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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Unità e leadership per uscire dalla crisi": intervista a Leonardo Impegno

Il Presidente del Consiglio Comunale di Napoli sugli avvenimenti delle ultime settimane, dalle affossate primarie - "spettacolo desolante" - alle "incomprensibili" dimissioni dei Consiglieri di opposizione

impegno-1Leonardo Impegno, Presidente del Consiglio Comunale di Napoli, analizza in una lunga intervista gli avvenimenti di queste ultime settimane. Dalle affossate primarie “spettacolo desolante” alle “incomprensibili” dimissioni dei Consiglieri di opposizione. Come uscire fuori dalla crisi? “Leadership, unità di coalizione e nuovo progetto per la città” e un desiderio: “Più generosità, meno egoismi”.

Presidente, la scorsa settimana 31 consiglieri comunali hanno rassegnato in blocco le loro dimissioni. I destini del Consiglio parevano segnati, sembrava chiusa l’esperienza Il prefetto di Napoli ha poi bloccato tutto per delle irregolarità nelle firme. Cosa succede? A che punto stanno le cose?

Purtroppo a che punto stanno le cose non lo sa ancora nessuno. Tutto ciò che viene fatto secondo le regole troverà nella presidenza del Consiglio un garante del rispetto delle procedure e delle regole. La mozione di sfiducia, infatti, verrà discussa non prima dei 10 giorni e non oltre i 30. Poi faccio una valutazione politica: a me appare strano ed incomprensibile presentare le dimissioni a due mesi dalle elezioni. È prassi del Consiglio, addirittura, che a 40 giorni prima delle elezioni non si convochi più. Resta in me la domanda: che senso ha se non quello di fare propaganda e un po’ di demagogia a buon mercato?

Uno di questi Consiglieri, Salvatore Varriale, ha poi confermato le sue dimissioni…

Ha fatto una scelta individuale e non funzionale allo scioglimento del Consiglio. La legge prevede le dimissioni contestuali dei 31 consiglieri. Queste sono invece de-contestuali. Probabilmente avrà voluto dare un segnale, soprattutto al centro-destra, dicendo basta a giochi e giochetti e spezzando in tal modo un circolo vizioso. Io non condivido questo ‘estremismo’ di Varriale, ma lo apprezzo. Ha interrotto quello che a me è sembrato e sembra ancora un avvilupparsi intorno al raggiungimento di un obiettivo, quello dello scioglimento del Consiglio, futile a due mesi dalle elezioni. Comunque verrà surrogato il Consigliere.

Alla base di questo atto però va ricordato che molti di questi 31 consiglieri dimissionari erano stati eletti in partiti di centro-sinistra. In questi anni hanno poi intrapreso un percorso politico diverso. Quali sono le sue valutazioni?

Il trasformismo è il male della politica di questi anni. Abbiamo dei cattivi esempi che provengono dal Parlamento: deputati che passano da uno schieramento ad un altro senza serie motivazioni politiche. Anzi, molti passaggi sono privi di motivazioni reali. Basta leggere le interviste a Barbareschi, Scilipoti, Bellotti, Cesario. Alcune di queste interviste sono delle vere e proprie ‘opere d’arte’. Io non riuscirei mai ad arrampicarmi sugli specchi e a parlare per mezz’ora senza motivare sul serio una scelta. Prima o poi una cosa sensata esce dalla bocca di chiunque. Ma ritorniamo alla vicenda napoletana. Quello che succede a livello nazionale si riflette, forse in maniera ancora più ‘rozza’, a livello locale, per cui il passaggio da uno schieramento ad un altro non è legato ad un ripensamento di visione politiche, ma probabilmente ad un certo opportunismo. Trasformismo ed opportunismo sono a mio avviso i due termini che hanno caratterizzato alcune scelte sia a livello nazionale che locale. Si può porre rimedio a tutto ciò? Ad alcuni livelli istituzionali sì, specialmente a livello comunale. Cambiare idea è legittimo, ma ci si dovrebbe dimettere. Sarebbe opportuno fare una ‘legge anti – trasformisti’ per gli enti locali. Chi ha intenzione di manifestare il proprio credo in maniera diversa dal partito in cui è stato eletto lo può fare, ma deve dimettersi dalla carica che ricopre. E servono anche più trasparenza ed informazione. A tal proposito c’è una proposta da me presentata che va in tal senso.

