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Elezioni regionali 2010

Cosentino: “Richiesta d'arresto politica. Contro di me barbarie”

Dopo la richiesta di arresta che pende su di lui, Nicola Cosentino torna a parlare dell'inchiesta che lo riguarda e della sua candidatura: “E' una richiesta di arresto politica perché sono il coordinatore del PdL in Campania. Questa è barbarie questa è inciviltà”

Nicola Cosentino, il coordinatore del Pdl in Campania, più “papabile” candidato per le regionali e su cui pende una richiesta di arresto ha dichiarato: "E' una richiesta di arresto politica perché sono il coordinatore del PdL in Campania. Questa è barbarie questa è inciviltà".

"Non è mai successo che gli stessi magistrati si potessero palleggiare la stessa inchiesta per 20 anni". Cosentino ha infatti lamentato di aver più volte chiesto di essere ascoltato dai magistrati dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati lo scorso 12 febbraio.

Il sottosegretario all'economia si difende dalla richiesta di arresto avanzata nei giorni scorsi dalla procura di Napoli."E' dal 1990 tuttavia che va avanti questa inchiesta. Un anno e mezzo fa ho saputo sull'Espresso che c'era l'idea di avanzare una richiesta di arresto. Allora ho, come istituzione, chiesto un leale confronto con un'altra istituzione ma mi è stata rifiutata questa possibilità. I magistrati si sono fidati di alcuni pentiti che dicono cose assolutamente infondate. Se i giudici mi avessero sentito per tempo non saremmo arrivati a questo".

Quindi torna a parlare della sua candidatura per le elezioni regionali: "La mia candidatura non è nata per caso ma è stata decisa all'interno del partito. Questa candidatura a governatore della Campania è nelle mani di Berlusconi. Se Berlusconi mi chiederà di fare un passo indietro, io che sono un uomo di Berlusconi , farò un passo indietro". Nicola Cosentino coordinatore del PdL in Campania e candidato alla guida della Regione fa il punto della sua carriera politica regionale in Campania intervistato da Bruno Vespa a 'Porta a Porta'.

Cosentino ha smentito qualsiasi ipotesi di dimissioni dalla sua carica di sottosegretario all'economia. "Non mi dimetto perché non si può dare ascolto a un pazzo cocainomane che mi accusa. Io non ho potuto rispondere a queste accuse davanti a magistrati".

"Don Peppe Diana lo conoscevo. Eravamo legati da vincoli di parentela e, l'ho appreso da atti giudiziari che ho letto, era anche un mio elettore". Così il sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, durante la registrazione di "Porta a Porta" facendo riferimento a Don Giuseppe Diana, ucciso dalla camorra nel 1994 per il suo impegno contro la criminalità.

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