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Caso Cosentino, Eco4, tangenti, elezioni: le accuse del pentito

In diversi interrogatori a Gaetano Vassallo sono stati indagati i presunti rapporti tra Nicola Cosentino e i diversi gruppi della criminalità organizzata casalese, la consegna di denaro, il controllo della Eco4 e l'aiuto nelle elezioni

"Posso dire che la società ECO4 era controllata dall'onorevole Cosentino e anche l'onorevole Landolfi aveva svariati interessi in quella società. Presenziai personalmente alla consegna di cinquantamila euro in contanti da parte di Sergio Orsi all'onorevole Cosentino, incontro avvenuto a casa di quest'ultimo a Casal di Principe”.
Queste le parole dell'imprenditore Gaetano Vassallo, ritenuto vicino al clan dei Casalesi e riportate nell'ordinanza di custodia emessa nei confronti di Nicola Cosentino.

Il collaboratore di giustizia collega la figura del parlamentare "alla società ECO4 della quale Cosentino sarebbe stato 'controllore' politico fin dalla sua costituzione". Vassallo è inserito nella compagine societaria come rappresentante della fazione 'bidognettiana' del clan dei Casalesi, per investitura del capo Francesco Bidognetti, detto Cicciotto 'e mezzanotte. Al rapporto tra Cosentino e la ECO 4, Vassallo - osserva il gip Raffaele Piccirillo - collega la dazione da parte di Sergio Orsi della somma contante di 50mila euro, che sarebbero stati consegnati da Orsi all'esponente politico in una busta gialla.

Un giorno Bidognetti mi convocò affinché indicessi una riunione con le maestranze per sostenere il candidato Nicola Cosentino per le elezioni provinciali. Me lo presentò come suo amico e io personalmente ebbi a prelevare Cosentino insieme al fratello minore e a portarlo presso il deposito ove erano state riunite le maestranze, invitandole al voto secondo le indicazioni di Francesco Bidognetti ". A quella presentazione - scrive il gip - fecero seguito altri incontri, altre sponsorizzazioni elettorali ma anche l'impegno di proselitismo profuso dall'odierno collaboratore di giustizia in favore del partito dell'indagato.

"A partire da quell'episodio ebbi ad incontrare il Cosentino anche dopo la sua elezione a parlamentare. Faccio presente che sono tesserato Forza Italia e grazie a me sono state tesserate numerose persone presso la sezione di Cesa: mi è capitato in due occasioni di sponsorizzare la campagna elettorale del Cosentino offrendogli cene presso il ristorante 'zi' Nicolà di mio fratello, cene costose essendo invitate centinaia di persone delle quali io e i miei fratelli ci assumevamo interamente il costo". Il giudice spiega che il ruolo di "grande elettore" rivestito nel clan Bidognetti da Gaetano Vassallo trova piena conferma nelle dichiarazioni di Domenico Bidognetti, cugino del boss.

In un successivo interrogatorio reso il 18 giugno 2008 Vassallo riprende l'episodio della presunta consegna del denaro. I presunti rapporti tra Nicola Cosentino e i diversi gruppi della criminalità organizzata casalese furono proprio al centro di quell'interrogatorio. Il gip scrive che "il punto di partenza" è segnato da una candidatura di Cosentino alle elezioni provinciali casertane, per un partito che Vassallo non è in grado di rammentare, elezioni tenutesi molti anni addietro ('circa gli anni 80' dice il collaboratore). Il collaboratore descrive i contenuti della riunione elettorale con le maestranze, ma anche l'offerta di disponibilità formulata da Cosentino. Ribadisce poi il ruolo giocato Cirillo, cugino di Cicciotto e pacificamente affiliato al clan già all'epoca , nell'organizzazione di quella riunione. "La mia conoscenza con l'attuale onorevole di Forza Italia Nicola Cosentino risale a molti anni addietro, circa agli anni '80, quando lo stesso era appena uscito dall'allora Psdi e si era candidato alla provincia, non ricordo per quale partito. Ricordo che in quell'occasione fui contattato da Bernardo Cirillo il quale mi disse che dovevamo organizzare un incontro per Cosentino che era uno dei 'nostri' candidati di riferimento. In particolare Cirillo specificò che era stato proprio lo 'zio' a far arrivare questo messaggio mediante un'ambasciata. Il significato della richiesta di Cirillo era molto chiaro. Infatti lo 'zio' altri non era che Francesco Bidognetti alias Cicciotto 'e mezzanotte, denominato, 'zio barboné. Il fatto che si trattasse di un nostro candidato significava che si trattava di un candidato del clan Bidognetti: il messaggio era arrivato attraverso un'imbasciata ovvero attraverso canali illegali (avvocati o familiari) in quanto Bidognetti era a quel tempo detenuto e, ciononostante, continuava a gestire gli affari del clan".
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