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Comunali, a Maresca resta solo la Lega. Clemente pensa alle dimissioni

L'ex magistrato rompe con Fi e Fratelli d'Italia e resta solo con la Lega. L'assessore cerca più autonomia rispetto a de Magistris e agli obblighi istituzionali. Manfredi attende il risultato della contesa tra Conte e Grillo

I candidati ci sono. Alle loro spalle, il caos. A tre mesi circa dalle elezioni comunali che sceglieranno il nuovo sindaco di Napoli i vari schieramenti appaiono più cantieri aperti che squadre pronte alla competizione. Come ad ogni recente tornata elettorale a fare notizia, più del confronto tra i candidati, sono le faide intestine all'interno delle coalizioni. Catello Maresca rischia di cadere sotto il fuoco di Forza Italia e Fratelli d'Italia, Alessandra Clemente cerca di uscire dall'ombra ingombrante di Luigi de Magistris e pensa alle dimissioni da assessore, Manfredi attende di capire il destino del Movimento 5 Stelle e, nel frattempo, guarda con interesse ai delusi del centro-destra.

A Maresca resta solo la Lega

La querelle sui simboli ha isolato l'ex pm. Dal giorno in cui ha annunciato la sua candidatura, Maresca ha più volte ribadito che la sua esperienza resterà civica e che non vuole simboli di partiti della coalizione. Partiti che non hanno apprezzato lo sfogo del magistrato in un recente incontro a Ponticelli e che, di fatto, lo hanno mollato. Se si votasse domani, accanto a Maresca ci sarebbe solo la Lega, lo schieramento che ha meno interesse a conservare il simbolo, sempre scomodo nella capitale del Sud. Fi e Fdi andrebbero insieme, probabilmente con Rastrelli candidato. 

Una scelta che formalmente appare legata all'orgoglio partitico, ma nei fatti sembra più una preoccupazione per l'assegnazione di candidature e incarichi post elettorali. Il magistrato in aspettativa conta sull'appoggio di almeno quattro liste civiche che chiedono spazio soprattutto sul terreno delle Municipalità e dei rispettivi candidati presidenti, togliendo spazio ai partiti tradizionali. 

Stesso problema si avrebbe con la nomina della squadra di Governo della città in caso di elezione. Senza considerare che Maresca chiede di visionare già da oggi le liste di candidati, controllando personalmente ogni nome ed eventualmente ponendo qualche veto su personaggi poco convincenti. Le liste civiche hanno già consegnato gli elenchi, mentre dai partiti ci sarebbe qualche resistenza. 

L'enigma non è di facile soluzione perché se Maresca dovesse fare un passo indietro sui simboli perderebbe l'appoggio di almeno due delle liste civiche che oggi sono con lui, oltre a ridurre al lumicino la possibilità di incassare endorsement più o meno pubblici di esponenti della sinistra cittadina ed ex arancioni. 

Allo stato attuale, la Lega è impegnata in una difficile opera di ricucitura. Matteo Salvini a livello nazionale e Severino Nappi a Napoli stanno provando a ricompattare il centro-destra sul nome di Maresca. Per questo motivo, hanno chiesto al candidato sindaco dichiarazioni meno caustiche e più concilianti nelle prossime uscite, altrimenti risanare la frattura diventerà impossibile. 

La Clemente e le dimissioni da assessore

Il grande limite di Alessandra Clemente, almeno fino a oggi, è l'ombra ingombrante di Luigi de Magistris. In ogni uscita pubblica, l'assessore ha ceduto il passo al sindaco che ha attirato su di sé riflettori e microfoni. A conti fatti, il candidato arancione sembra ancora de Magistris, che viene quotidianamente interpellato per commentare i fatti della città e il destino delle elezioni comunali, lasciando alla Clemente qualche taglio del nastro e qualche passeggiata nei rioni popolari. 

Forse è per questo motivo che negli ambienti a lei vicini sono sicuri che nel mese di luglio presenterà le dimissioni da assessore comunale. Una scelta che le consentirebbe di scrollarsi da dosso gli obblighi istituzionali e di uscire dal radar di de Magistris, acquisendo maggiore autonomia. Ma c'è chi, tra i suoi sostenitori, assicura che sarebbe anche un tentativo di smarcarsi dall'esperienza arancione, il cui gradimento è oggi ai minimi termini. Dopotutto, non è sfuggito che sui cartelloni comparsi in città per presentare la sua candidatura non compare il simbolo DeMa. 

Molto si è detto su un eventuale ticket Clemente-Maresca, con tanto di smentita della prima. A non escludere questa ipotesi sono alcuni fedelissimi del magistrato che però la ritengono improbabile al primo turno. Si tratterebbe, quindi, di un discorso da rimandare a un eventuale ballottaggio tra Manfredi e Maresca.

Manfredi e il destino dei 5 Stelle

Se fosse un torneo di tennis si direbbe che a Manfredi, in qualità di testa di serie, è stato dato un bye per passare direttamente al secondo turno. E, in effetti, al momento solo un terremoto sembra poter strappare dal collo dell'ex rettore l'etichetta del favorito. La coalizione Pd-5Stelle-Leu, benedetta anche da Vincenzo De Luca, sembra una corazzata. Eppure si guarda con preoccupazione a quanto sta accadendo a Roma tra le fila grilline.

La contesa tra Giuseppe Conte, capo politico in pecotre, e Beppe Grillo, garante, per la guida del Movimento potrebbe avere fastidiose ripercussione anche a Napoli. Da un lato c'è l'onda popolare che la presenza dell'ex premier garantirebbe. Napoli ha riservato a Conte un bagno di folla di cui Manfredi vorrebbe beneficiare anche a settembre, quando la scadenza elettorale sarà molto più vicina. Ma, senza incarico ufficiale sarebbe difficile rivedere da queste parti l'avvocato.

L'aspetto più spinoso, però, è rappresentato dai dissidenti 5 Stelle napoletani, guidati da Matteo Brambilla e Marì Muscarà, che stanno preparando liste e candidati che non tengono assolutamente conto dell'alleanza con il Pd. Allo stato attuale delle cose, sono loro i custodi legali del simbolo del Movimento, in quanto eletti, e quindi gli unici a poterlo usare. Gli unici a potergli togliere il logo sarebbero proprio il capo politico e il garante, ma solo dopo la ratifica del nuovo statuto. Quindi, se si votasse domani, nome e simbolo del Movimento non sarebbero accanto a Manfredi. 

Intanto, l'ex ministro dell'Università non disdegna di accogliere sotto la sua ala anche transfughi del centro-destra. Non è un ministero che il consigliere comunale forzista Stanislao Lanzotti stia allestendo una lista, Azzurri per Napoli, che potrebbe appoggiare Manfredi. Una scelta non ancora presa ufficialmente perché il pugno duro di Catello Maresca contro i simboli di parito ha riavvicinato Lanzotti, da tempo in rotta con la dirigenza locale di Forza Italia. Con lui, oltre Riccardo Maria Monti e Raffaele Di Monda, ci sarebbe anche Armando Cesaro. Un nome che pesa e sul quale Manfredi dovrebbe dare più di qualche spiegazione. 

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