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L'INTERVISTA - De Magistris: "Il 2015 anno importante per Napoli. Traditi dal Governo Renzi su Bagnoli"

La vicenda "Why not", la sospensione, il caso Bagnoli, il futuro della città, il piano di ristrutturazione del San Paolo. Il Sindaco di Napoli parla in un'intervista esclusiva a NapoliToday

Non sono state settimane facili, le ultime, per il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Prima la sentenza emessa dal Tribunale di Roma sulla vicenda "Why not", poi la sospensione dalle funzioni di sindaco per effetto della Legge Severino. Di questo momento particolare, delle manifestazioni di sostegno dei cittadini e di tanto altro, de Magistris ne ha parlato nel corso di una intervista esclusiva rilasciata a NapoliToday:

Sindaco de Magistris, a circa un mese dalla sentenza emessa dal Tribunale di Roma qual è il suo stato d’animo? Permane in Lei un senso di amarezza e delusione per una condanna che ha più volte definito "profondamente ingiusta" o prevale la voglia di lottare per dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati?

“Tutte e due le cose. Non posso nascondere di provare tanta amarezza, tristezza ed indignazione per aver subìto profonde ingiustizie dall’interno delle istituzioni. Sono ormai circa dieci anni che va avanti questa vicenda, ma nonostante sia passato tutto questo tempo non si è mai spenta in me la voglia di lottare per ristabilire la verità. Voglio dimostrare, continuando la mia battaglia dall’interno delle istituzioni, non solo di aver sempre fatto il mio dovere da magistrato, ma che ho pagato e pago per il fatto di aver svolto indagini su politici e potenti”.

Dopo questa sentenza, nel panorama politico italiano si è scatenata quasi una corsa nel commentare la sua vicenda. Alcuni chiedevano le sue dimissioni, altri invocavano a gran voce l’applicazione della Legge Severino. Si è chiesto il perché di tutto ciò?

“Qualcuno ha chiesto pure il confino! Quando dalla casta arriva un attacco così forte, vuol dire che davvero stai cambiando qualcosa. Quando facevo il magistrato e aumentava la carica di aggressività nei miei confronti, attraverso minacce, denunce, perquisizioni, allora capivo che ero sulla strada giusta e che le mie inchieste stavano funzionando. Io rappresento una voce fuori dal coro, al di fuori degli schemi precostituiti, perché ho sempre cercato di dare voce a chi non ne ha. Questa cosa, però, inevitabilmente non piace alla casta e alle cricche di potere…”.

Da molti cittadini e dalla gente comune, invece, sono arrivate nei suoi confronti delle straordinarie manifestazioni di affetto e sostegno. Se lo aspettava? Quanto è orgoglioso di questa cosa? Crede che i napoletani abbiano percepito ciò che è accaduto a Lei anche come un "attacco" alla città?

“Quando il 21 settembre 2007 l’allora Ministro della Giustizia Clemente Mastella chiese il mio trasferimento da Catanzaro, ci fu una straordinaria mobilitazione popolare che mi sorprese molto. Non ero calabrese, ero napoletano, eppure la gente di quel territorio si mobilitò perché riteneva che stessi facendo un giusto lavoro nel loro interesse. Anche questa volta sono rimasto sorpreso, perché non era così scontato che ciò avvenisse, vista anche una forte pressione mediatica. Queste dimostrazioni di sostegno e solidarietà, in un momento del genere, che ho ricevuto anche da alcuni miei avversari e da chi non mi ha votato, mi hanno reso molto felice e mi hanno profondamente commosso. Quest’affetto che la gente mi dimostra quotidianamente, mi ha dato grande energia ed un’eccezionale carica per andare avanti più forte di prima. Napoli è ormai una città matura, ha capito l’importanza della partita, in un momento storico come questo, ed il fatto di vedere sospeso un sindaco democraticamente eletto dai cittadini, ha provocato questa reazione. I napoletani hanno capito che c’è qualcuno che vuole mettere le mani sulla città”.

Dopo la sospensione è iniziata per Lei questa esperienza da “sindaco di strada”. Come sono cambiate le sue giornate in queste ultime settimane? Il lavoro per Lei non è diminuito?

