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Elezioni comunali 2016

Elezioni Napoli 2016 | L'intervista a Mercogliano: "Sindaco deve essere come buon padre di famiglia"

NapoliToday ha intervistato il candidato sindaco per la lista 'Popolo della Famiglia': "Se eletto sindaco, la prima cosa che farò sarà parlare ai napoletani come fa un buon padre di famiglia con i propri figli", spiega Mercogliano

In vista delle imminenti Elezioni Comunali di Napoli, in programma domenica 5 giugno, NapoliToday ha intervistato il candidato sindaco per la lista "Popolo della Famiglia", Luigi Mercogliano, che ha risposto alle nostre domande sul presente e futuro della città.

Dott. Mercogliano, innanzitutto come è maturata la decisione di candidarsi a Sindaco di Napoli?

"Sono stato per circa 3 anni referente per l’Italia meridionale dei circoli “Voglio la mamma”, nati sulla scia dell’omonimo libro di Mario Adinolfi. Poi ho proseguito il mio impegno scrivendo con “La Croce Quotidiana” e successivamente sono stato referente per la Campania delle due grandi mobilitazioni di piazza del Family Day. Dopo la seconda di queste grandi manifestazioni, ci siamo resi conto che le istanze di quella piazza non sono servite, perché il Governo ha continuato a fare le sue leggi, condannando di fatto all’irrilevanza politica il mondo cattolico. Abbiamo allora capito che dovevamo fare qualcosa e da qui è nato il Popolo della Famiglia. Quando mi è stato chiesto di candidarmi, mi sono di fatto immolato, perché oggi una candidatura del genere, in questa condizione politico sociale, per un movimento che è nato di fatto il 16 marzo, significa veramente andare al martirio. Noi non abbiamo alle spalle le risorse che hanno Lettieri, de Magistris o la Valente, ma quando mi è stato chiesto di accettare la candidatura, non ci ho pensato su un momento perché mi è sembrato il completamento di un percorso di fede e passione che va avanti da tre anni".

Quali, secondo Lei, sono i punti di forza della città da preservare e su cui puntare, quali i punti deboli dove intervenire?

"Napoli è una città che è gioia e dolore nello stesso tempo. Gioia perché occupa una posizione strategica straordinaria, al centro del Mediterraneo, con una vocazione culturale e turistica. E’ una città che se gestita bene potrebbe diventare la più grande capitale europea del mondo ed un fiore all’occhiello dell’economia internazionale. Riuscire a sfruttare aree come il Porto e la sua vocazione culturale, enogastronomica, la renderebbe la città con la più grande economia d’Italia e del Mezzogiorno. Purtroppo, però, il problema è che in questa città la politica non viene intesa come una passione o come un servizio, ma come la soluzione all’assenza di lavoro. Chi viene eletto pensa allo stipendio e a guardare i propri interessi. Io tra i candidati alla carica di sindaco sono l’unico che è davvero sulla graticola, perché sono un dipendente di Almaviva e rischio il posto di lavoro nel vero senso della parola. Se non si comprende che i partiti e le forze politiche conosciute da 30 anni a questa parte, che hanno cambiato colore e facce, ma hanno sempre quella solita matrice storica comune, fanno politica solo per interesse personale e per le lobby che rappresentano, si condanna la città ad altri cinque anni di monotonia politica e di inefficienza amministrativa".

Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi si è molto discusso del tema Sicurezza. Quali sono le azioni che il Comune può mettere in campo, considerando che si tratta comunque di una materia di competenza dello Stato centrale?

