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Emma Bonino a Napoli: rilancio del Sud, diritti e giustizia secondo +Europa

La leader di +Europa ha presentato le linee programmatiche della sua formazione, in un intervento tenutosi nella Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte

Intervenendo a Capodimonte stamattina, 17 febbrario, nell’ambito di un incontro organizzato da +Europa a Napoli nell’Ipogeo della Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, Emma Bonino ha parlato a tutto tondo degli obiettivi della sua lista, in vista dell’imminente voto del 4 marzo.

Sulla qualità del dibattito politico di queste settimane, la Bonino non le ha mandate a dire: “Una campagna elettorale sgangherata, fatta di bufale, da chi la spara più grossa e da chi fa promesse improponibili nella situazione della finanza pubblica in cui siamo. L’impegno di +Europa è quello di dire la verità in modo che anche questa ripresa, pur fragile che comincia però a sentirsi, non venga sprecata ma consolidata. Ne abbiamo sentite di tutti i colori, tutte cose che si spegneranno come le candele il 5 marzo. Non è una novità ma così tante tutte insieme non ne ho sentite in una campagna elettorale”.

Realismo, dunque, la parola chiave per +Europa: “Tutti parlano di lavoro, giovani e Sud nel senso che sparano dieci miliardi di qua, 30 di là, bonus a destra, bonus a sinistra e secondo loro questo aiuta la ripresa e i giovani. Io non sono d’accordo su questo e credo che la ripresa, pur fragile rispetto al resto d’Europa, non si debba sprecare con maggiore debito. Non sarà popolare, è più facile promettere il taglio delle tasse, l’abolizione delle tasse universitarie piuttosto che del canone o altro ma non è così. La spesa pubblica va rimodulata, possiamo togliere qualche sussidio aperto per qualche municipalizzata in rosso e mettere i servizi a gara ma non è proprio il momento di fare promesse”.

Quindi la Bonino ha spiegato la sua idea del Sud in un quadro geopolitico che Pannella definiva euro-mediterraneo: “L’idea di +Europa è che dobbiamo smettere di considerare il Sud come la periferia dell’Italia o dell’Europa. Dobbiamo vedere il Sud come il ponte fra un progetto europeo e una realtà per ora turbolenta e sanguinosa che è quella del sud Mediterraneo e dell’Africa ma che non sarà sempre così. In situazioni potenzialmente più stabili ciò può essere fonte di ricchezza sia materiale che di scambio culturale. Come è stato in tempi passati. Qualcuno ha pensato che bastavano dei sussidi, possibilmente vicino alle elezioni, oppure bastava continuare con un familismo che niente ha a che vedere con la famiglia. La famiglia è un grandissimo valore, il familismo e la sua degenerazione non sono valori”. I fondi strutturali, secondo la leader radicale, possono rappresentare un volano per il meridione. “In tutte le campagne elettorali tutti avevano un programma per il Sud. Finita la campagna elettorale poco si è poi visto. Può darsi che adesso che nessuno ne parla, è la volta che qualcuno fa qualcosa".

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