“Il lavoro forse è anche cresciuto. Credo che quest’esperienza ci sarà molto utile per il futuro. Ho sempre avuto un rapporto di grande confronto con i cittadini, li ho sempre incontrati ed ascoltati, sono sempre stato fra loro. In queste settimane, però, questo rapporto è diventato ancora più forte, intenso e concentrato. Sto avendo infatti la possibilità di ascoltare con maggiore attenzione le problematiche, le richieste ed i sogni dei napoletani. Anche quando tornerò nel pieno delle mie funzioni, spero il prima possibile, ho deciso che continuerò a fare il sindaco di strada perché la ritengo una cosa molto importante”.

Con il Governo Renzi ci sono state non poche divergenze sul caso Bagnoli. Cosa è accaduto?

“Io lo Sblocca Italia l’ho vissuto come un tradimento. Ho dato fiducia al Presidente del Consiglio Renzi. Con quella firma del 14 agosto a Napoli, il Governo s’impegnava a reperire i fondi necessari per la bonifica e per programmare il futuro di Bagnoli. Questo impegno formale, però, è stato tradito. Con il commissariamento hanno voluto estrometterci dalla partita, sferrando un altro duro attacco alla città. Forse la forza e la determinazione dimostrata da questa amministrazione attraverso un provvedimento, nel voler far pagare un risarcimento a chi ha inquinato quei territori, è stata mal digerita. Il rischio concreto è che chi ha inquinato in passato, possa rimettere le mani su quell’area. Noi, però, difenderemo il nostro territorio da questa espropriazione, con tutte le nostre forze. Hanno voluto colpire la città nella sua dignità e nel suo orgoglio, ma devono sapere che hanno commesso un grave errore, perché noi non staremo a guardare e reagiremo, opponendo una resistenza democratica molto forte”.

Tre anni e mezzo sono passati dalla sua elezione a Sindaco di Napoli, restano ancora circa 18 mesi alla fine di questa consiliatura. Quali sono gli obiettivi principali da raggiungere nel prossimo anno e mezzo?

“Per la città siamo entrati in un momento di svolta con l’approvazione dell’ultimo bilancio, il primo dopo l’accettazione del piano di riequilibrio. Abbiamo dovuto stringere i denti nei tre anni precedenti, vista la situazione che avevamo ereditato. Abbiamo fatto tanti sacrifici, lavorato duramente e nonostante tutto, tra mille difficoltà, siamo riusciti a mettere in sicurezza l’ente, a migliorare Napoli, a non licenziare neanche un dipendente e a riportare i turisti in città. Ora il nostro obiettivo è quello di proseguire questo percorso, migliorando sempre di più il decoro urbano della città e tutti i servizi per i cittadini. Avremo anche dei fondi europei a nostra disposizione. Il 2015 sarà un anno importante. Per Napoli si apre una fase migliore ed è anche per questo che vogliono provare a fermarci…”.

Tra gli obiettivi futuri di questa amministrazione c’è anche la definizione di un piano di restyling per lo Stadio San Paolo. A che punto siamo con De Laurentiis?

“Sulla questione San Paolo siamo molto determinati, come dimostra la delibera approvata nello scorso mese di agosto. Ora siamo noi ad aspettare De Laurentiis. Entro il 31 marzo 2015 va presentato il piano di ristrutturazione dell’impianto di Fuorigrotta. Non è più il momento, né il caso di dire ‘vado a giocare a Palermo o mi costruisco un nuovo stadio a Caserta’, adesso bisogna agire. Dopo lo studio del Coni, ci sono tutte le condizioni e le possibilità di mettere in piedi un progetto serio e duraturo, che però dovrà essere all’altezza di una grande città come Napoli ed in linea con gli standard europei. Non ci si potrà limitare ad interventi di piccola entità, ma c’è bisogno di una ristrutturazione seria e radicale. Il presidente ha sempre detto di volerlo fare e noi, dunque, non abbiamo motivi per pensare il contrario. Abbiamo preso atto in passato della sua volontà di non andare a giocare in un nuovo stadio da costruire in un’altra zona della città, ora quindi ci aspettiamo da lui una proposta all’altezza. Il Napoli ha tutte le potenzialità per essere tra le prime squadre al mondo, anche e soprattutto grazie al suo straordinario pubblico”.

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