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P3: Martino bocciato al Riesame. Resta a Poggioreale

Arrestato per associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi, Martino, ieri ha parlato di un'amicizia con Caldoro. Ma questo non lo ha salvato

Avere un'amico come Caldoro alcune volte non basta per salvarsi dal carcere. E questo lo sa bene Arcangelo Martino, ex-assessore al Comune di Napoli, arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul presunto comitato d'affari occulto che avrebbe tentato di condizionare pezzi dello Stato.
Martino ha infatti dichiarato che Caldoro è suo "amico", ma questo non ha convinto il giudice del Riesame, il quale ha deciso che dovrà rimanere in carcere, a Poggioreale, dove si trova attualmente e dove era già stato nel lontano 1993, quando era assessore regionale del Psi.

Per Martino il reato ipotizzato dai pm di Roma è di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. All'ex assessore, in particolare, viene contestato il tentativo di ostacolare la candidatura dell'attuale governatore della Campania, Stefano Caldoro. Un presunto complotto messo in atto, secondo l'accusa, con una specifica attività di falsi dossier che avrebbero dovuto danneggiare o comunque mettere in difficoltà il governatore e far saltare la sua candidatura a favore dell' ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino. Quando è stato arrestato, ed era l'8 luglio scorso, Martino aspettò l'interrogatorio di garanzia per affermare il legame di amicizia che l'avrebbe legato a Caldoro. "E' amico mio - aveva detto -abbiamo militato nello stesso partito per oltre quindici anni".
Ieri il collegio difensivo di Marino è ricorso al Riesame, azione questa del tutto inutile, in quanto il presidente del tribunale, Guglielmo Muntoni, ha rigettato la richiesta di revoca o di modifica dell'ordinanza cautelare emessa dal gip Giovanni De Donato. L'istanza di scarcerazione era stata presentata pochi giorni fa dai legali di Martino, Simone Ciotti e Giuseppe De Angelis.

Con Martino erano stati arrestati anche l'ex faccendiere Flavio Carboni e l'ex geometra e ex sindaco Pasquale Lombardi, tutti, secondo i pm, facenti parte della sedicente P3.

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