Si riferisce all’Anagrafe pubblica degli eletti?

Esattamente. È stata attivata il 1° Marzo, se si va sul sito del Comune di Napoli e si clicca il link ‘Anagrafe pubblica degli eletti’ appare la schermata con tutti i Consiglieri Comunali. Per ogni componente i seguenti dati: quanto guadagna il consigliere, quanti gettoni di presenza ha, qual è il suo reddito, quante risorse vengono attribuite al suo gruppo di appartenenza, il numero di o.d.g. e di mozioni presentate. Non solo l’aspetto patrimoniale, ma anche la sua attività politica, in modo tale che si possa giudicare il consigliere comunale per la sua attività e anche in relazione alle sue presenze in Consiglio Comunale. In questo modo il giudizio del cittadino si forma sulla base di dati certi.

Quali dati sono emersi?

Ad esempio i rappresentanti delle opposizioni sono i più attivi per quanto riguarda le interrogazioni e le interpellanze perché quelli sono gli strumenti a loro disposizione per poter interagire con l’Amministrazione, in genere nel senso della denuncia di cose non fatte. È emerso inoltre che i Consiglieri di maggioranza dovrebbero produrre più atti deliberativi, ma purtroppo non è così. Alcuni Consiglieri hanno presentato circa una interpellanza al giorno come media.

Alla luce di tutto ciò, qual è il bilancio di questi cinque anni di attività del Consiglio? Come è stato il rapporto con il Sindaco e con la Giunta? Un’amministrazione caratterizzata da alti e bassi...

Per quanto riguarda il Consiglio il bilancio è complessivamente positivo, ovviamente in rapporto ai poteri del Consiglio Comunale, organo che non ha un potere di governo e di gestione, bensì di indirizzo e di controllo. Rispetto a queste funzioni, importanti ma limitate, posso dire che il Consiglio ha svolto la sua funzione. Avrebbe sicuramente potuto fare di più, ma nei momenti di crisi è stato presente. Ad esempio sul versante rifiuti: il Consiglio Comunale non poteva prendere nessun provvedimento, eppure abbiamo ascoltato tutte le associazioni ambientaliste come conferenza dei capigruppo; in qualità di presidente del Consiglio Comunale ho chiesto invano che mi venissero conferiti dei poteri speciali per la raccolta differenziata per misurare il Consiglio anche con un elemento di gestione e di governo. Ma non mi sono stati dati. Comunque abbiamo approvato, in 48 ore, il piano per la raccolta differenziata. Certo, in rapporto all’Amministrazione c’è stato un dialogo a volte positivo, altre volte caratterizzato da tensioni. Ma comunque con spirito di collaborazione e nell’interesse generale. Al di là del lavoro istituzionale, ci sono anche altre cose che mi rendono contento. E fanno parte del bilancio...

A cosa si riferisce?

Abbiamo istituito il Forum dei giovani, una sorta di Consiglio Comunale dei giovani su base elettiva e non attraverso cooptazione politica affinché possano emergere i più bravi, i più talentuosi. In questi anni abbiamo lavorato nell’ottica di un’apertura del palazzo di Via Verdi (sede del Consiglio, ndr) verso l’esterno. Con uno slogan si potrebbe dire: ci siamo rivolti a chi non vota ovvero i minori, gli immigrati, gli adolescenti, gli stranieri. Tra tutte le iniziative vorrei ricordare una mostra con le donne ivoriane, una mostra con i ragazzi che hanno problemi di disabilità mentali, un’iniziativa contro la camorra con il Presidente della Repubblica. Poi abbiamo convocato qui tutti i consoli dei paesi stranieri per la festa della Repubblica, abbiamo attivato un canale di comunicazione con la Cina, ad esempio. Abbiamo simulato il Consiglio comunale dei giovani con i ragazzi delle scuole, una simulazione del Parlamento Europeo.

