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Elezioni comunali 2016

ELEZIONI NAPOLI 2016 | L'intervista a Prudente: "Lavoro e periferie le nostre priorità"

NapoliToday ha intervistato il candidato sindaco per il Partito Comunista dei Lavoratori: "Lavoro, diritto alla casa e internalizzazione dei servizi pubblici essenziali, i tre punti fondamentali del nostro programma"

In vista delle imminenti Elezioni Comunali di Napoli, in programma domenica 5 giugno, NapoliToday ha intervistato il candidato sindaco per il Partito Comunista dei Lavoratori, Paolo Prudente, che ha risposto alle nostre domande sul presente e futuro della città.

Sig. Prudente, innanzitutto come è maturata la decisione di candidarsi a Sindaco di Napoli?

“Non è stata una mia volontà precisa, ma essendo il nostro partito basato su un principio fondamentale che è il cosiddetto centralismo democratico, l’assemblea plenaria del partito ha semplicemente deliberato, tramite una libera votazione fra tutti i militanti, la mia candidatura. Quindi sono stato scelto dal partito. La mia candidatura non è calata dall’alto, ma è stata una scelta democratica”.

Quali, secondo Lei, sono i punti di forza della città da preservare e su cui puntare, quali i punti deboli su cui intervenire?

“A Napoli c’è un lavoro da fare ricominciando da zero. Proprio per questo noi proponiamo un programma anti-capitalista praticamente opposto ed antitetico a quello presentato dalle altre forze politiche. Come Partito Comunista dei Lavoratori noi ci opponiamo a questo sistema che non ha più nulla da dare ai lavoratori. De Magistris inneggia ad una rivoluzione ‘arancione’, culturale, ma noi sinceramente preferiamo altri tipi di rivoluzioni. Preferiamo che una giunta non regali soldi pubblici ad imprese private. L’amministrazione comunale, ad esempio, ha elargito finanziamenti alle start-up, togliendoli alla spesa pubblica, alla spesa del personale dei lavoratori del Comune di Napoli e togliendoli, quindi, a quei servizi fondamentali come il trasporto pubblico. Insomma noi vediamo anche nella Giunta de Magistris gli stessi errori del passato”.

Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi si è molto discusso del tema Sicurezza. Quali sono, a Suo parere, le azioni da mettere in campo, a livello comunale, considerando che si tratta comunque di una materia di competenza dello Stato centrale?

“Francamente per noi la questione sicurezza e quella del lavoro non è solo questione nazionale. A nostro avviso anche un amministratore locale, che è chiamato a governare un territorio grande con un milione di abitanti come quello di Napoli deve essere responsabilizzato. Essendo la nostra linea politica incentrata su un programma anti-capitalista, per noi è imprescindibile la risoluzione della questione sicurezza e di elementi che noi riteniamo causa di tutti i mali, tra cui anche la criminalità organizzata, che è basata anch’essa sulla dittatura del profitto. Da buoni capitalisti mafiosi, i camorristi organizzano attività criminali per fare profitto, sfruttando il disagio e la povertà diffusa soprattutto nelle periferie per arruolare giovani e non nello svolgimento di attività criminali. Le due tematiche sicurezza e lavoro, a nostro avviso, sono strettamente collegate tra loro. L’una potrebbe risolvere i problemi dell’altra. Per noi serve un grandissimo piano per il lavoro, recuperando ingenti risorse attraverso il mancato rispetto del Patto di Stabilità, che sta strangolando i comuni, e attraverso il rifiuto di pagare il debito pubblico alle banche. Napoli ha un debito pubblico che ammonta a 810 milioni di euro e un deficit di circa 600 milioni. Questo rappresenterebbe un’enorme mole di denaro da poter investire non solo in un piano per il lavoro, ma anche nella riqualificazione e ristrutturazione delle periferie. Ciò toglierebbe ossigeno e farebbe morire, di conseguenza, quantomeno la micro-criminalità. Noi riteniamo che la semplice repressione non possa funzionare. E’ la storia che ce lo dice. I governi borghesi, di centro-destra e centro-sinistra, cercano la soluzione nella repressione e nell’aumento della presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Abbiamo visto, però, nelle ultime settimane, che gli ultimi agguati nel rione Sanità sono avvenuti in presenza di intere pattuglie dell’Esercito nelle strade. Per questo riteniamo che quella adottata dal Governo sia una soluzione fallace. La soluzione per noi è più lavoro e più attenzione alle periferie”.

Tra le bellezze della città c'è sicuramente il Lungomare. Qual è il bilancio degli ultimi anni, dopo la pedonalizzazione, e quali sono le Sue idee per il futuro?

“Sulle questioni territoriali, che siano legate a ztl, ad aree pedonali o altro, a nostro avviso non ci si può arrogare il diritto di decidere per i cittadini e soprattutto per chi vive nella zona. A tal proposito noi proponiamo che ci sia un potere decisionale dal basso, che siano ascoltate le associazioni di categoria, i sindacati, i consigli di fabbrica, i comitati di quartiere. Noi proponiamo una democrazia partecipata finalizzata a prendere delle decisioni che solo il popolo ed i lavoratori possono prendere. Siamo stufi di dirigenti che sono in ufficio e pensano di saper trovare soluzioni ottimali per la città. Le soluzioni per la città vanno cercate dai lavoratori stessi”.

Trasporto pubblico: come si possono migliorare i servizi ed incoraggiare i cittadini ad utilizzare sempre meno le auto?

