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La Giunta vara il piano di riequilibrio: manovra per 3,1 miliardi

Le voci di entrata più significative riguardano la dismissione del patrimonio immobiliare. Con questo atto l'Amministrazione evita il fallimento dell'ente che avrebbe significato il baratro economico per città e cittadini

Luce verde della Giunta del Comune di Napoli alla delibera da proporre al Consiglio comunale per varare il piano straordinario di riequilibrio finanziario pluriennale, così come prevede l'adesione al decreto 174. La manovra finanziaria decennale è pari a 3,1 miliardi di euro, finanziata per 1/3 da entrate e per 2/3 da economie di spesa. Per quanto riguarda l'addizionale Irpef è stata estesa l'esenzione fino ai 18 mila euro (nel 2012 la soglia era 10 mila): un beneficio che ricade su circa 140 mila contribuenti napoletani (cioé 1/3), i quali, rileva una nota del Comune, pagheranno meno rispetto all'anno precedente.

Una misura voluta dall'Amministrazione per tutelare le fasce sociali più deboli. In merito all'Imu, invece, il Governo e il Parlamento hanno imposto - sottolinea l'Amministrazione - un innalzamento al massimo di questa tassa sulla casa, "ma questa Amministrazione ha deciso di destinare le risorse aggiuntive ricavate da tale innalzamento, sempre perché guidata dal principio di una maggiore equità sociale, ai servizi essenziali della collettività". Le voci di entrata più significative riguardano la dismissione del patrimonio immobiliare il cui valore complessivo é pari a un miliardo di euro ma che finanzia il piano di risanamento per 780 milioni di euro con la dismissione di immobili e per 50 milioni con le operazioni di quote minoritarie di partecipazioni societarie. Con questo atto - è evidenziato nella nota - l'Amministrazione evita il fallimento dell'ente che avrebbe significato il baratro economico per la città e per i cittadini. Il rischio di un default del Comune, riporta la nota dell'Amministrazione comunale di Napoli, "é stato trasformato in opportunità per lasciare in eredità, attraverso un'operazione strategica e strutturale mai compiuta in precedenza e dunque storica, un ente che veda superate le storture e le patologie finanziarie prodotte negli anni trascorsi".

Un piano - viene evidenziato - che va oltre la contingenza dell'oggi per ricadere beneficamente sulle future amministrazioni, le quali potranno governare una città strutturatasi come una metropoli 'normale' dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi offerti, perchè si riuscirà a rendere in equilibrio le attività dell'ente ma anche a garantire risorse nelle sue casse. L' Amministrazione comunale partenopea - prosegue ancora la nota dell'ufficio stampa - "si è trovata di fronte alla durezza normativa del decreto 174, che è stato da noi contestato e che tutt'ora contestiamo, ma è riuscita ad adottare interpretazioni che hanno mitigato l'impatto pesante che esso avrebbe avuto sulla vita dei cittadini, almeno per come era stato concepito dal governo Monti e dalla maggioranza che lo ha sostenuto".

La Giunta - si rileva - è riuscita a rispettare il patto di stabilita per il 2012: fattore, questo, che lascia prospettare il raggiungimento della soglia inferiore al 50% per la spesa del personale, rendendo così possibili, per il prossimo futuro, nuove assunzioni. Un' azione correttiva, in tal senso, è stata già garantita nel 2012, con risultati che saranno immediati. In merito all'addizionale Irpef, ottemperando agli obblighi delle norme inserite nel decreto del governo, è stata innalzata l'aliquota al massimo (0.8%) prevedendo una soglia di esenzione per i redditi fino ai 18 mila euro: una decisione tesa a proteggere circa un terzo della popolazione contribuente (140 mila contribuenti). L'Imu, così come imponeva il decreto Monti, doveva vedere l'aumento dell'aliquota dello 0,1% (gettito di circa 230 milioni su base decennale) ma, tuttavia - viene evidenziato - la voce non influenzerà le previsioni di gettito nel piano per due motivi: il primo motivo è relativo alla possibilità di rivedere, in sede di discussione del piano presso gli organi preposti, l'obbligo citato, tenuto conto che il piano è in equilibrio anche senza questo gettito aggiuntivo. Il secondo motivo risiede nel fatto che questo gettito aggiuntivo potrà essere una riserva nel caso in cui il governo dovesse prevedere ulteriori tagli ai trasferimenti. Un recupero di risorse importante si avrà, poi, dalla Cosap per la quale si prevede prudenzialmente, attraverso una lotta all'evasione già messa in campo, un gettito aggiuntivo su base decennale pari a 50 milioni di euro.

Altro capitolo importante della manovra - afferma la nota - è legato "al riassetto ed all' efficientamento delle società partecipate, già avviato lo scorso anno, dai quali si prevede di registrare, sempre con una valutazione prudenziale, un'economia di spesa su base annua di 695 milioni di euro". Vanno poi aggiunti i risparmi sulla chiusura di canoni di locazione, già avviati nel corso del 2012, ed oneri straordinari per un valore complessivo su base annua di 504 milioni di euro. Proseguirà il contrasto all'evasione e all'elusione fiscale per realizzare un aumento della riscossione attraverso il collegamento delle banche dati informatiche dell'ente con quelle delle partecipate.

"La manovra - conclude la nota del Comune di Napoli - consente di riportare l'ente in equilibrio finanziario molto prima della chiusura del decennio e, nello stesso tempo, raggiungere nel secondo quinquennio una corretta gestione di tesoreria (pagamento fornitori) permettendo all'amministrazione di assolvere alle proprie obbligazioni secondo i tempi stabiliti dai parametri europei". (Ansa)

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