Per quanto riguarda invece il processo di decentramento invece? Si parlava di una riforma ulteriore delle Municipalità…

C’è una bozza di modifica presentata in commissione dall’Assessore Pagano che avrebbe dovuto adeguare l’organizzazione delle municipalità alla riduzione dei Consiglieri Comunali prevista dal decreto ‘milleproroghe’. Il numero dei Consiglieri scenderà dai 60 attuali a 48, quindi sembrava logico ridurre di 1/3 anche i Consiglieri di Municipalità. Sul decentramento, complessivamente, si può dare un giudizio positivo: maggiori competenze, maggiori funzioni delegate alle Municipalità. Certo, le risorse sono sempre ridotte, quindi le stesse fanno fatica ad intervenire sui territori. Però c’è un decentramento oggettivo di funzioni e di poteri. Maggiore è la sussidiarietà, maggiore è l’efficacia del governo. A mio avviso, però, per affrontare seriamente il governo del territorio napoletano bisogna istituire la Città Metropolitana.

Oltre al ruolo istituzionale lei è anche esponente del Partito Democratico napoletano. Alle primarie a gennaio ha sostenuto Ranieri; le primarie sono state poi accantonate in seguito alle accuse di brogli. Nel frattempo De Magistris sabato ha ufficializzato la propria candidatura. Cosa sta succedendo?

Troppe novità, forse sarebbe più utile averne una sola a settimana. Cosa serve oggi al centro-sinistra? A mio avviso serve unità, una forte leadership, un grande progetto di cambiamento per questa città. E bisogna fare tutto questo con la consapevolezza che si è in salita perché abbiamo governato per 18 anni. Ed è difficile che venga dato un credito in bianco, senza esplicitare un vero progetto di cambiamento per il futuro a chi ha governato per così tanti anni. E allora serve una nuova leadership, una nuova classe dirigente, un nuovo progetto per Napoli e una solida coalizione. Tutto questo al momento non c’è. Spero quindi che si possa fare a meno degli egoismi. Al momento Mario Morcone appare il più autorevole, la persona in grado di mettere in moto questo processo. Sulle primarie penso sia stato fatto un vero e proprio pasticcio. Vi è una delusione da parte dei 45.000 che sono venuti a votare, una delusione che va recuperata in qualche modo. Sicuramente non la si recupera dando un’immagine di frammentazione. Le primarie di Torino lasciano ben sperare, perché nonostante il pasticcio napoletano, ben 52.000 persone sono andate a votare. È stato scelto come candidato Piero Fassino, persona autorevole, forte, in grado di unire tutta la coalizione di centro-sinistra.

Come uscire fuori da questo ‘pasticcio’?

Io non ho potere per decidere come uscirne fuori, posso solo dare qualche consiglio. La federazione di Napoli è commissariata dopo lo spettacolo desolante offerto alle primarie. Se a questo aggiungiamo che Napoli è la città più commissariata d’Italia … A volte ho l’impressione che ha ragione Paolo Macry: “Siamo una provincia del Regno, nella quale ogni tanto viene inviato qualche commissario”. Anche a ciò bisogna porre la parola fine, dovremmo provare a riprendere in mano il nostro destino.

A breve il Consiglio Comunale si scioglierà. Cosa farà Leonardo Impegno?

Ci sarà una discussione all’interno del Partito Democratico. Valuterò le cose da fare, le più opportune. Nei momenti più difficili ci sono state sollecitazioni affinché io potessi svolgere un ruolo anche più diretto. Ho sempre preferito non far prevalere quell’egoismo cui facevo riferimento prima, per creare quelle condizioni per una maggiore unità. Cosa farò? Oggi mi preoccupo di far vincere un nuovo centro-sinistra a Napoli.

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