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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Case popolari, ERP e IACP: tutte le informazioni

Erp e Iacp, una piccola guida per capire come districarsi tra gli alloggi di residenza pubblica (case popolari) e l'Istituto Autonomo Case Popolari

L'Istituto Autonomo per le Case Popolari (IACP) della Provincia di Napoli nacque agli inizi del secolo scorso, per dare una risposta concreta al grande bisogno di case delle classi più povere della città. Luigi Luzzatti allora Ministro per l'Agricoltura, l'Industria e il Commercio, si rese promotore dell'approvazione della legge 31 maggio 1903 n.254. Dalla pubblicazione di questa legge, conosciuta in seguito come "legge Luzzatti" ebbe inizio a Napoli la costruzione di case per il popolo.

Intanto, anche l?Amministrazione Comunale prendeva finalmente coscienza della necessità di affrontare in maniera decisa il problema di fornire un alloggio adeguato alle classi operaie della città. Ciò poteva avvenire solo mediante la costituzione di un organismo ad hoc, che operasse secondo obiettivi prefissati e capace di contrastare l'ampia libertà dell'iniziativa privata che, intanto - rispondendo unicamente a logiche di profitto - andava accaparrandosi le aree migliori della città, come quelle del Vomero e di Posillipo, per costruirvi in maniera incontrollata ville e palazzi per i ceti borghesi e aristocratici.
Negli anni '70 furono emanati importanti strumenti normativi che riqualificarono e rilanciarono il ruolo degli Istituti Autonomi per le Case Popolari e introdussero nuove modalità per gli interventi di edilizia economica e popolare. La legge 865/71 viene definita la "legge per la casa" perché attua una vera e propria riforma della casa.
Dal concetto di edilizia economica e popolare si passa a quello di edilizia residenziale pubblica; si introduce il principio della gestione unitaria delle risorse destinate alla realizzazione degli interventi di E.R:P (Edilizia Residenziale Pubblica)
si prevede l'emanazione di una normativa che disciplini in modo omogeneo l'assegnazione in locazione degli alloggi privilegiando le effettive situazioni di bisogno; si provvede alla ricognizione di tutte le disponibilità da destinare al settore e a disciplinare un meccanismo a livello nazionale che consenta la suddivisione dei fondi per Regione

Ma il punto forse più qualificante della riforma è quello di aver introdotto il meccanismo delle convenzioni, attraverso il quale gli interventi di e.r.p. trovano una precisa collocazione nella pianificazione territoriale localizzandosi nell'ambito dei piani di zona predisposti dai Comuni.

Il d.p.r. 1036/72 assegna agli IACP la competenza generale per l'esecuzione dei programmi di E.R.P.; l'attività degli Istituti si esplica in due fasi: la realizzazione della costruzione di nuovi alloggi - l'assegnazione e la relativa gestione che, in questo modo, fanno capo ad un unico soggetto avente competenza provinciale.

Con l'emanazione della legge 457/78 la canalizzazione dei fondi destinati all'e.r.p. avviene attraverso la predisposizione - da parte di organi centrali dello Stato (CER) - di piani decennali di finanziamento, sulla base dei quali le risorse disponibili vengono ripartite fra le Regioni.
Tali piani, che riguardano sia gli interventi di edilizia sovvenzionata sia quelli di edilizia convenzionata e agevolata, dispongono oltre l'acquisizione, urbanizzazione delle aree destinate agli insediamenti e la realizzazione di nuove costruzioni, anche il recupero del patrimonio edilizio esistente. In particolare l'emanazione della legge 457/78 ha fornito al nostro Istituto nuova linfa vitale, che ha reso possibile nel corso degli ultimi decenni - non solo l'intensificarsi dell'attività costruttiva ma altresì il recupero del patrimonio edilizio esistente, che ha interessato soprattutto i rioni più degradati, ed inoltre importanti interventi, realizzati grazie ad una preziosa collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Napoli, di recupero riuso di numerosi edifici di interesse storico-artistico ubicati nel centro storico della Città; interventi scaturiti dall'esigenza di realizzare attrezzature scolastiche, culturali e sanitarie per garantire le condizioni indispensabili per una convivenza civile e non aggravare ulteriormente il degrado ambientale e sociale del centro storico.

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