"Il governo affonda Napoli": de Magistris non ci sta

"Altro che salva-Comuni, il decreto è affonda-Napoli. Ci offende, stiamo pensando di salvarci da soli almeno non aumenteremo al massimo le tasse". Il sindaco Luigi de Magistris, in Consiglio comunale, è tornato a parlare del decreto cosiddetto salva-Comuni che lo ha deluso profondamente.

Tre le ipotesi. "La prima la escludiamo perché si tratterebbe di dichiarare il dissesto, la seconda è aderire al decreto, la terza è andare avanti da soli ripianando il debito che la signora Iervolino ci ha consegnato con tanto di stretta di mano: 1,5 miliardi. Politicamente quello che già ci sentiamo di dire è che il governo ha fatto un atto grave. Per settimane l’esecutivo ha fatto intendere che avrebbe varato una norma salva-Comuni, in realtà commissaria le uniche forme di democrazie dirette in questo Paese e lo sta facendo un governo nominato dai nominati con una maggioranza bulgara. Sono un uomo delle Istituzioni e ovviamente il confronto continua ma ci sarà una lotta politica durissima. Ci sarà confronto col presidente della Repubblica che pure devo dire si era impegnato per la nostra città. Quello che è ancora più grave è che per andare al commissariamento mascherato dobbiamo distruggere i cittadini, cioè alzare le tasse al massimo, ed è ingiusto. Ora se dobbiamo arrivare a questo punto dico meglio se lo facciamo da soli, con grande dignità, quella di un sud che non si fa piegare da una legge francamente offensiva".

E ancora: "Napoli sta facendo sforzi e sta amministrando con le mani pulite rispetto a quello che accade nel resto del Paese. Da un governo che si presenta come moralizzatore ci si aspetta un segnale su Napoli. Sposando le parole di Napolitano che ha detto che senza Napoli non c’è sviluppo e nemmeno unità d’Italia".