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Venerdì, 19 Aprile 2024
Elezioni regionali 2010

Intervista a De Luca: "Ci battiamo per cambiare tutto"

Vincenzo De Luca, candidato del Pd per la carica di presidente della regione, risponde alle nostre domande sui suoi progetti, il lavoro, i rifiuti e il futuro della Campania qualora fosse eletto

Il percorso che ha portato alla candidatura di Vincenzo De Luca alla presidenza della Regione Campania è stato pieno di ostacoli. Nel Pd e nella coalizione. Il suo slogan è “Cambiare tutto” al di là dei partiti, sostenuto da una coalizione di centrosinistra. Gli abbiamo fatto un’intervista a tutto campo sul suo programma e le sue idee per il Governo della Regione Campania.

Quali sarebbero i primi provvedimenti da attuare nei primi cento giorni di governo, qualora dovesse essere eletto?
Noi ci battiamo per cambiare tutto. La nostra è una battaglia di libertà e di civiltà per un rinnovamento radicale della Regione Campania. Siamo consapevoli che quello che ci aspetta non è un “bottino” ma un vero e proprio calvario, che richiederà sforzi sovrumani.
Il lavoro prima di tutto. Dobbiamo difendere le attività produttive esistenti, stabilizzare il precariato e varare grandi progetti per creare nuova occupazione, investendo bene gli ultimi fondi europei disponibili.
Lavoreremo subito per spezzare la rete paludosa di burocrazia che impedisce alle aziende di lavorare bene e avvieremo tutte le procedure per il decentramento dei poteri regionali verso gli enti locali.
Sulla macchina amministrativa vogliamo fare una rivoluzione: basta con il parassitismo, basta con l’assenteismo e con i viaggi di piacere. Chi occupa un posto in una istituzione non è un notabile ma un uomo al servizio della gente.

Risale a qualche settimana fa la condanna da parte dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia per l’emergenza rifiuti in Campania. L’intervento del Governo nazionale è stato determinante? Adesso la gestione passa alle province. Quali sono le sue proposte?
Ai miei avversari che rivendicano il merito di aver tolto i rifiuti dalle strade di Napoli, dico “basta con la propaganda”, perché l’emergenza rifiuti in Campania non è finita. E questo è sotto gli occhi di tutti. L’emergenza sarà finita quando ci saremo liberati dei milioni di ecoballe che ancora devastano il territorio regionale. L’emergenza sarà finita quando avremo realizzato tutti gli impianti del ciclo industriale per lo smaltimento integrato dei rifiuti. Ancora oggi paghiamo cifre esorbitanti per il trasferimento dell’umido in altre regioni d’Italia soltanto perché non siamo stati capaci di realizzare in Campania neanche un impianto di compostaggio.
Intendo cancellare la legge regionale che istituisce le Società Uniche Provinciali. Ritengo si tratti di carrozzoni clientelari che non servono a niente. Dobbiamo aiutare i comuni ad avviare piani industriali seri per la raccolta differenziata e solo quando avremo dati certi sul residuo valuteremo di quanti termovalorizzatori abbiamo bisogno. Penso ne siano sufficienti soltanto due – Acerra e Salerno -  rispetto ai quali pretenderemo il controllo pubblico delle emissioni in atmosfera.

La crisi occupazionale, specialmente in Campania è evidente. Come fronteggiarla? Come rilanciare tale tematica al livello regionale?
Il lavoro sarà la priorità assoluta su cui dovrà concentrarsi l’azione del nuovo governo regionale. Il primo obiettivo sarà la stabilizzazione dei precari, con la definizione di un percorso certo per i soggetti già impegnati da anni, nel mondo della scuola e della sanità.
Occorre voltare pagina nelle politiche di sostegno al reddito. Basta con forme di sussidio a carattere esclusivamente assistenziale. Il sostegno al reddito deve essere sempre collegato ad attività formative e finalizzato a lavori di programmi di pubblica utilità nel settore del risanamento ambientale, delle politiche sociali, del recupero e della manutenzione di beni ed impianti pubblici.  Così si potrà mettere fine al circuito assistenza-precariato che si trascina da troppi anni, con tensioni sociali che spesso ricadono su cittadini incolpevoli, con danni alle altre attività economiche e per la stessa immagine di Napoli e dell’intera regione.
Lavoreremo sul Fondo regionale per il credito d’imposta in favore di nuove assunzioni, con stanziamenti specifici per l’occupazione femminile, per assunzioni a tempo indeterminato e per le assunzioni di giovani, con particolare attenzione a situazioni di particolare disagio sociale e familiare.
Avvieremo Stage formativi presso le aziende per giovani laureati. È un modo utile per fare incontrare concretamente domanda ed offerta di lavoro