“Nel 2003 l’ex Sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino ha sottoscritto con il Ministero dell’Interno un accordo che stabiliva che le già esigue risorse, in termini di numero, della Polizia Municipale fossero impiegate con l’esclusività nel lavoro di accertamento e verifica di tutti gli incidenti stradali che avvengono nel perimetro della città. Questo si è rivelato un accordo miope, perché Napoli non ha un corpo di Polizia Municipale talmente elevato dal punto di vista numerico da poter gestire, con l’esclusività di quest’accordo, questa tipica materia, precedentemente gestita in corresponsabilità con la Polizia e i Carabinieri. Questo accordo in vigore dal 2003 comporta che almeno 50 persone ogni giorno vengano sottratte ad attività di controllo del territorio. Quando sarò sindaco, allora, disdetterò immediatamente quest’accordo e chiederò al comandante della Polizia Municipale di razionalizzare, insieme a me e all’assessore alla Sicurezza, i turni e consentire alla Polizia Municipale di essere più presente in attività di controllo e repressione del crimine e allo stesso tempo di non gravare i vigili urbani di compiti esclusivi, che invece andranno suddivisi tra tutte le forze dell’ordine che operano sul territorio. Inoltre chiederò al Ministro dell’Interno, al Parlamento e al Governo di consentire al Sindaco, con leggi speciali ad hoc, di intervenire su tutte quelle materie che oggi di fatto sono disattese. Per fare un esempio, mi raccontano dalla Polizia Municipale che quando fermano un motorino con tre, quattro persone a bordo, o un mezzo senza assicurazione, possono soltanto elevare un verbale ai sensi del relativo articolo contenuto nel codice della strada, ma non possono sequestrare il mezzo. E poi c’è un altro problema che è quello delle targhe straniere: ci sono decine e decine di napoletani che hanno deciso di bypassare il fisco, comprando una macchina all’estero e lasciando la targa estera. Queste auto, dunque, non pagano tassa di possesso, né assicurazione, e circolano impunite nel muro di cinta della città. Il Sindaco di Napoli del Popolo della Famiglia andrà a fare un censimento di tutte queste targhe, per capire se si tratta di macchine intestate a società, o a privati cittadini, e se quindi dietro c’è una volontà di evadere le tasse o meno".

Tra le bellezze della città c'è sicuramente il Lungomare. Qual è il bilancio degli ultimi anni, dopo la pedonalizzazione, e quali sono le idee per il futuro?

"Innanzitutto io non dimentico che i commercianti di Chiaia furono costretti a scendere in piazza per protestare qualche anno fa contro una frizione dell’economia in quella zona dopo la pedonalizzazione, perchè molte attività chiusero i battenti a causa di questa chiusura indisciplinata e non negoziata con le associazioni di categoria. I dati sul turismo riportano sicuramente un segno +, ma si tratta soprattutto di un turismo mordi e fuggi e non di stanzialità, come ad esempio i crocieristi. Bisogna capire che il Lungomare è liberato se è del popolo, non se è circoscritto solo ad una determinata fetta di popolazione che può permettersi di lasciare la macchina per quattro ore sulle strisce blu o in un garage della zona. Se poi vai anche a mangiare una pizza con la famiglia, serve un portafoglio che sia in grado di sostenere questa spesa".

Trasporto pubblico: come si possono migliorare i servizi ed incoraggiare i cittadini ad utilizzare sempre meno le auto?

"Innanzitutto bisogna capire che Napoli, per come è strutturata urbanisticamente, è una città complessa da gestire dal punto di vista del trasporto pubblico. C’è però una grande opportunità da poter mettere in campo: ci sono, infatti, due grandi aree alle porte della città, una nella zona che va da Vigliena a San Giovanni a Teduccio e che confina con i comuni vesuviani, che se rimessa a posto darebbe la possibilità di trasformare quelle aree in maxi parcheggi gratuiti integrati con stazionamenti di linee del trasporto pubblico e taxi. La stessa cosa potrebbe accadere dall’altro lato della città, nella zona flegrea, nell’area dell’ex cinodromo. In questo modo le persone provenienti dai comuni vesuviani o da quelli flegrei, potrebbero trovare conveniente lasciare l’auto in quei parcheggi gratuiti ed utilizzare bus, metropolitane e perché no, anche i taxi. Così il problema del traffico potrebbe essere in parte risolto. Spesso le persone non prendono gli autobus perché i tempi di percorrenza sono esagerati. Depotenziando il traffico, anche le corse dei taxi verrebbero a costare di meno. Poi va fatta anche una riflessione sulla qualità dei mezzi. L’Anm, infatti, ha un parco mezzi ancora molto vetusto. Alcune vetture risalgono addirittura agli anni 90".

