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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Elezioni comunali 2016

Primarie Napoli, l'intervista a Marco Sarracino: "Io posso parlare del futuro della città"

In una lunga intervista a NapoliToday, il più giovane fra i quattro candidati alle Primarie illustra le sue idee per il futuro della città: "So da dove partire, perchè so cosa significa cercare un posto di lavoro e non trovarlo mai"

Ancora pochi giorni e la coalizione di centrosinistra, attraverso le Primarie in programma domenica 6 marzo, sceglierà il suo candidato sindaco per le prossime Elezioni Comunali di Napoli. Tra i candidati il più giovane all’anagrafe è Marco Sarracino, classe 1989, Segretario metropolitano di Napoli dei Giovani Democratici e membro della direzione nazionale del Partito Democratico. Con lui NapoliToday ha parlato di Primarie, Elezioni Comunali e del futuro della città:

Segretario Sarracino, come è maturata la scelta di candidarsi alle Primarie. E’ un qualcosa a cui pensava già da un po’ o si tratta di una decisione degli ultimi mesi?

"La mia generazione non ha alcuna rappresentanza politica e istituzionale in questa città, anzi, sono sempre più i miei coetanei che abbandonano Napoli. Sono sceso in campo innanzitutto per essere un esempio, uno stimolo, che lanci un messaggio chiaro: occupiamoci di Napoli. L'intuizione dell'importanza di questa sfida è stata colta subito sia da una parte molto forte del PD napoletano, che da esponenti del partito nazionale come Roberto Speranza, Guglielmo Epifani e Pierluigi Bersani. E' così che è nata la mia candidatura, e ripensandoci è davvero una cosa bellissima, che solo nel Partito Democratico poteva avvenire".

Lei è in assoluto il più giovane fra i quattro candidati. Crede la cosa possa rappresentare un vantaggio o uno svantaggio in questa 'corsa'?

"E' sicuramente un vantaggio: Napoli è una città ferma, bloccata a venti anni fa. I miei competitor sono frutto di quella stagione politica. Io ho la possibilità di parlare del futuro di questa città, di cosa dobbiamo diventare. Ma la mia vera forza è rappresentata dal fatto che i problemi di Napoli sono innanzitutto i miei: so cosa significa entrare in una metropolitana e non sapere a che ora arrivi a casa, prendere un bus e starci stretto come una sardina, cercare un posto di lavoro e non trovarlo mai. Questo significa sapere da dove occorre partire ed io lo so".

Il Partito Democratico e la coalizione di centrosinistra nel 2011 hanno subìto una brutta battuta d’arresto alle Comunali di Napoli. Quali sono, a suo parere, gli errori commessi 5 anni fa, da non ripetere in occasione di questa tornata elettorale?

"Sono gli errori di un gruppo dirigente che non ha mai fatto una battaglia politica, ma ha sempre vissuto grazie alle cooptazioni romane. Sono gli errori di un ceto politico che ha pensato di campare di rendita per decenni, ignorando che il PD stava perdendo ogni tipo di rapporto con la base e con i blocchi sociali di rappresentanza. Il tutto poi conclamato da quello che io definisco lo 'scemificio' delle Primarie del 2011. Noi ci siamo candidati innanzitutto contro tutto questo, e i militanti e i tanti delusi del PD lo hanno capito".

Cosa pensa di queste Primarie? Che competizione si aspetta?

"Penso che grazie alla mia candidatura, la competizione sia vera e soprattutto aperta. Qualcuno pensava che questo appuntamento dovesse essere solo un passaggio burocratico, anche per questo ho dovuto presentare un ricorso alla commissione di garanzia del PD per denunciare alcune irregolarità avvenute nella composizione dei seggi elettorali. Il ricorso è stato accolto. Questo a dimostrazione che siamo quelli che più di chiunque altro tengono affinchè le Primarie siano innanzitutto una festa per il Partito Democratico".

Quali sono le sue idee per la città? Di cosa ha bisogno Napoli?

"Napoli ha bisogno di essere liberata. In questi cinque anni non è accaduto praticamente nulla, se non che de Magistris ha praticamente isolato la città per fare una battaglia personale contro il Governo nazionale. Il Porto è bloccato, Bagnoli è bloccata, Napoli Est anche, le periferie sono posti in cui ormai il degrado e l'abbandono la fanno da padrone. Io voglio innanzitutto portare Napoli in Europa, renderla un posto in cui vivere sia più semplice e dove il tasso di accesso ai servizi non sia quello in cui è attualmente. Voglio riconnettere le istituzioni con le tante associazioni che lavorano in solitaria sui territori, partendo proprio da chi non ce la fa, dagli ultimi di questa città che purtroppo, dopo questi cinque anni, sono sempre di più".

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