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Sindaco in 5 minuti, D'Angelo: "De Magistris deludente. Pd e Bassolino responsabili del fallimento di Napoli"

Il fondatore e presidente di Gesco: "E' necessario rifondare la macchina Comunale. Con i soldi del Recovery, assumerei 500 giovani preparati. Centinaia di migliaia di cittadini in periferia vivono in condizioni di difficoltà. Dobbiamo pensare a loro"

Comincia con Sergio D'Angelo la rubrica "Sindaco in 5 minuti", la serie di interviste video di Napolitoday ai candidati sindaco di Napoli. Fondatore e presidente di Gesco, il consorzio di imprese del terzo settore, D'Angelo è stato assessore alle politiche sociali del Comune dal 2011 al 2013 e commissario della partecipata Abc fino a poche settimane fa: "Ma non sono mai stato iscritto a Dema. Quando ero assessore abbiamo portato i fondi per il welfare a livelli inimmaginabili. Poi mi sono dimesso, deluso dall'esperienza dell'Amministrazione de Magistris. A un certo punto, hanno pensato che la città fosse un luna park, mentre ci sono migliaia di cittadini che soffrono". 

La prima cosa che farebbe da primo cittadino è la rifondazione della macchina comunale: "I primi soldi del recovery fund andrebbero utilizzati per assumere 500 giovani che possano rivoltare come un calzino Palazzo San Giacomo. In dieci anni abbiamo perso la metà dei dipendenti e quelli rimasti sono nati con il Commodore 64. Poi c'è bisogno di una squadra di Governo all'altezza, che preveda anche un assessorato all'Europa e di uno alla transizione ecologica. Ma individuerei anche un assessore alla notte che possa bilanciare le necessità degli imprenditori con quelli della quiete e del decoro".

D'Angelo non esclude di poter convergere verso qualche altro candidato di area progressista: "Oltre a me ci sono Manfredi, Clemente e Bassolino. Ma gli altri candidati non hanno ancora un programma, né hanno individuato le priorità. Si parla di cose generiche, come l'attenzione alle periferie, ma senza alcuna idea concreta". 

I detrattori di D'Angelo lo hanno accusato di conflitto di interesse perché il gruppo Gesco, di cui è fondatore e presidente, all'epoca della sua nomina di assessore al welfare lavorare in appalti del Comune di Napoli: "Gesco è una cooperativa, non un'azienda familiare. Quindi basta dimettersi perché non ci sia conflitto d'interessi. Poi, quando sono diventato assessore, il volume d'affari delle attività legate al Comune era solo il 10 per cento di Gesco". 

Se ritiene deludente l'esperienza di de Magistris, D'Angelo allarga le responsabilità a chi ha avuto ruoli negli ultimi 30 anni: "Anche Bassolino e il Pd dovrebbero fare un esame di coscienza".   

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