La presentazione di un programma per la città di Napoli, 4 punti riguardanti: Bagnoli, l’area Est, il centro storico e Palazzo Fuga. Una stoccata o una scossa all’attuale sindaco di Napoli?
Napoli è una risorsa per l'Italia e per l'Europa. Per il rilancio di quella che è una delle più belle città del mondo, abbiamo l’obbligo di investire risorse economiche importanti, europee, nazionali e regionali.
E’ evidente che la realizzazione delle 4 proposte che ho avanzato per Napoli saranno definite di intesa con l'Amministrazione comunale di Napoli, con cui dovremo lavorare con grande spirito di collaborazione per il conseguimento di un obiettivo che è comune.

Sicurezza e lotta alla camorra. Il centrodestra parla di “modello Caserta” da esportare, in quanto ha permesso numerosi arresti di latitanti eccellenti. Pensa sia un modello valido? Lei ne ha in mente altri?
La nuova Regione sarà in prima linea per garantire la sicurezza, che serve a far vivere sereni i cittadini, ma è anche una precondizione dello sviluppo, per attrarre investitori e flussi turistici. La sicurezza si conquista con più forze impegnate per l’ordine pubblico, con il loro efficace coordinamento, con dotazione di mezzi moderni ed efficienti, ma anche stimolando un grande sussulto civico per affermare sempre e ovunque,  la cultura e i valori della legalità. Dobbiamo spezzare il circuito perverso degrado-disoccupazione-devianze sociali, affermando un ciclo virtuoso di segno diametralmente opposto: riqualificazione urbana-sviluppo-lavoro-socialità diffusa. Assillo primario dovrà essere il contrasto alla dispersione scolastica. Riqualificazione urbana e politiche per la sicurezza devono viaggiare insieme.
Così come va affermata l’assoluta compatibilità di una solidale cultura dell’accoglienza con il rigoroso rispetto delle regole di convivenza civile. Integrazione e sicurezza non solo non sono alternative, ma possono crescere insieme in modo virtuoso.

La sua candidatura ha generato divisioni a sinistra, alcuni la reputano una persona di “destra”e la paragonano ai sindaci “sceriffi” leghisti. Non teme che questa nomea possa  farle perdere consensi a sinistra?
Il rispetto delle regole è una condizione necessaria per la convivenza civile, per tutti e dappertutto, non è certo una prerogativa di destra. E poi, non sono più i tempi in cui ci si divide sulle ideologie. Io mi rivolgo a tutte le persone perbene, di sinistra, di centro e di destra, perché sono fermamente convinto che le nostre famiglie siano più importanti delle bandiere e  delle appartenenze di partito.

In molti, anche a destra le attestano la qualifica di buon amministratore. Secondo lei, il “modello Salerno” è esportabile su scala regionale, dove oggettivamente le tematiche sono più complesse?
Sono uno dei pochi candidati a poter dire non solo quello che farei ma anche quello che ho fatto. Rivendico il  merito di aver trasformato radicalmente la città di Salerno, di aver guidato un formidabile programma di risanamento urbanistico, di recupero della vivibilità e della sicurezza, di rivalorizzazione sociale ed economica del territorio. Salerno ha raggiunto il primato nazionale per percentuale di raccolta differenziata ed è assurta a modello nazionale ed europeo per la capacità di cantierare e realizzare opere pubbliche, di creare spazi verdi, proporre occasioni di sviluppo ed occupazione, organizzare eventi culturali di rilievo internazionale.  Certo, sappiamo tutti che le dimensioni sono diverse, ma il metodo può essere lo stesso: trasparenza delle procedure, rigore nella gestione dei bilanci, tenacia nel perseguimento degli obiettivi.

Qualora dalle urne il voto disgiunto dovesse premiarla e consentirle di vincere come si comporterebbe?
Per il momento impegniamoci fino all’ultimo minuto di questa campagna elettorale. Delle conseguenze ne parleremo poi…

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