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Gaetano Manfredi, chi è il nuovo sindaco di Napoli: dalla Federico II al governo Conte bis

Nato ad Ottaviano nel 1964, il nuovo primo cittadino partenopeo è stato docente e di tecnica delle costruzioni, presidente della Crui, rettore della Federico II e Ministro dell'Università e della Ricerca

Gaetano Manfredi è stato eletto sindaco di Napoli al primo turno, un'affermazione netta che risparmia all'alleanza Pd-Movimento 5 Stelle la necessità di affrontare il ballottaggio, la più netta tra le grandi città del Paese chiamate a votare in questa tornata di amministrative.

Manfredi si era presentato alle urne con alle spalle un'alleanza particolarmente ampia, che starà all'ex rettore della Federico II e Ministro dell'Università adesso tradurre in compagine di governo cittadino: da ex Forza Italia a ex de Magistris, passando per centristi, sinistra, e soprattutto Pd e Movimento 5 Stelle.

La carriera universitaria e politica

Nato ad Ottaviano nel 1964, si è laureato nel 1988 in ingegneria civile, alla Federico II. Dieci anni dopo nello stesso ateneo federiciano viene nominato docente e di tecnica delle costruzioni, poi il primo novembre 2014 ne diventa rettore, carica che manterrà fino al 2020. Nel 2015 viene eletto presidente della CRUI, Conferenza dei rettori delle università italiane, riconfermato poi nel 2018. Ha all'attivo numerosi libri e oltre 400 lavori scientifici.

La carriera politica di Manfredi inizia nel 2006, quando diventa – lo sarà fino al 2008 – consigliere tecnico del Ministro per le Riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione Luigi Nicolais. Il 10 gennaio 2020 sostituisce il dimissionario Lorenzo Fioramonti come ministro dell'Università e della Ricerca nel governo Conte II: resterà tale fino alla caduta del Conte II il 13 febbraio 2021.

"Cercherò di fare il massimo possibile, partendo però da una considerazione che ritengo molto importante: che se mettiamo al centro la qualità delle persone non possiamo mai sbagliare", furono le parole di Manfredi appena nominato ministro. "A volte le persone mi considerano un po' rigido su queste cose – aggiunse – ma io su questo non faccio negoziati. Se mettiamo persone di qualità, un risultato lo vedremo. Io questo cercherò di fare".

La candidatura a sindaco e il “Patto per Napoli”

Il suo nome come candidato sindaco di Napoli è emerso dopo una trattativa estenuante in seno ad un tavolo del centrosinistra allargato al Movimento 5 Stelle, preferito alla fine a quello del presidente della Camera Roberto Fico.

Inizialmente il suo fu un "nì ". Attraverso una lunga missiva, lo scorso maggio spiegò: "Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani". Il suo discorso era incentrato sulla necessità di un “patto per Napoli” che sbloccasse la città ferma a causa del debito pregresso. "Soltanto un intervento legislativo di riequilibrio, un immediato, incisivo e concreto 'Patto per Napoli', può garantire alla città un futuro di sviluppo – spiegò lo scorso maggio l'adesso sindaco della città – Un Patto privo di artifici contabili, colmo di realtà, basato su uno stralcio del debito con un commissario straordinario come fatto per Roma e un piano straordinario di investimenti nazionali e regionali. Un Patto per un nuovo slancio della comunità partenopea, coinvolta con le sue migliori risorse nell'amministrazione della città. Un Patto fra tutti coloro che vogliono bene a Napoli: imprenditori, civici, rappresentanti delle associazioni e del mondo del lavoro".

Ottenute le richieste rassicurazioni da Enrico Letta e Giuseppe Conte, l'ex rettore ha sciolto definitivamente ogni riserva e dato la sua disponibilità.

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