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Marattin (Pres. Commissione Finanze Camera): "Dissesto soluzione per Napoli, ma va modificata la disciplina"

"Il dissesto è esattamente quello che chiede il sindaco Manfredi, ovvero di separare il vecchio debito, affidandolo ad un commissario, per poter ripartire con un nuovo ente libero", afferma l'esponente di Italia Viva

"Non bisogna continuare ad affibbiare al dissesto uno stigma punitivo, perchè altrimenti c'è un condizionamento culturale. In realtà il dissesto è esattamente quello che chiede il sindaco di Napoli Manfredi. Il sindaco chiede di separare la vecchia gestione, il vecchio debito, affidandolo ad un commissario, per poter ripartire con un nuovo ente libero e per poter così dimostrare, come dice lui, che anche a Napoli si può amministrare bene". Così il Presidente della Commissione Finanze della Camera e parlamentare di Italia Viva, Luigi Marattin, ha parlato a Radio24 della questione relativa al debito del Comune di Napoli

"Il dissesto, nel nostro ordinamento, è una soluzione strutturale, perchè consente, appunto, di chiudere con il passato e di ripartire, certo con dei vincoli e delle riforme strutturali, con un nuovo ente. Il problema sta nel fatto che la disciplina del dissesto in Italia è vecchia, scoordinata, inefficiente, iniqua. Noi proponiamo una cosa molto semplice: facciamo degli interventi puntuali per modificare subito, in Legge di Bilancio, la disciplina del dissesto, per far sì che non sia punitiva. Bastano pochi interventi normativi. Rifacciamo la disciplina e i comuni come Napoli, vadano in dissesto in modo ordinato, strutturale, equo e valido per tutti, per risolvere i problemi. Io non credo, come dice il sindaco Manfredi, che mettere una mano in tasca e dare 200 milioni di euro a Napoli per vedere poi come va, sia una soluzione equa ed efficiente", ha proseguito Marattin.

"Nel nostro ordinamento esiste il predissesto, ovvero la procedura di riequilibrio finanziario. Esiste da 10 anni e fu creata proprio per Napoli nel 2012, ma è stata un fallimento totale. Napoli in questi 10 anni di predissesto si era impegnata ad un piano di alienazioni di beni patrimoniali e a migliorare la riscossione. Ogni anno non lo faceva, la Corte dei Conti gli scriveva che non lo aveva fatto, e non succedeva niente. Quindi è una strada già provata nel nostro ordinamento ed è stata fallimentare. Io sono per l'abolizione del predissesto. Io penso che alcuni di questi bilanci siano strutturalmente dissestati e quindi bisogna avere il coraggio di prendere atto della situazione, risolverla e ripartire daccapo, certo non scaricando il costo su altri, ma con una disciplina equa che contemperi il fatto che quel comune debba essere responsabile in qualche modo di quello che è successo, ma anche che deve essere nelle condizioni di ripartire. Far finta di non vedere il problema, cioè che Napoli e tanti altri comuni italiani hanno bilanci dissestati, è un modo colpevole di rimandare la palla in tribuna mentre il tempo passa. E io onestamente mi sono stancato di vivere in un Paese così", ha concluso il Presidente della Commissione Finanze della Camera.

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