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Elezioni comunali 2016

ELEZIONI NAPOLI 2016 | L'intervista a Marcello Taglialatela: "Tolleranza zero"

NapoliToday ha intervistato il candidato sindaco di Fratelli d'Italia: "In questa campagna elettorale ho usato il termine 'tolleranza zero', che declino non solo per la criminalità, ma anche nei confronti di corruzione, incompetenza ed immobilismo"

Marcello Taglialatela, 60 anni, ha alle spalle una carriera politica di lungo percorso. E’ stato consigliere comunale di Napoli tra le fila del Msi, prima di diventare assessore alla Regione Campania nella Giunta Rastrelli sul finire degli anni 90’. Dal 2001 al 2010 è deputato alla Camera. E’ proprio in quell’anno che si dimette perché la carica è incompatibile con quella di assessore regionale all’Urbanistica. Nel 2013 viene rieletto nuovamente alla Camera tra le fila di Fratelli d’Italia, partito per il quale sarà il candidato sindaco alle Elezioni Comunali di Napoli.

Con Marcello Taglialatela, NapoliToday ha parlato del presente e del futuro della città, oltre che della campagna elettorale in corso:

On. Taglialatela, innanzitutto come è maturata la decisione di candidarsi a Sindaco di Napoli?

“E’ maturata quando mi sono reso conto che il centrodestra avrebbe riproposto un candidato che aveva già perso cinque anni fa, che non aveva alcuna possibilità di successo e che tra l’altro, per le impostazioni di campagna elettorale che dava, non avrebbe in alcun caso rappresentato il mio modo di vedere la politica, fatto soprattutto di passione e di presenza sul territorio, piuttosto che con manifesti, gazebo e quant’altro. Il programma che avevo avuto modo di vedere, poi, poteva andare bene per qualsiasi candidato dell’arco costituzionale. Nel momento in cui mi sono trovato dinanzi a questa realtà, ho pensato che piuttosto che perdere eventualmente con Lettieri, preferisco perdere da solo”.

Quali, secondo Lei, sono i punti di forza della città da preservare e su cui puntare per il presente ed il futuro, quali i punti deboli su cui intervenire?

“Il punto di forza sono i trent’anni di ritardo che Napoli ha accumulato, quello di debolezza è l’assuefazione al ritardo che i napoletani dimostrano da troppo tempo a questa parte. Il mio non è un paradosso, perché sono convinto che in qualsiasi altra città nel mondo ci sarebbe stata una ribellione contro una classe dirigente, politica e non solo, incapace di cogliere i momenti positivi, che pure ci sono stati, relativi al rilancio della città. Purtroppo, però, contemporaneamente il napoletano, forse anche per la bellezza dei luoghi della città, finisce troppe volte per accontentarsi di situazioni che non sono la soluzione ai problemi, ma spesso rappresentano solo l’accantonamento di questi”.

Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi si è molto discusso del tema Sicurezza. Quali sono, a Suo parere, le azioni da mettere in campo, a livello comunale, considerando che si tratta comunque di una materia di competenza dello Stato centrale?

“Io mi attribuisco pochi meriti da parlamentare, ma uno lo rivendico: non ho mai votato a favore di un provvedimento di amnistia, indulto o sconto di pena. Questo non perché sia cattivo, ma semplicemente perché ho sempre pensato che il primo individuo da salvaguardare fosse il cittadino, soprattutto quello che vive onestamente e che vuole vivere in una città dove l’ordine pubblico venga garantito. Purtroppo l’idea della certezza della pena è aleatoria, perché troppo spesso ci accorgiamo che gli autori di episodi di criminalità comune o anche quelli più gravi, sono persone che magari hanno usufruito di sconti di pena. Io ho usato in questa campagna elettorale il termine ‘tolleranza zero’, che declino non solo nei confronti della criminalità, che rappresenta un tumore per qualsiasi territorio, ma anche nei confronti di corruzione, incompetenza ed immobilismo, che allo stesso modo uccidono i territori. La criminalità è parzialmente vero che sia un tema nazionale, perché sicuramente Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza rispondono al Ministero dell’Interno. Napoli, però, ha circa 3000 vigili urbani e non penso debbano fare solamente le multe. Io credo che la Polizia Municipale a Napoli dovrebbe avere un rapporto di totale sinergia con le altre forze dell’ordine, in modo da dividersi i compiti e occuparsi almeno dei cosiddetti reati minori, visto che sappiamo bene che la nostra è una città dove l’illegalità è diffusissima. Basta farsi un giro sul Lungomare liberato per rendersi conto che l’illegalità lì viene quasi vista come un elemento di folklore, mentre i commercianti napoletani , che già vivono un momento di profonda crisi, sono addirittura beffati dal fatto che i luoghi in cui i turisti vanno, sono poi infestati da venditori abusivi”.

