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I cinque anni di Lebro: "Castel Capuano, la nostra lunga battaglia"

Intervista al Presidente della Quarta Municipalità: "Mi auguro possa essere restaurato per renderlo fruibile come museo o altro. Nell'attesa abbiamo riqualificato via Tribunali con percorsi pedonali palettati"

Prima della riforma che ha sostituito le vecchie circoscrizioni con le Municipalità, la IV era formata da due circoscrizioni: una comprendeva l’area di San Lorenzo - Vicaria, mentre l’altra accorpava Poggioreale e la Zona Industriale. Presidente della Municipalità è David Lebro, eletto a capo di una coalizione di centro-sinistra, in quota Margherita. Con la nascita del PD e lo scioglimento del suo ex partito, ha deciso di passare con l’UDC “senza snaturare – dice - la coalizione che lo ha eletto”. Con lui abbiamo tracciato un bilancio di questi 5 anni, prospettive di sviluppo per la zona industriale, ma anche la valorizzazione di un monumento storico della Vicaria, il Castel Capuano.

Presidente, qual è il bilancio di questi 5 anni di amministrazione, anche alla luce della nuova riforma che ha sostituito le vecchie Circoscrizioni con le Municipalità?

Penso che sia l’aspetto più significativo quello della riforma in rapporto all’amministrazione centrale. Nel 2006, uno degli aspetti positivi della precedente amministrazione Jervolino è stato proprio l’approvazione del decentramento amministrativo che ha portato alla ribalta quelli che erano gli aspetti della vivibilità dei quartieri e i problemi quotidiani dei cittadini. Un decentramento che ha visto in questi 5 anni riavvicinare alla ex Circoscrizione i cittadini per un rapporto costante finalizzato alla soluzione di una serie di problemi. Soluzioni che talvolta la Municipalità ha potuto dare. Un bilancio molto positivo comunque, e noi presidenti combattiamo affinché questa sperimentazione del decentramento possa ancora migliorare rafforzando le Municipalità.

C’è qualche “incompiuta” o qualcosa che si rammarica di non aver realizzato?


Nonostante i problemi legati alla sperimentazione di questa riforma, in molti casi siamo stati più veloci noi nel dare risposte piuttosto che l’Amministrazione centrale. E siccome gran parte dei poteri sono del Comune, le Municipalità sono servite anche a compulsare alla soluzione dei problemi il Comune stesso. Molte volte il ‘Centro’ è apparso frenato. Se parliamo ad esempio di uno degli aspetti più significativi del decentramento, la manutenzione urbana, dobbiamo pensare che il famoso ‘Global Service’ di fatto ha lasciato monca l’amministrazione centrale. Quella riforma non si è fatta, quell’idea non è stata più portata avanti e quindi per due anni la manutenzione è rimasta in mano alle Municipalità senza la manutenzione centrale. In pratica le Municipalità cercavano di andare veloce mentre il Comune era frenato. Anche per questo motivo si è determinato un corto circuito.

Lei è stato eletto 5 anni fa a capo di una coalizione di centro-sinistra, nel corso di questi anni è passato con l’UDC: quali sono stati i motivi alla base di questo allontanamento? Tale scelta ha avuto ripercussioni nel rapporto con la giunta e con il Consiglio? Quale è stata la maggioranza che l’ha sostenuta?

Mi fa piacere chiarire la mia posizione a riguardo. Il mio passaggio all’UDC non è stato un vero e proprio spostamento. Provengo dai movimenti cattolici, dai movimenti universitari di centro. Non ho una cultura di sinistra anche se il progetto de ‘la Margherita’ mi era sembrato un ottimo esperimento di alleanza con i DS. Sono stato candidato presidente dalla ‘Margherita’ col sostegno di tutto il centro - sinistra. Nel frattempo la ‘Margherita’ è scomparsa ed è nato il PD, soggetto che è ben distante da quello che era il programma del mio ex partito, che comunque aveva accolto molti di noi che siamo di tradizioni centriste. Con la nascita del PD tutto è cambiato: la ‘Margherita’ è stata molto ridimensionata, benché nel periodo clou, a livello regionale avesse superato i DS. In quel momento alcuni di noi hanno aderito al progetto dell’UDC, che comunque è un partito all’opposizione del governo Berlusconi a livello nazionale. Questa mia adesione all’UDC non ha comportato un cambio di maggioranza in Municipalità. Ancora oggi c’è una maggioranza di centro-sinistra con gli stessi assessori che c’erano prima. Mi sembrava importante mantenere fede ad un patto elettorale in cui hanno creduto i cittadini.

