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Coronavirus: cosa rischia chi non rispetta le regole anti-contagio

Non rispettare le regole contro il Coronavirus può costare fino a 21 anni di carcere. Ecco quando e perché

Non sono pochi quelli che, ad oggi, ancora non hanno capito le possibili conseguenze del mancato rispetto delle regole varate per contenere la diffusione del Coronavirus. Eppure, assieme a sonore strigliate da parte delle forze dell'ordine, iniziano a fioccare le denunce.

Mancato rispetto delle regole anti-contagio: cosa si rischia

Oltre a mettere in serio pericolo la propria salute e quella di amici e parenti, ecco cosa si rischia, ai sensi di legge, per il mancato rispetto dei provvedimenti anticoronavirus

1) Spostamenti senza motivo Per chi si sposta senza un valido motivo di salute, lavoro o stato di necessità, è applicabile l’articolo 650 del Codice penale che prevede l’arresto fino a tre mesi o un’ammenda fino a 206 euro 

2) False dichiarazioni nell’autocertificazione Se nell'autocertificazione si sottoscrive che lo spostamento è dovuto a motivi di salute, esigenze lavorative o per altri stati di necessità e non è vero, si commette il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale: la pena prevista prevede la reclusione da uno a sei anni, con facoltà di arresto in flagranza e procedibilità d’ufficio.

3) Andare in giro con sintomi riconducibili al coronavirus Chi, pur avendo sintomi riconducibili al Coronavirus, esce di casa come se niente fosse e contagia qualcuno, va incontro - oltre all'applicazione delle sanzioni per gli spostamenti immotivati - all'accusa di lesioni o tentate lesioni volontarie con  reclusione da tre a sette anni se chi viene contagiato impiega oltre 40 giorni per guarire. L'imputazione però può trasformarsi in omicidio doloso se la persona contagiata rientra nelle categorie "a rischio" e muore, con reclusione per un periodo non inferiore a 21 anni. Per la legge, infatti, in pratica, chi va in giro con sintomi riconducibili al coronavirus ha accettato il rischio di contagiare quelli che incontra e, quindi, di provocare loro lesioni e finanche la morte.  

Omicidio doloso o colposo (colpa cosciente) è l'imputazione che rischia chi ha avuto contatti con persone positive e non prende le dovute precauzioni ma continua ad uscire di casa e ad incontrare persone.

4) Non informare gli altri della propria positivà al Coronavirus se si va in giro omettendo di informare chi si incontra delle proprie condizioni, si rischia un'imputazione che va dal tentativo di lesioni fino all'omicidio volontario se, in particolare, si viene in contatto con persone fragili che poi muoiono con il CoVid19. In pratica, la situazione è in tutto e per tutto identica a quella - già codificata dalla giurisprudenza - dei sieropositivi all'HIV che non informano i partner né assumono precauzioni contro il rischio di contagiare gli altri.

5) Andare in giro con il coronavirus rende applicabile l'art. 452 del Codice penale, perché si commette un delitto colposo contro la salute pubblica. La pena prevista è la reclusione per un periodo che va da 1 anno a 12 anni nel caso di persona positiva al virus che ha violato la quarantena

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