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Autonomia differenziata, la Campania chiede il ritiro del ddl Calderoli: "Rischio condanna a morte per il Sud"

Il presidente della Regione De Luca: "Siamo in campo per una battaglia rigorosa ed intransigente a difesa del Sud, della Costituzione e dell'unità nazionale"

La Campania chiederà il ritiro del ddl sull'autonomia differenziata, presentato dal ministro degli affari regionali Roberto Calderoli, nel corso della Conferenza Stato-Regioni in programma domani, giovedì 17 novembre. E' quanto annunciato da Vincenzo De Luca nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia. Il governatore campano si è detto pronto ad una "battaglia" contro il disegno di legge del ministro leghista, illustrando nel dettaglio i motivi della sua contrarietà al provvedimento in questione. 

"Abbiamo già formalizzato con un documento ufficiale, che abbiamo consegnato alla conferenza delle regioni, il nostro totale dissenso rispetto al disegno di legge Calderoli sull'autonomia differenziata. L'ipotesi Calderoli rischia di spezzare l'unità nazionale e di condannare a morte il Sud. Spezzare l'unità nazionale perchè si ipotizza una competenza autonoma delle regioni per quanto riguarda il personale sanitario, personale scolastico e personale previdenziale. Questo significa che l'unità del Paese viene distrutta. E' intollerabile che si faccia una proposta di autonomia differenziata senza aver definito prima i cosiddetti Lep, cioè i livelli essenziali delle prestazioni. Dobbiamo sapere prima quali sono le prestazioni da garantire in maniera equa a tutti i cittadini italiani, dal Piemonte alla Sicilia, e poi si può procedere con l'autonomia differenziata. Invece non definire prima i livelli essenziali delle prestazioni, significa andare avanti con il solito criterio della spesa storica, cioè chi più ha avuto continua ad avere, chi meno ha avuto continua a perdere. Questa cosa è intollerabile. Per quanto riguarda personale sanitario e scolastico, in modo particolare, se qualche regione del Nord pensa di fare contratti regionali, che si aggiungono ai contratti nazionali, significa attivare un flusso di mobilità dal Sud al Nord per i medici, per i docenti. Significa, insomma, fare un disastro su questi grandi servizi di civiltà", ha spiegato De Luca. 

De Luca chiama in causa la premier Meloni

"Parleremo anche con il presidente del Consiglio. Io mi auguro che il presidente del Consiglio colga fino in fondo il pericolo mortale per l'unità nazionale e per il destino del Sud. Siccome abbiamo sentito in queste settimane parlare sempre di nazione e di interesse nazionale, beh, voglio sperare che ci siano comportamenti conseguenti visto che è in discussione l'unità della nazione. Parleremo con tutti ovviamente, perchè oltre che il Sud, è una battaglia che riguarda l'Italia intera. Fronte comune tra regioni del Sud? Abbiamo già oggi un'intesa raggiunta con la Puglia, la Calabria, la Basilicata, il Lazio, ma credo ci sia un dibattito aperto anche nel centro e nel nord del Paese. Alla fine sono così clamorose le contraddizioni, che le persone che sono intellettualmente oneste non potranno che riconoscere la fondatezza della nostra posizione", ha aggiunto il presidente della Regione Campania. 

Il Governatore non ha risparmiato una frecciata al Partito Democratico, al centrosinistra e ai partiti in generale sulla questione: "Dormivano prima e dormono adesso. Non c'è nessuna particolare narcotizzazione del Pd. La cosa che impressiona è che dormono tutti quanti. Quando abbiamo fatto la battaglia per il riparto del fondo sanitario nazionale, hanno girato la testa dall'altra parte tutti quanti: centro, destra e sinistra. Dobbiamo capire che quando bisogna difendere gli interessi dei territori, non si guarda in faccia a nessuno. Le bandiere di partito non contano niente, contano i fatti per quello che mi riguarda". 

"Battaglia a difesa del Sud e dell'unità nazionale"

"Noi siamo in campo per una battaglia rigorosa e intransigente a difesa del Sud, della Costituzione e dell'unità nazionale. La battaglia sarà sviluppata anche sul tema del Pnrr. Si è dimenticato per strada l'impegno di superare differenze e sperequazioni tra le diverse aree del Paese. Sta poi circolando l'idea che un eventuale risparmio sul reddito di cittadinanza vada destinato alle bollette. Anticipiamo la nostra posizione: quello che viene risparmiato, deve restare al Sud. Può gestirlo anche lo Stato, ma deve essere destinato al Meridione. Nel prossimo ventennio rischiamo il dimezzamento della popolazione del Sud. È una cosa drammatica, che non viene percepita dal Governo nazionale. Servono misure choc, come una defiscalizzazione totale, a tempo indeterminato, per chi assume al Sud", ha detto ancora De Luca, che ha poi sottolineato come il primo obiettivo di questa 'battaglia' sia quello di "bloccare l'ipotesi di accordo diretto tra presidente del Consiglio e presidente della Regione". 

Le osservazioni tecniche della Regione Campania sul ddl Calderoli

Nel dettaglio la Regione Campania ha presentato una serie di osservazioni tecniche al ddl sull'autonomia differenziata ad opera del ministro degli affari regionali Roberto Calderoli. 

Secondo l'ente di Palazzo Santa Lucia, l'articolo 1, come formulato nel disegno di legge, "non riconosce ai principi di unità ed indivisibilità della Repubblica, di cui all'art. 5 della Costituzione, e di eguaglianza sostanziale tra i cittadini, di cui all'art. 3 della Costituzione, la dovuta primazia e sovraordinazione rispetto al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni di autonomia alle Regioni, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma Costituzione". Per la Regione Campania, inoltre, "neppure risultano adeguatamente richiamati i principi di solidarietà e di perequazione, di cui all'articolo 119 della Costituzione". 

Per quanto riguarda l'articolo 2, invece, la Campania ravvisa gravi criticità nel "coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali nel procedimento di approvazione dell'intesa", ed in generale un "totale svuotamento del ruolo del Parlamento e della Conferenza delle Regioni". Palazzo Santa Lucia rileva, infatti, che "non sono contemplati meccanismi di coinvolgimento della Conferenza delle Regioni, prefigurandosi una gestione esclusivamente bilaterale della procedura tra regione interessata e Governo, nonostante il potenziale impatto delle singole intese sugli assetti di interesse delle altre regioni". 

Relativamente all'articolo 3 del ddl, poi la Campania ritiene "inaccettabile" il "capovolgimento del rapporto tra definizione dei Lep e autonomia differenziata". 

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