Tra le bellezze della città c'è sicuramente il Lungomare. Qual è il bilancio degli ultimi anni, dopo la pedonalizzazione, e quali le Sue idee per il futuro?

“Esistono due lungomari liberati. Uno che funziona, dove ci sono i grandi alberghi e dove i turisti trovano servizi, da bar e ristoranti ai locali di intrattenimento. Lì l’iniziativa privata ha creato attività. La parte dove, invece, non c’è il privato, all’altezza della Villa Comunale, è un deserto. Quella è la dimostrazione dell’incapacità del sindaco di immaginare una valorizzazione dell’intero Lungomare, perché è facile fare il Lungomare liberato dove ci sono dieci grandi alberghi e venti ristoranti di pregio e c’è una naturale propensione del turista a fermarsi, ma io credo che l’obiettivo doveva essere valorizzare anche l’altro pezzo che resta un deserto. Lì, qualche tempo fa, è annegato un ragazzo in piena estate e non c’era nemmeno un servizio di vigilanza a mare”.

Trasporto pubblico: come si possono migliorare i servizi ed incoraggiare i cittadini ad utilizzare di meno le auto?

“La metropolitana ha cambiato, per una parte della città, la mentalità nel muoversi. Ne passano troppo poche, servirebbe una maggior frequenza, ma la metropolitana è qualcosa di molto positivo. Mi permetto, però, di sottolineare che de Magistris ha solamente tagliato qualche nastro, ma con la metropolitana lui non c’entra nulla perché i soldi non sono i suoi, i progetti non sono i suoi e neanche i controlli. Quello che funziona ancora male è il trasporto su gomma e anche pezzi del trasporto su ferro devono essere migliorati. E’ lecito essere ottimisti, però sul trasporto su gomma siamo in chiarissima difficoltà e la difficoltà è legata al fatto che il Comune non ha avuto la capacità di fare investimenti acquistando nuovi autobus. E’ vero che i soldi sono pochi e non si trovano, però è vero anche che spesso quei pochi soldi vengono utilizzati in ritardo e male. Del resto, a dimostrazione che c’è qualcosa che non va nel trasporto su gomma, sono ricomparsi in città, dopo molti anni, i pullmini abusivi. Questo vuol dire che il trasporto sta peggiorando, nonostante la metropolitana”.

Per l'economia della città, fondamentale sarà il rilancio di Bagnoli e del Porto. Come immagina il futuro di queste due aree?

“Bagnoli è importante, ma fino ad un certo punto. Sono molto più importanti, per lo sviluppo economico della città, il Porto e Napoli Est. Bagnoli, in qualche modo, ha una sua vocazione naturale, turistica. Immaginare che quell’area possa avere uno sviluppo industriale è da folli, tenendo conto che dal punto di vista della raggiungibilità è una zona poco fruibile. Una volta quella era un’area industriale perché ci si arrivava con le navi. Per Napoli Est, invece, è vero esattamente il contrario. Porto e Napoli Est rappresentano un ‘unicum’ dal punto di vista della capacità di poter dare posti di lavoro ai napoletani, nel settore turistico, commerciale, dei trasporti e anche delle industrie di prima trasformazione. Non spetta al sindaco di Napoli la nomina dell’autorità portuale, ma è certamente vero che spetterebbe al Comune il piano regolatore del Porto, che è vecchio di 40 anni. Di queste deficienze se ne avvantaggiano Genova e Civitavecchia, che sono i nostri veri competitor. Questo mi convince del fatto che c’è qualcuno che vuole penalizzare Napoli e de Magistris non se ne accorge”.

Quali saranno i primi provvedimenti che adotterà nel caso in cui sarà Lei il nuovo Sindaco di Napoli?

“Partiremo dal piano regolatore portuale, pieno utilizzo dei fondi europei per il Centro Storico e Napoli Est, che sono ancora rimasti inutilizzati e sul Centro Storico la responsabilità esclusiva è del sindaco de Magistris. Per fare queste cose, però, c’è bisogno di una squadra. Quindi la prima cosa da fare è creare un ‘governo dei migliori e delle competenze’, per fare in modo che ad occuparsi dei vari problemi siano persone capaci. De Magistris ha il record di cambi di assessori in corsa e quando uno cambia troppo spesso la squadra, vuol dire che non sa farla”.

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