Per l'economia della città, fondamentale sarà il rilancio di Bagnoli e del Porto. Come immagina il futuro di queste due aree?

"Innanzitutto considero un errore da parte del Sindaco non sedersi al tavolo istituzionale. Se questo Governo, che ha un colore che non mi piace ed un Presidente del Consiglio non eletto dal popolo, dichiara di voler mettere a disposizione 270 milioni di euro per il rilancio di Bagnoli, il sindaco della città, ancor di più se non crede alle parole del Premier, si va a sedere a quel tavolo per rappresentare le istanze di tutti i cittadini. La prima cosa che farò come sindaco sarà quella di chiamare il Governo e dirgli che non credo nelle sue capacità e nei progetti che mette in campo, ma su Bagnoli a quel tavolo io come sindaco mi ci vengo a sedere. Bisogna capire come il Governo, insieme alla Regione, vuole realmente rilanciare quell’area. Ci vuole una bonifica seria, perché quella è una zona altamente inquinata. I napoletani di quella zona hanno già pagato a caro prezzo l’inefficacia dei governi precedenti che nel corso degli anni si sono succeduti. C’è un problema più grande di tutti però. Se non si interviene a livello governativo, mettendo ordine nei vari settori, partendo dal fatto che le attività imprenditoriali non vanno soltanto sostenute con gli sgravi fiscali, si può fare poco. Bisogna risolvere una volta per tutte il problema delle delocalizzazioni. Finchè ci sarà lo spettro della convenienza nel trasferire le proprie attività al di fuori del territorio nazionale, ogni imprenditore, prima o poi, trasferirà il proprio 'core business' altrove. Il sindaco del Popolo della Famiglia, però, farà una cosa: prenderà il marchio di qualità del Comune di Napoli, magari in joint veinture con la Regione, e lo darà a Confindustria per andare in giro per l’Europa e per il Mondo, con un pool di esperti, a spiegare che Napoli significa qualità e che la qualità si può fare nella nostra città. Solo così possiamo trovare una via d’uscita. Noi nel nostro programma abbiamo inserito due capitoli: uno è il Riv (Registro imprese virtuose), quelle che assumono cittadini napoletani e della provincia, che non appaltano e subappaltano e non delocalizzano le proprie attività. A queste imprese noi daremo assistenza. L’altro è il Sil (Sistema incentivante integrazione al lavoro), ovvero quella rete di professionisti che devono esportare il marchio Napoli, insieme a Confindustria, in giro per il mondo. Alla città non servono eventi occasionali come la Coppa America o la Coppa Davis, né i 600 stage non retribuiti della Apple. A noi servono imprese che investono in questo territorio in maniera stabile. Se c’è questo, ci sarà sviluppo, ma ripeto, serve che il Governo nazionale metta mano, una volta per tutte, alle politiche di contrasto alla delocalizzazione”.

Quali saranno i primi provvedimenti che adotterà nel caso in cui sarà Lei il nuovo Sindaco di Napoli?

"Potrei dire che farò una cosa o un’altra, descrivere chissà quale progetto mirabolante. A questa domanda, però, io devo rispondere onestamente. La prima cosa da fare è prendere il bilancio del Comune di Napoli, individuare quali sono tutte le spese superflue, e mettere in campo il buon senso del padre di famiglia, che quando c’è un momento di floridità può portare i figli in vacanza o concedere qualche lusso a sé stesso e alla sua famiglia. Quando c’è, però, un momento di difficoltà, un’emergenza o una priorità, prende i soldi dal salvadanaio e li destina tutti all’emergenza del momento. Allora noi, dopo che avremo fatto uno screening rapidissimo con un pool di professionisti in materia economica e finanziaria e studiato virgola per virgola il bilancio del Comune, a quel punto diremo ai napoletani qual è la situazione ed in base a quella spiegheremo che il sindaco sarà il buon padre di famiglia che spenderà quelle poche risorse che ci sono per le emergenze: il lavoro, l’istruzione e l’assistenza ai più deboli. Su questi tre capisaldi si caratterizzeranno i primi 100 giorni dell’amministrazione Mercogliano”.

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