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Prosegue la trattativa

Debito, a Napoli in arrivo non più di 300 milioni. A rischio anche i progetti del Pnrr?

Pare la città non sia destinata ad essere oggetto di un provvedimento ad hoc per sanare la sua situazione di predissesto. Manfredi punta intanto almeno ad uno sblocco delle assunzioni

Un miliardo, anzi no, 300 milioni. Se non 120. Prosegue il balletto sulle cifre che, attraverso la finanziaria, da Roma dovrebbero arrivare nelle casse (colore rosso profondo) di Palazzo San Giacomo. Nonostante sia tramontata l'ipotesi della copertura diretta in obbligazioni da un miliardo – a fronte comunque dei 5 miliardi totali del debito comunale – il sindaco Gaetano Manfredi continua a recarsi con cadenza strettissima nella Capitale, alla ricerca della quadra.

Quello che appare ormai chiaro è che Napoli non godrà di un provvedimento ad hoc (che pure il cosiddetto "Patto per Napoli" lasciava presagire mesi fa), almeno non dal punto di vista strettamente finanziario. In fatto di denaro, non dovrebbe che arrivare quanto previsto dal già esistente fondo per gli enti in predissesto (come appunto il Comune di Napoli) o dissesto, ovvero allo stato delle cose circa 120 milioni. O – si dovesse portare la cifra totale a 600 milioni – al massimo 300 milioni.

E mentre l'assessore Baretta discute col Mef, e Manfredi dal canto suo definisce la situazione "in fieri" e spiega che non c'è al momento uno "strumento definito" per risolvere la questione partenopea, si sta facendo largo un'altra ipotesi, una soluzione temporanea per sopperire all'emorragia di personale di cui è vittima la macchina comunale, impossibilitata viste le sue finanze ad assumere personale. Lo stesso sindaco ha infatti incontrato il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta per allargare i lacci imposti dalla situazione di predissesto. A Manfredi serve una "maggiore flessibilità sulla capacità assunzionale dei Comuni proprio in funzione del Pnrr che ci consente di poter andare a reclutare le competenze specialistiche di cui abbiamo bisogno".

Perché il rischio concreto, oltre ad una città non amministrabile per la tangibile assenza di persone atte a farlo, è che si perda il treno del Pnrr. Per redigere i progetti del quale, al momento, manca quasi del tutto personale con le competenze adatte.

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