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Perquisizione in casa di Eleonora De Majo: "Erano solo botti di Capodanno"

La posizione dell'assessora sulle polemiche scaturite dopo la perquisizione nel suo appartamento di due giorni fa, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli sulla realizzazione della stuatua dedicata a Diego Armando Maradona

"L’altro ieri mattina ho subito una perquisizione che ha come motivazione una presunta "imposizione di una attività volta a coinvolgere con ruolo decisionale i tifosi organizzati". Quale donna delle Istituzioni sarei quindi vittima di pressioni  volte a inserire esponenti delle tifoserie popolari all'interno di una commissione che vede presenti istituzioni culturali, esponenti del mondo universitario, dello sport oltre che il figlio dello stesso Maradona. Nessuna  pressione c’è stata. La nostra è stata una scelta politica precisa rispondente alla necessità di coinvolgere democraticamente la città nella selezione del monumento da dedicare a Maradona, il calciatore più grande di tutti i tempi, simbolo indiscusso del riscatto di Napoli. Una scelta che peraltro si iscrive coerentemente con una pratica sedimentata in questi 10 anni di esperienza amministrativa che vede la promozione di consulte, osservatori e altri organismi a partecipazione civica e popolare su alcune delle questioni più importanti che riguardano la città. A conferma di quanto fosse necessario un processo pubblico e democratico sulla statua posso riferire con orgoglio che a oggi abbiamo ricevuto decine di progetti che aspettano di essere valutati dalla commissione e non vorrei mai che tutta questa vicenda finisse per minare un lavoro iniziato con entusiasmo e che ha come obiettivo unico quello di donare la statua del pibe de oro alla città.
Per quanto riguarda poi i botti trovati durante la perquisizione a casa mia di cui si parlava ieri sulla stampa cittadina si tratta di nient’altro che di  un residuo di un Capodanno di qualche anno fa dimenticati in un cassetto; non sono né lacrimogeni né fumogeni, termini che mi hanno fatto anche sorridere in questo momento di evidente e spiacevole tensione.
Ad ogni modo sono molto serena rispetto al prosieguo di questa vicenda lasciando al Sindaco la decisione relativa alla prosecuzione del mio lavoro".

E' questa la posizione di Eleonora De Majo  sulle polemiche scaturite dopo la perquisizione subita due giorni fa nell'appartamento che condivide con il compagno, l'assessore alla III Municipalità di Napoli Egidio Giordanonell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli sulla realizzazione della stuatua dedicata a Diego Armando Maradona. Nel corso della perquisizione la Polizia avrebbe trovato sette fumogeni e quindi sarebbe scattata la denuncia per la detenzione del materiale in questione, anche se De Majo ridimensiona il ritrovamento spiegando che si trattava solamente di vecchi botti di Capodanno.

L'inchiesta

La Procura di Napoli ha aperto nelle scorse settimane un'inchiesta sulla realizzazione statua di Diego Armando Maradona all'esterno dello stadio di Fuorigrotta. L'intento del pool di magistrati, composto dai pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano, Luciano D’Angelo e Danilo De Simone, è approfondire in particolar modo la composizione della commissione comunale che selezionerà i migliori progetti. L'iniziativa della commissione era stata promossa dall'assessorato alla Cultura, diretto dalla de Majo, e dall'assessorato allo Sport. Nelle scorse settimane l'assessora comunale era stata ascoltata come persona informata sui fatti, ma non è indagata. 

Nella commissione c'era anche l'ultras Gennaro Grosso, in rappresentanza dei tifosi, che ha deciso poi di dimettersi successivamente, dopo aver scoperto di essere indagato per i disordini in autunno a Santa Lucia

Gli inquirenti sono gli stessi che indagano sui violenti scontri avvenuti lo scorso 22 ottobre in città quando si paventò un nuovo lockdown, scontri che pare avessero anche delle frange della tifoseria partenopea tra i protagonisti.

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