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Piano riequilibrio di bilancio, delibera approvata senza le opposizioni

L'assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Enrico Panini, ha esposto la delibera sul piano di riequilibrio comunale, approvata all'unanimità dalla sola maggioranza perché le opposizioni hanno lasciato l'aula

Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato la delibera sulla riformulazione del piano di riequilibrio pluriennale, già approvata in Giunta e illustrata questa mattina in aula dall'assessore al Bilancio, Enrico Panini.

In apertura di Consiglio, lo stesso assessore ha proposto di ritirare e discutere poi sucessivamente, in un altro consiglio,  le prime due delibere all'ordine el giorno, una sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio dal 1 giugno al 31 ottobre 2017, l'altra sul piano di valorizzazione e alienazione del patrimonio immobiliare del Comune per il 2018, in quanto mancavano ancora i pareri dei Revisori dei Conti. Dopo un po' di discussioni sull'opportunita di discutere o meno il piano di riequilibrio, l'aula ha deciso di proseguire.

La riformulazione del piano di riequilibrio, presentata dall'assessore Panini, prevede la possibilità di spalmare il debito su 20 anni, così da poter rimodulare le scadenze economiche. Nel suo discorso introduttivo, l'assessore ha sottolineato le difficoltà affrontate nell'ultimo periodo a causa del taglio delle risorse agli enti locali e ha ricordato la relazione del presidente della Corte dei Conti di venerdì scorso, in cui c'erano importanti considerazioni sul cambiamento della città e sulla necessità di separare, con un provvedimento specifico, la parte relativa al debito corrente da quello maturato nel tempo.

Sulle casse cittadine, incidono infatti alcune voci debitorie molto pesanti. Prima fra tutte, quella del Cr8, per cui c'è stato il pignoramento di cassa pari a 97 milioni, che fa maturare un interesse passivo del 2,70%. Un debito relativo al post terremoto dell'80 che, per la maggior parte, è in capo allo Stato. Proprio per il debito relativo al Cr8, che il Governo, un anno fa ha promesso di sanare, l'amministrazione ha deciso di essere a Roma il 21 febbraio, così da manifestare a Montecitorio "per ribaltare una questione di carattere istituzionale che si ritiene inaccettabile perché a fronte di tante richieste di confronto si è registrato un silenzio inaccettabile", spiega l'assessore. 

"Quella di mercoledì a Roma è una manifestazione a cui diamo una grande importanza", spiega il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, "non è più sopportabile avere la cassa bloccata". Il primo cittadino racconta anche di aver scritto una lettera al premier Paolo Gentiloni, per avere un incontro mercoledì mattina e risolvere una volta per tutte l'annosa questione, "per cui non sono più sufficienti le rassicurazioni verbali ma c'è bisogno di un risultato concreto".

Ci sono altri debiti "antichi" che incidono negativamente sulle casse comunali, quelli relativi al commissariamento per i rifiuti ammontano a 67 milioni, poi ci sono 177 milioni di swap da ricominciare a restìtuire dal 2020, di cui 40 anticipati da Equitalia, 15 da mancato riconoscimento dell'Iva sui lavori della metro. In tutto 389 milioni di euro. "Credo", dice Panini, "che sia un debito illegittimo".

La riformulazione tiene in considerazione anche la deliberazione della Corte dei Conti del 2017, che ha ritenuto inammissibile la precedente formulazione.L'assessore ha quindi illustrato i contenuti della delibera, spiegando che la prima sezione del nuovo piano di riequilibrio contiene la fotografia della situazione delle finanze del Comune nell'arco temporale che va dal 2015 al 2017, la base cioè sulla quale la seconda parte proporrà la riformulazione.

La seconda parte del piano, invece riguarda le misure necessarie per realizzare il riequilibrio economico-finanziario nei prossimi 15 anni,  al termine dei quali il Comune dovrà essere in grado di finanziare le proprie spese senza ricorrere a misure straordinarie, invece previste per i primi 3, 4 anni del piano. È prevista quindi la dismissione del patrimonio contestualmente al recupero delle entrate. 

Un lavoro contabile enorme, concluso venerdì mattina per essere discusso oggi. I tempi stretti hanno indotto le opposizioni a lasciare l'aula al momento del voto, perché, come ha detto il capogruppo del partito Democratico, Federico Arienzo, durante la sua dichiarazione di voto, "noi abbiamo chiesto un tempo tecnico di un giorno in più per poter leggere i file insieme anche a dei tecnici perché noi non siamo tutti commercialisti. Io non mi sento in grado di potermi esprimere oggi. Il piano va chiuso oggi ma quando si forzano i tempi paga sempre la politica. Non votiamo contro perché non riteniamo di dover contrastare la delibera ma non prenderemo parte al voto". 

Così, su richiesta delle opposizioni, la votazione sulla delibera per la  riformulazione del piano di riequilibrio pluriennale è avvenuta per  appello nominale, mentre i consiglieri di opposizione lasciavano l'aula. Così la delibera è passata con voto unanime della maggioranza.
 

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