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Di Maio a Scampia: "Noi le mele marce le cacciamo. Dagli altri diventano ministri"

Uno dei simboli di Scampia apre le porte a Luigi Di Maio e al Movimento 5 Stelle. Oggi pomeriggio, il candidato premier grillino è stato accolto da Gianni Maddaloni, il maestro di judo, padre della medaglia d'oro Pino, nel suo centro sportivo. "Ti apro le porte, ma pretendo rispetto per la mia gente" le parole dello sportivo. Maddaloni ha mostrato la medaglia d'oro del figlio, conquistata a Sidney 2000, riferendosi al leader pentastellato "...questa te la devi guadagnare".

Di Maio non si è sottratto all'abbraccio dei sostenitori 5 Stelle. Ha affrontato le questioni più spinose che hano colpito il movimento nelle ultime ore, come la candidatura di Catello Vitiello, iscritto a una loggia massonica: "Non ha il permesso di usare il nostro simbolo. Se lo sapevo? Non scherziamo".

Linea dura anche con i parlamentari del Movimento che non avrebbero riconsegnato parte dello stipendio: "Se ci sono mele marce le troveremo e le scluderemo. Abbiamo fanno una richiesta di accesso agli atti al Ministero dell'Economia per capire chi non ha rispettato le regola. Da noi le mele marce vengono cacciate, negli altri partiti diventano ministri. Il Movimento ha restituito agli italiani decine di milioni di euro". 

All'esterno del centro sportivo, un gruppetto dei disoccupati organizzati di Scampia hanno contestato Di Maio. Invece, alcuni sostenitori locali dei 5 Stelle si sono scagliati verbalmente contro i giornalisti presenti, colpevoli, secondo loro, di essere al soldo di altre forze politiche. 

 

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