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Referendum Trivelle, quorum non raggiunto: a Napoli vota solo il 25% dei cittadini

Il commento di Renzi sul 32% nazionale di votanti: "Una vittoria di chi lavora sulle piattaforme, ma non ha perso chi ha votato"

Non è stato raggiunto, come temuto dagli ambientalisti, il quorum sul referendum abrogativo sulle trivelle in mare. L'affluenza si è fermata intorno al 32 per cento. I cittadini erano chiamati a esprimersi sull'abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine, abbiano durata pari alla vita utile del giacimento. 

Si è fermato in media al 26% il dato definitivo dell'affluenza nella sola regione Campania. A Napoli la percentuale raggiunta è stata del 25,29% e la Campania è penultima, come percentuale di votanti al referendum sulle trivelle. Precisamente hanno votato il 26,13 per cento degli aventi diritto. Ultimo si è classificato il Trentino Alto Adige, con 25,16%. Terzultima regione, ma di poco (26,69%) è stata la Calabria.

Ecco il commento di Renzi da Palazzo Chigi: "Assisteremo alle dichiarazioni dei politici vecchio stile che hanno vinto anche quando perdono. In questo referendum ci sono vincitori e sconfitti. I vincitori sono gli 11 mila operatori, i lavoratori del settore. A loro innalzo i calici. Gli sconfitti non sono i cittadini che hanno votato, chi vota non perde mai. Gli sconfitti sono i consiglieri regionali e i presidenti che hanno voluto cavalcare il referendum per questioni politiche. Potevamo evitare questo referendum per risparmiare 300 milioni di euro, ma il voto è stato usato per esigenze di conta da parte di qualcuno. Ho molto sofferto la scelta di non andare a votare, ma non perché ci fossero dubbi costituzionali, perché l'istituto del quorum permette di esprimere un dissenso dichiarato con l'astesione. Ho ricevuto una mail da parte di un ragazzo che ha compiuto 18 anni nelle settimane scorse che mi chiedeva un consiglio se andare a votare o meno per la prima volta. Ho fatto fatica personalmente a spiegare le motivazioni del non voto. Ma il Sì al referendum avrebbe portato a 11mila licenziamenti. E un presidente del Consiglio deve stare al fianco dei lavoratori. Ho scelto di non votare perché questo era lo strumento a disposizione di chi voleva difendere questo settore".

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