In questa Municipalità è presente un edificio di strategica importanza per la città e per il quartiere della Vicaria: il Castel Capuano. Un edificio dalla storia millenaria e misteriosa da recuperare. Quali sono le proposte della Municipalità per la rivitalizzazione di questo edificio?

Castel Capuano rappresenta per noi una delle grandi battaglie, anche perdute. Noi con l’allora Ministro della Giustizia Clemente Mastella riuscimmo ad ottenere un grande risultato. Nel momento in cui ci furono grandissime proteste, anche degli scioperi da parte degli operatori commerciali di ogni genere, situati intorno al Castello. Mi interessai personalmente alla vicenda e riuscii ad ottenere un incontro col Ministro Mastella, una vera e propria conferenza dei servizi cui partecipò il direttore della manutenzione dei palazzi di giustizia di Napoli, un Rettore Universitario Gennaro Ferrara; l’allora Assessore Regionale alla sicurezza Andrea Abbamonte e io andai con la delega da parte del Sindaco e dell’Assessore Oddati (all’epoca assessore al commercio ndr). Raggiungemmo un risultato incredibile: riuscimmo a trovare i finanziamenti regionali per poter fare i lavori. Sono stati lenti gli amministratori locali a non prevenire gli effetti di questo svuotamento che sarebbe comunque avvenuto. Anche perché essendo un monumento, è soggetto a normative e restrizioni per l’adeguamento ed il restauro. Questo risultato raggiunto, venne meno con la caduta del governo Prodi, a seguito delle dimissioni del Ministro Mastella. Dopo ci sono stati risvolti anche brutti. Abbiamo assistito ad una campagna elettorale fatta di promesse di investimenti, da parte del PDL. Promesse del tutto disattese. Oggi noi abbiamo indicato la priorità di questo monumento agli assessori comunali Oddati e Belfiore che fanno parte della cabina di regia per i famosi 220milioni di euro destinati al Centro Storico. Non per ottenere finanziamenti a pioggia ma mirati al recupero del palazzo. Sembra che in parte sia stata accolta la nostra richiesta, attendiamo l’evolversi degli eventi, anche politici. Noi la priorità l’abbiamo indicata. Nell’attesa del recupero del palazzo abbiamo riqualificato via Tribunali, creando percorsi pedonali palettati. Abbiamo puntato l’itinerario aragonese: Napoli è una delle poche città al mondo che ha ancora le mura intatte, le torri hanno una storia. Tutta questa parte che ha come epicentro Castel Capuano non ha avuto ancora molti interventi. Noi abbiamo riqualificato la strada che costeggia le mura da via Cesare Rosaroll a Piazza S. Anna a Capuana; Porta Capuana è stata riqualificata, con i giardini che vanno su piazza S. Caterina a Formiello, stiamo discutendo con i cittadini su Piazza Giovanni Leone. Un’ultima considerazione sul Castello: la sua destinazione d’uso è storicamente quella della giustizia. Personalmente credo che togliere questa destinazione sarebbe negativo. Io mi auguro che si possa arrivare ad una soluzione ‘mista’: lasciare qualche funzione legata alla giustizia - oggi c’è la presidenza della Corte d’Appello - ma dall’altra parte mi auguro che possa essere restaurato per renderlo fruibile e utilizzabile come museo, per eventi culturali o altro.

Zona industriale: diversi anni fa ospitava importanti stabilimenti, presidi diradatisi nel tempo. Quali le idee della Municipalità per rilanciare tale area in un’ottica di sviluppo cittadino?

