maniera tangibile. Come l'allergia alle formazioni meridionaliste. «La politica deve capire che un giovane può dare molto di più di una persona anziana» dice Muro. Non sono parole sue ma dello stesso Tatarella. Gliele avrebbe dette nella seconda metà degli anni Novanta, non molto tempo prima di morire, quando era sindaco di Procida, ove Tatarella amava trascorrere le vacanze estive. «Una persona anziana ha un raggio di azione più breve. La politica ha senso se tu hai la dignità di percorrere una strada lunga». Una strada che «nel Pdl non puoi assolutamente avere. Il nostro è un partito aperto, dove tutti hanno la possibilità di arrivare al vertice. La meritocrazia deve partire dal partito». Mette però in guardia dai «giovani che nascono vecchi» e conclude con un attacco alle «leghe» del Sud, indipendentemente dallo schieramento di afferenza: tra i nomi che cita frettolosamente, non ci sfuggono Forza del Sud e Noi Sud. Non sembra citare il Partito del Sud, collocato nell'asse di centro-sinistra (a Napoli sostiene Luigi de Magistris), relegato a un generico e plurale «i vari partiti del Sud». Lui che ha aderito a Fli per «grandissima delusione e troppo nordismo», come dichiarò Italo Bocchino il 20 marzo scorso nell'ambito della prima assemblea dell'associazione Futuro e libertà per l'Italia, afferma con convinzione: «Se cresce il Sud cresce l'Italia».

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