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De Magistris ricorda Borsellino: "Voleva cambiare Palermo, noi Napoli"

Era il 19 luglio 1992 quando un'autobomba uccise il procuratore aggiunto di Palermo e gli agenti della polizia di Stato che lo scortavano. "Ci ha lasciato una testimonianza straordinaria"

È la giornata del ricordo oggi a Palermo in memoria della strage di via Mariano D'Amelio. Il 19 luglio 1992 un'autobomba uccise il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Borsellino e gli agenti della polizia di Stato che lo scortavano: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.

A ricordarlo è anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris parlando di un "filo di speranza nel cambiamento morale che lega idealmente Palermo e Napoli, nel passato e nel presente. Vorrei ricordarlo per l’insegnamento che ci ha lasciato e che va oltre il merito giudiziario, tanto da trasformarsi in una preziosa indicazione anche per chi amministra e per chi è amministrato, per un sindaco e per la sua città, per me e per Napoli”.

"Borsellino - scrive il sindaco - sosteneva che 'si ama ciò che non ci piace per poterlo cambiare'. Lo sosteneva riferendosi alla sua città, Palermo. Voglio allora ricordare Borsellino per la testimonianza straordinaria che ci ha lasciato. E voglio farlo dalla prospettiva che ora mi caratterizza: quella di sindaco di una città che trova nel crimine organizzato uno dei maggiori deterrenti alla crescita e al raggiungimento della libertà. Ecco allora che quel 'si ama ciò che non ci piace per poter cambiare' suona alle mie orecchie come un monito: Napoli possiede troppi aspetti che non mi piacciono e che non piacciono a tantissimi suoi cittadini, ma amiamo questa città e crediamo nelle sue potenzialità, ed è proprio per questo che stiamo cercando di cambiarla".

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