Appena insediato ho scelto di collocare la sede della presidenza e molti servizi della Municipalità in via Gianturco, un po’ il cuore della zona industriale, anche per puntare l’attenzione su quella zona mediante un presidio del Comune. Quando ci siamo recati per le prime volte lì non c’era nulla. Oggi c’è un’attenzione diversa su quel territorio e si sta cercando di capire quale sarà il futuro di quest’area. Noi abbiamo operato attraverso alcuni lavori di riqualificazione urbana: su tutti Via Brin e il tratto di via Gianturco che va da via Galileo Ferraris a via Reggia di Portici. Proprio in queste strade si sono avuti gli interventi più forti. Ad esempio la ‘Mecfond’, che ha perso caratteristica di industria siderurgica ma è diventato contenitore di altre attività. Su via Brin c’è un grande interesse dell’Associazione Costruttori che lì sta riconvertendo la struttura industriale in un grande centro per uffici e anche per un outlet in via Brin. Tutte queste però rischiano di essere piccole cattedrali nel deserto. La vera riqualificazione non avviene perché c’è un piano regolatore vecchi e, senza una variante, quella zona non potrà vedere un vero sviluppo. I territori sono considerati inquinati, quindi nel momento in cui si vuole fare un investimento c’è bisogno di una bonifica, il che rende più oneroso l’investimento. Inoltre tutta la zona industriale non conta più di 5mila abitanti; non ci sono negozi né attività commerciali e non è un territorio propriamente vissuto. Si potrebbe puntare sul terziario avanzato e non inquinante, ma non solo. Parte di queste cubature potrebbero essere utilizzate per fare residenze colmando la richiesta di abitazioni e nel contempo si rende una zona che deve essere meno industriale e più residenziale. Credo che questa parte di città, se non diventerà mista tra attività e residenze, non potrà essere mai riqualificata.

Rispetto all’annoso problema rifiuti, una maggiore delega alle nuove Municipalità, nell’organizzazione e gestione della raccolta differenziata, non potrebbe costituire una svolta radicale per uscire da questa assurda situazione?

Penso che durante i momenti di emergenza siano già state fatte scelte analoghe: durante l’emergenza terremoto si decise di nominare i presidenti di Circoscrizione ‘commissari’ per la 219. Una volta, durante una conferenza, tra i presidenti avanzai questa proposta: che noi fossimo nominati referenti o commissari per la raccolta differenziata, proprio per avvicinare più i territori e i cittadini. Forse si sarebbero ottenuti risultati. Chiaramente si tratta di un onere scomodo. Ma personalmente sarei stato ben lieto di accettarlo.

Che voto darebbe al suo operato e quello dei suoi Assessori?


Sarebbe un errore da parte mia dare un voto. Il voto globale lo devono dare i cittadini. Posso dire solo che darei un voto alto agli assessori.



Abbiamo interpellato due consiglieri della Municipalità IV per sapere da loro un giudizio sintetico sull’operato del Presidente David Lebro. I due Consiglieri sono Pasquale Casillo, del Partito Democratico per la maggioranza, e Pietro Contemi del PDL per l’opposizione. La domanda per entrambi è la seguente: Come giudica l'operato del Presidente David Lebro nell'arco di questi 5 anni?

Pasquale Casillo (PD): Governare un territorio difficile come quello della quarta municipalità non è un compito di poco conto. Molte iniziative positive sono state portate avanti da questa presidenza: voglio ricordare il recupero di Piazza Nazionale (che dopo anni di degrado e di abbandono è stata finalmente restituita ai bambini del territorio, tornati a giocare in quella piazza che ha visto crescere intere generazioni di residenti ) e la collaborazione con l'amministrazione centrale per il completamento dei lavori in Via Foria e in Via Nuova Poggioreale. Ancora, la ristrutturazione del plesso scolastico in Via Trivio con la realizzazione del primo asilo nido municipale. Ma tante troppe cose si sarebbero potute realizzare se il presidente avesse dato maggiore ascolto a quella fetta del PD che talvolta si è posta con spirito critico nei confronti di alcun iniziative sue e della giunta. Fra tutte pongo l'accento sulle Olimpiadi Municipali, iniziativa anche encomiabile ma se realizzata in un territorio dove vi è abbondanza di strutture sportive, di biblioteche, di luoghi di aggregazione per i giovani del territorio. E’ come se io, padre di quattro figli e con pochi soldi a disposizione  anziché comprare pane e pasta comprassi dolci e merendine , o peggio ancora invece di provvedere al fabbisogno quotidiano dilapidassi tutte le mie risorse economiche con una bella scampagnata in un sol giorno.

Pietro Contemi (PDL): Il mio giudizio sull'operato del Presidente Lebro è assolutamente negativo. Una serie di aspetti vanno ricordati. Nel corso del suo mandato è passato dal PD al UDC. Una verifica politica a mio avviso sarebbe stata necessaria, ma non è stata fatta. Basta ricordare che ha cambiato la propria giunta più volte, e a seguito di ciò, non ha ancora provveduto a nominare il nuovo assessore all'igiene. Le scuole cadono a pezzi e le strade secondarie, di stretta competenza della Municipalità, non si possono percorrere. I progetti approvati non hanno avuto nessuna risonanza sul territorio; la gente non ha avvertito benefici sostanziali. Rispetto al programma stilato circa 5 anni fa, non si è fatto neanche il 30% di quello dichiarato.

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