
Renzi a Napoli, l'assemblea dei manifestanti alla Galleria Umberto
Tanti i comitati, associazioni, sindacati di base, che si sono riuniti in un'assemblea pubblica nel pomeriggio presso la Galleria Umberto per discutere del futuro di Bagnoli
Due ore di assemblea pubblica in Galleria Umberto per i manifestanti, dopo il corteo mattutino, in attesa che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi raggiungesse la Prefettura di Napoli per la riunione della Cabina di Regia.
Comitati, associazioni, sindacati di base e tante realtà cittadine, unite per ribadire il no al commissariamento di Bagnoli: "La mobilitazione di oggi, in continuità con quelle di questi anni e questi mesi, che hanno visto protagoniste moltissime realtà del tessuto cittadino - ha spiegato uno dei rappresentanti di Bagnoli Libera - è in opposizione alle politiche del Governo Renzi, dal Jobs Act alla Buona Scuola, passando per lo Sblocca Italia. Renzi oggi è qui per legittimare una Cabina di Regia che dall'inizio noi abbiamo detto essere illegittima: la nomina del Commissario straordinario, l'individuazione di un soggetto attuatore privato che diventa proprietario delle aree di Bagnoli dell'ex Italsider e deciderà, insieme ai privati, la trasformazione dei piani urbanistici".
"Renzi - hanno affermato ancora i manifestanti - fa credere che vuole sbloccare Bagnoli, che lui è l'uomo del fare, ma a sbloccare Bagnoli in realtà siamo noi. Noi vogliamo sbloccare Bagnoli, ma non vogliamo ridarla in mano alle stesse società che hanno inquinato. Lo scontro non è tra la Giunta de Magistris ed il Governo, ma tra la parte più sana di questa città che alza la testa contro un governo autoritario. E oggi da Napoli parte la vera sfiducia al Governo Renzi. Questa città oggi ha voluto dare un messaggio chiaro, di alternativa politica a questo governo. Nei giorni scorsi si è creato un clima di tensione attorno a questa nostra contestazione. Oggi abbiamo visto una città blindata, zone rosse. Noi rivendichiamo il nostro diritto legittimo di contestare il Governo Renzi. Bagnoli oggi è sintesi di uno scontro tra due modelli di sviluppo. Quelle terre e quelle aree appartengono alla città e lo ribadiremo con forza anche nelle prossime settimane.
Alle 18,30, poi, è ripartita la protesta, con un presidio all'esterno del Teatro San Carlo, vista l'impossibilità di raggiungere Piazza del Plebiscito, blindata dalle forze dell'ordine, prima di un nuovo corteo in via Acton.