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Elezioni Comunali 2010 Sant'anastasia

Elezioni a Sant’Anastasia: Carmine Esposito (pdl) si racconta

Carmine Esposito, in corsa alle elezioni amministrative di Sant'Anastasia per la carica di sindaco, ha alle spalle una lunga carriera politica. In questa tornata elettorale è appoggiato da quattro liste: Pdl, Nuovo Psi, Democrazia Cristiana e lista Arcobaleno

E' in corsa con il simbolo del Pdl, eppure ha “un’anima socialista” e si sente tale. Carmine Esposito,  candidato alla poltrona di primo cittadino nel comune di Sant’Anastasia, ha alle spalle una lunga carriera politica . Ex socialista craxiano e attuale capo di gabinetto del presidente della Provincia Luigi Cesaro, ha iniziato a interessarsi di affari pubblici fin da quando aveva 15 anni. In questa tornata elettorale è appoggiato da quattro liste: Pdl, Nuovo Psi, Democrazia Cristiana e lista Arcobaleno.

Quali sono i suoi obiettivi per Sant’Anastasia e quali le urgenze da affrontare?
Le priorità sono tante, a partire dal ripristino della manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi. C’è bisogno di efficienza, vivibilità e servizi per i cittadini. Tutte cose che sono venute a mancare in questi anni. Penso a una riorganizzazione degli uffici comunali e della sede amministrativa. Immagino Palazzo Siano come il fulcro del fermento intellettuale anastasiano, un punto di riferimento per la popolazione.

Oggi le attrattive per i giovani sono poche. Mancano punti di aggregazione, associazioni culturali e luoghi di ritrovo. Per il tempo libero si preferisce spostarsi in comuni limitrofi come Pomigliano d’Arco o Somma Vesuviana...
Negli ultimi anni i nostri vicini di casa hanno fatto tanti passi in avanti. Da noi è mancata una classe dirigente forte, che fosse in grado di intercettare i flussi di finanziamento e far sentire la propria voce negli uffici della Regione e della Provincia. Abbiamo sofferto il vuoto politico e siamo arrivati al punto che tra Pomigliano d’Arco e Sant’Anastasia ci sono ben 15 anni di differenza. A loro enorme vantaggio. L’ex sindaco di Pomigliano, Michele Caiazzo, ha saputo agire con intelligenza e per questo lo stimo molto. Al contrario la nostra passata amministrazione, pur avendo lo stesso colore politico, non è stata in grado di muoversi con altrettanta abilità. Nel mio programma di governo rientra la realizzazione di una cittadella per i giovani nei locali dell’ex mattatoio comunale: penso a una biblioteca telematica, un’università a distanza, sportelli di orientamento per indirizzare i ragazzi nella scelta del percorso lavorativo e formativo. Un team di esperti gestirà i rapporti con le imprese, le associazioni produttive e i centri per l’impiego e fungerà da intermediario per l’invio dei curriculum vitae.

Lo sviluppo territoriale ha subito una battuta d’arresto con l’entrata in vigore della legge 21 del 2003 che fu varata dal presidente della Regione Antonio Bassolino e dall’ex assessore Marco Di Lello. La normativa ha inserito Sant’Anastasia tra i 18 comuni della zona rossa, considerata ad alto rischio eruzione, e ne ha bloccato la costruzione di alloggi, che ne pensa?
La legge sulla zona rossa è una truffa confutabile a livello scientifico. Il nostro comune vive la contraddizione che, nelle aree di confine, da un lato della strada è possibile costruire, mentre dall’altro permangono i vincoli. Ho in mente due percorsi: in primo luogo interloquire con la Regione Campania per mettere in discussione la normativa e, nel frattempo, lavorare per sfruttare tutte le potenzialità di sviluppo permesse. Non punto su un’edificazione selvaggia, ma sulla creazione di un polo religioso, zone produttive e riconversione degli edifici abitativi. La zona rossa non è l’unico vincolo: oltre a rientrare nel parco nazionale del Vesuvio, il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) ha classificato Sant’Anastasia come una zona per l’80 per cento a vocazione agricola e quindi soggetta a vincoli paesaggistici. Tutti questi ostacoli vanno superati, anche grazie all’apporto dei governi amici: il Parlamento a maggioranza di centrodestra, la Provincia di Cesaro e, sono ottimista, la regione in mano a Caldoro.

Ha dichiarato di aver intenzione di sciogliere l’Amav, la società che si occupa di igiene urbana e gestione del servizio di raccolta dei rifiuti.
L’Amav è un grande carrozzone politico e clientelare e va dismessa. Il servizio di spazzamento deve essere gestito direttamente oppure esternalizzato, consorziandosi con altri comuni. Solo così i cittadini potranno beneficiare di una diminuzione della Tarsu, la tassa sui rifiuti solidi urbani.

In questa tornata elettorale ha scelto di rinunciare all’appoggio dei candidati storici del vecchio Pdl. Una scelta coraggiosa, ce la spieghi?
E’ una questione etica e morale. Il centrodestra ha disatteso le aspettative e chi sbaglia deve farsi da parte. E’ necessario un punto di rottura, lo devo alla popolazione. Certo per me è un rischio, so benissimo che a un possibile ballottaggio i miei nemici sceglieranno di coalizzarsi contro di me. Ma preferisco perdere con i voti della gente, piuttosto che dar vita a un’amministrazione fragile sul piano politico.

Lei è in politica da quando era ragazzino e ha vissuto in prima persona la parabola politica e sociale della città...
Quando mi sono avvicinato all’impegno politico erano anni bellissimi. Negli anni ’80 per le strade e le piazze si respirava un’aria nuova: voglia di fermento, cambiamento e innovazione. Essere socialista voleva dire lottare per un’idea di uguaglianza e giustizia sociale. Dal 1993/1994 Sant’Anastasia è sprofondata in un baratro. Oggi, in Italia, il clima che si respira è più inquietante rispetto agli anni della fine della prima Repubblica. Personalmente mi sono messo in gioco e ho dato ascolto a quel senso forte di appartenenza al mio paese che ha contraddistinto tutta la mia vita. La politica è come il mio lavoro, l’anestesista, è bella ma complicata.

LEGGI L'INTERVISTA A PAOLO ESPOSITO

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