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Digital divide, internet in Campania non è per tutti

Mentre Napoli nel panorama nazionale può considerarsi all'avanguardia, in provincia connettersi può essere un problema. E l'Ue ha fissato ambiziosi obiettivi per i prossimi anni

Il rapporto tra gli italiani e la rete è sempre stato pregiudicato da una delle infrastrutture meno avanzate in Europa, questo soprattutto al Sud. Infratel Italia, società in-house del ministero dello Sviluppo economico (e soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga), ha predisposto una mappa del Paese, comune per comune, per indicare in quali territori è necessario intervenire.

Secondo l'indagine Infratel, in Campania la popolazione raggiunta dalla banda larga, tra fisso e wireless, è pari al 93.6%. L'ultra larga invece – e qui il digital divide diventa evidente – copre il 20.8% dei cittadini: la media europea è lontanissima, 79.2%. Sulle infrastrutture, ad ogni modo, si è da tempo al lavoro: il 75% di esse sono già state completate.

In città naturalmente le cose cambiano. A Napoli è coperto dalla banda larga il 99,8% della cittadinanza, mentre dall'ultra larga l'89.9%. Dati in realtà molto posiitivi: basti pensare che a Roma la popolazione raggiunta è pari sì al 100%, ma la rete in banda ultra larga arriva a coprire soltanto il 71.6% della popolazione.

Insomma, bisogna intervenire – e presto, dato che l'Ue ha stabilito degli obiettivi da raggiungere – soprattutto in provincia. L'agenda digitale europea prevede, infatti, due step fondamentali. Il primo è estendere a tutti i cittadini dell'Unione la connettività di base (almeno 2 Mbps). Il secondo è, entro il 2020, portare ovunque connettività ad almeno 30 Mbps, con il 50% delle famiglie ad oltre 100 Mbps.

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