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Draghi in città per il "Patto per Napoli", lo striscione di contestazione a piazza Municipio

Firmato Comitato Vele Scampia, chiede a sindaco e premier il rispetto dei diritti alla casa e al lavoro

"C'è un solo patto da firmare, casa, lavoro e diritto a campare". È quanto è scritto sullo striscione firmato Comitato Vele Scampia esposto su di un'impalcatura in piazza Municipio a Napoli. La contestazione riguarda il cosiddetto "Patto per Napoli", la cui firma è in programma domani, con l'arrivo del presidente del Consiglio Mario Draghi.

I contenuti del Patto per Napoli: 1,3 mld ma Irpef più salata

"Oggi in occasione della visita del premier Mario Draghi a Napoli per la sottoscrizione del patto per Napoli abbiamo voluto, come comitato Vele dì Scampia – spiegano gli autori della protesta – far sentire la nostra voce ricordando sia al sindaco che al presidente del Consiglio che ora che ci sono le risorse gli alibi sono finiti e che non possiamo più aspettare". "Napoli – proseguono – non ha bisogno di ulteriori false promesse, o di progetto che non si realizzeranno mai. Napoli e soprattutto le sue periferie hanno bisogno dì intervenenti strutturali che restituiscano dignità agli abitanti: politiche della casa e del lavoro che ci permettano dì riqualificare i nostri quartieri e di uscire dal degrado e dalla povertà. Il Pnrr e il patto per Napoli non possono e non devono essere l’occasione dell’ennesimo saccheggio".

"Come comitato Vele abbiamo chiari i nostri obiettivi le nostre priorità e il nostro cronoprogramma. Saremo disposti a fare la nostra parte come abbiamo sempre fatto e come testimonia la nostra storia quarantennale, qualora vedremo che gli impegni verranno mantenuti ma saremo intransigenti dinanzi a qualunque tentativo dì speculazione, dì utilizzo del nostro territorio come brand o come mezzo dì propaganda", concludono.

L'opposizione

Anche le opposizioni in Consiglio comunale tengono alta la guardia sulla visita di Mario Draghi in città. Così Catello Maresca: "La presenza del presidente del Consiglio a Napoli è un segnale importante di attenzione verso una città sofferente. C’è bisogno di un cambio di rotta e di una sterzata forte, affinché la città si svegli dal torpore nel quale è caduta, anche a causa di tanti anni di cattiva amministrazione". "Non può e non deve essere una situazione irreversibile - aggiunge - ma bisogna partire dal riconoscere i gravi errori commessi. I soldi del Patto per Napoli non saranno sufficienti, se non accompagnati da un reale impulso riformatore. Serviranno solo a ripianare parte dell’enorme debito, accumulato dalle precedenti amministrazioni". "Mercoledì il presidente Draghi non ci sarà più e spetterà a noi dare le risposte che i cittadini meritano. Servizi adeguati, infrastrutture moderne, migliore vivibilità, investimenti in cultura e turismo, ma anche interventi strutturali capaci di creare stabile ed affidabile sviluppo e occasioni di lavoro. La vera scommessa, legata soprattutto agli investimenti del Pnrr, è complessa ma va vinta impiegando le migliori risorse umane e professionali che la città riesca ad esprimere. Occorrono trasparenza, rispetto delle procedure e capacità di innovare. Tra qualche mese sapremo se siamo sulla strada giusta o se, anche stavolta, sarà stata un'occasione persa", conclude Maresca.

Così invece Alessandra Clemente: "Chiediamo che questa sia l’occasione per impegnare l’amministrazione a portare avanti una politica a tutela dei beni e dei servizi pubblici, delle partecipate comunali, che non apra le porte alle privatizzazioni e alla dismissione del patrimonio e della città, attuando lo stralcio dell’Art. 6 del Ddl concorrenza, così come da ordine del giorno approvato all’unanimità nell’ultima seduta del Consiglio comunale". "A maggior ragione - sottolinea Clemente - perché le risorse che con questa firma stanzia il Governo per Napoli verranno date alla città nel corso dei prossimi 21 anni, un tempo abnorme che stride con l’esigenza di avere il salto di qualità tanto atteso oggi. Ciò che arriva subito, invece, è l’aumento, già dal prossimo anno, dell’Irpef, che sforerà i livelli massimi consentiti per legge. Alla luce dell’esperienza maturata in anni dove l’impoverimento determinato dai miliardi di taglia ai Comuni è stato drammatico - aggiunge la consigliera - chiediamo all’amministrazione e al governo il massimo impegno per ridurre gli interessi fuori mercato sul debito che Napoli paga ogni anno al maggiore creditore del Comune, cioè Cassa depositi e prestiti: 230 milioni annui, 4 volte cioè quello che riceveremo con la prima rata del Patto per Napoli. Chiediamo di vedere nero su bianco firmato l’impegno del governo a rivedere i criteri relativi al patto di stabilità e alle modalità con cui vengono erogati i fondi per i comuni capoluogo, in special modo le città metropolitane, sulle quali spesso grava l’onere dei servizi anche delle aree urbane che le gravitano attorno".
"Bisogna rivedere le regole del gioco: non basterrano iniezioni di liquidità. Se Napoli - conclude Alessandra Clemente - e come lei le migliaia di comuni italiani in gravissima difficoltà economica, non verranno sostenuti con nuove regole di carattere strutturale, come il superamento del blocco del turnover, non ci saranno aiuti economici in grado di far volare i nostri territori, Napoli e con lei il sud come meritano".

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