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Il Napoli continua a non pagare per lo stadio, D'Angelo: "Il Comune ha bisogno di quei soldi"

Il consigliere comunale sottolinea le ragioni per cui l'amministrazione deve esigere dal club di De Laurentiis i 3,5 milioni dovuti

Il consigliere comunale Sergio D'Angelo torna sulla questione dei debiti che il Napoli di De Laurentiis ha con il comune di Napoli a proposito dello stadio Maradona, e chiede all'istituzione cittadina di pretendere il club saldi il dovuto cioè circa 4,5 milioni di euro.

"Sono anche io tifoso del Napoli - premette D'Angelo - Non vado spesso allo stadio perché preferisco guardarla più comodamente da casa, ma sostengo comunque economicamente il club sottoscrivendo un abbonamento alla pay tv. I club di calcio, soprattutto quelli che non hanno la concorrenza di una seconda squadra cittadina, sono percepiti come un bene comune. A maggior ragione questa affermazione vale per il Napoli, unico grande club del sud ed elemento identitario quasi universale dell’essere napoletani. Tuttavia, un club di calcio appartiene a una società privata che persegue profitti, nella fattispecie la Ssc Napoli.

Il comune di Napoli invece è un ente pubblico che rappresenta la città e ognuno dei suoi abitanti. Non c’è nessuna ambiguità né interesse privato. Di conseguenza, il comune deve relazionarsi nel nome dell’interesse pubblico alla Ssc Napoli come a una qualunque altra società privata, per quanto quest’ultima sia proprietaria del club e percepita nell’immaginario come un bene che appartiene alla collettività. Sarebbe un atto di debolezza imperdonabile, un autogol per restare in tema calcistico, se non si risolvesse rapidamente la questione degli arretrati che il Napoli deve al comune e quindi alla collettività".

"Napoli - prosegue D'Angelo - sta cercando di venire fuori da una situazione economico-finanziaria molto critica, con la nuova giunta in serie difficoltà al momento dell’insediamento. La città ha dovuto firmare un patto con il governo nazionale che la obbliga ad aumentare sia pur lievemente l’Irpef che comunque è già al suo livello massimo. Il miglioramento del servizio di riscossione è un’altra condizione contenuta nel cosiddetto Patto per Napoli. Risulterebbe perciò incomprensibile agli occhi dei cittadini che si vedono chiamati a nuovi sacrifici in un momento storico di enorme difficoltà, se si applicasse una logica dei due pesi e delle due misure, privilegiando una società privata che ha prodotto grandi utili nel corso degli anni.
Abbiamo approvato da poco il bilancio cittadino stanziando a fatica circa 6,5 milioni per le attività sportive. Alla luce di questo dato, appare chiaro quanto la cifra dovuta dal Napoli sia rilevante non solo sul piano etico, del rapporto che lega il club alla città, ma anche e più banalmente su quello quantitativo. Sono risorse che servono per fornire ai cittadini dei servizi di qualità superiore a quelli attualmente erogati. Io non saprei spiegare a una famiglia napoletana che riceve una cartella esattoriale per una vecchia contravvenzione la disparità di trattamento. E nemmeno saprei farlo a quelle società di sport dilettantistico che trovano i cancelli sbarrati al minimo ritardo di pagamento per l’utilizzo di un bene pubblico".

"Il Napoli - è la conclusione del consigliere - faccia la sua parte, rispettando la convenzione firmata nel 2019 con la precedente amministrazione. Saldi il debito in fretta e garantisca i biglietti pattuiti alle scolaresche e alle associazioni che si occupano di minori a rischio. È la squadra che tifo, la squadra della città, rispetti Napoli e i napoletani".

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