“I cittadini vanno incoraggiati ad usare i mezzi pubblici facendoli funzionare. Sarà banale, ma questo è l’unico modo per convincere il cittadino ad abbandonare o quantomeno ad abbattere  gradualmente l’uso dell’autovettura privata. C’è bisogno di scambi intermodali per il trasporto. Noi riteniamo che la politica di questa giunta sia fallimentare sotto questo punto di vista. Le vetture disponibili dell’autoparco Anm sono dimezzate e di conseguenza sono diminuite anche le corse degli autobus stessi, soprattutto i collegamenti con le periferie, che continuano ad essere abbandonate. Addirittura, si legge nella relazione programmatica previsionale allegata al bilancio, che è intenzione dell’amministrazione inserire nella gestione di Anm soggetti privati. De Magistris aveva promesso di rendere pubblici i servizi locali, ma l’intenzione è quella di continuare con la gestione privatistica, anche sotto forma giuridica visto che Anm è una s.p.a. gestita con la logica del profitto e non per il vantaggio dei cittadini e dei lavoratori. Per questo, a nostro modo di vedere, va presentato un progetto totalmente opposto che preveda la pubblicizzazione, anche sotto forma giuridica, dell’azienda Anm, e un forte investimento sulle vetture e sui posti di lavoro. Il nostro motto è “lavorare meno, lavorare tutti”.

Per l'economia della città, fondamentale sarà il rilancio di Bagnoli e del Porto. Come immagina il futuro di queste due aree?

“Bagnoli ormai è una storia che va avanti da anni e anni, è stata gestita malissimo, con la perdita di una quantità di soldi impressionante. Neanche il 30% dell’area è stata bonificata. Ora c’è bisogno che il popolo di Bagnoli prenda finalmente in mano la situazione, ma non nel modo in cui sta facendo quest’amministrazione. Io non capisco perché l’attuale amministrazione lamenta il commissariamento di Bagnoli, non facendo però nulla in sostanza. Una giunta del nostro partito avrebbe contrapposto, alla cabina di regia governativa e all’arroganza del Governo Renzi, una cabina di regia popolare che avrebbe subito preso in mano la situazione e avrebbe iniziato a progettare la rinascita e la bonifica dell’intera area. Noi siamo per il principio dell’autodeterminazione dei popoli, sia in materia di politica estera che in quella di controllo del territorio locale. Chi viene a invadere il nostro territorio, è un nemico e pertanto va combattuto, in tutti i modi possibili. Per quanto riguarda il Porto, invece, l’ultima riforma di accorpamento con Salerno riteniamo sia per buttare un po’ di fumo negli occhi e fare un po’ di propaganda da parte del Governo. Non si può partire da una riforma del genere per far ripartire le attività commerciali. Le attività mercantili stanno morendo. I lavoratori dell’autorità portuale sono in costante stato di agitazione. C’è bisogno di una elettrificazione delle strutture portuali, che non è stata ancora fatta. Insomma, anche in questo caso parliamo di un disastro e la nostra linea di intervento andrebbe in senso opposto a quanto sta avvenendo”.

Quali saranno i primi provvedimenti che adotterà nel caso in cui sarà Lei il nuovo Sindaco di Napoli?

“Penso innanzitutto ai primi tre punti del nostro programma, partendo dal lavoro. Una politica incentrata sul finanziamento massiccio con soldi pubblici presi dalle entrate comunali, senza limiti di spesa imposti dal Governo, dal Patto di Stabilità piuttosto che dalle regole imposte dall’Europa come il ‘fiscal compact’. Apriremmo subito cantieri, ristrutturando strade ed edifici comunali. Al secondo posto, poi, c’è la casa, perché troppo spesso si dimentica il diritto all’abitare per tutti. E’ assurdo che ci siano ancora tante persone costrette a vivere in strada o a dormire in stazione. Noi rivendichiamo il diritto dei lavoratori e di chi non ha una casa ad averla in un modo che può sembrare molto radicale, ma che per noi è fondamentale, espropriando tutti quegli immobili appartenenti alle società immobiliari e alle banche, che di proposito vengono mantenuti sfitti al solo scopo di mantenere alte le quote delle locazioni, speculando sulla situazione. La stessa cosa vale per gli immobili appartenenti alla curia: il Comune di Napoli spende soldi pubblici per ristrutturare beni che non sono di sua proprietà. Mi spiego: è recente una delibera che mira a ristrutturare una chiesa con ben 200mila euro perché cade a pezzi e può risultare pericolosa per l’incolumità pubblica e privata. Bene, noi diciamo che se il Comune spende i soldi per ristrutturarla, la proprietà deve passare al Comune. Il terzo punto, infine, sono i servizi pubblici, a cui noi teniamo molto. Puntiamo ad un’internalizzazione di tutti i servizi pubblici essenziali e soprattutto alla trasformazione di tutte le forme societarie private e privatistiche in società cooperative, gestite dai lavoratori e sotto il controllo operaio. La macchina comunale va avanti grazie ai lavoratori. Per noi, quindi, fondamentale sarebbe un taglio immediato di tutti gli stipendi dei dirigenti delle partecipate, con immediato allontanamento di tutti quei dirigenti che sono la causa dei debiti accumulati e dei fallimenti. Per noi queste sono le uniche soluzioni per uscire dal pantano della crisi economica che sta stravolgendo Napoli e tutta l’Italia”.

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